(Francesco's pov's)
"Mi chiamo Francesco ho 21 anni, sono il ragazzo di un bar, quello che va in giro a fare le consegne di solito alle attività commerciali ma qualche volta anche a qualche persona che desidera la colazione. Ho sempre avuto una grande passione per la letteratura quando riuscivo a fine mese a pagare tutte le bollette, perchè abitavo da solo, compravo un libro e lo leggevo nei momenti liberi della giornata non facendomi vedere però dalle persone che frequentavano il bar. Per mantenermi non mi bastava solo il lavoro al bar quindi quando potevo facevo anche altri lavoretti, il sabato e la domenica poichè il bar era chiuso andavo a lavorare in un ristorante e guadagnavo qualcosina in più per poter vivere nel mio piccolo buco. Non avevo un buon rapporto con i miei genitori quindi per questo ero andato a vivere da solo, rinunciando alla mia passione per la letteratura per guadagnare qualcosa per lasciare quella casa dove non mi sentivo a fatto a mio agio. A lei l'ho vista proprio lavorando al bar, ogni giorno di mattina apriva quella finestra di fronte a me e si affacciava una ragazza bellissima, i nostri sguardi si incrociavano per poco e poi entrambi distoglievamo per paura chissà. Notavo che dopo un pò da quando aveva aperto la finestra si sedeva vicino, forse aveva quei divanetti vicino alle finestre, prendeva il suo computer e scriveva, almeno credo aveva sempre quelle mani sulla tastiera quindi sì credo scriveva e ogni tanto quando pulivo la teca dei cornetti la guardavo, anche quando scendeva e la vedevo per strada la seguivo con gli occhi. Questo successe per un pò di mesi, i miei amici quando gli parlavo di lei mi dicevano di provare a parlarci ma io mi vergognavo e non sapevo cosa fare, poi ecco che quando il destino vuole farti conoscere una persona fa di tutto anche fare male a quella persona. Un giorno mentre stavo pulendo la teca dei cornetti la vidi uscire dal palazzo, poi la persi un attimo di vista perchè concentrato e poi la vidi volare perchè una macchina l'aveva investita, corsi verso di lei che giaceva lì a terra, chiamammo l'ambulanza e andai con lei in ospedale, mi chiedevano il nome ma io non lo sapevo, l'età ma io non la sapevo ma poi mi ricordai che aveva una borsetta con se e quindi cercai dentro, certo mi sentii un ladro ma era per una buona causa, e così trovai la sua carta d'identità e il suo nome *Lucrezia*, diedi il tutto alle infermiere che riuscirono a registrarla e a chiamare i genitori per dirgli che era lì e che si doveva operare perchè aveva subito un danno alla colonna vertebrale. Mi misi un pò ad ascoltare quando i dottori venivano per parlare con i genitori che nel frattempo erano arrivati. Quando la situazione era un pò più calma mi presentai ai genitori dicendo quello che era successo, e diedi loro le cose di Lucrezia. Loro mi ringraziarono e mi fecero aspettare un altro pò per sapere com'era andata l'operazione. Il mio capo mi chiamava ma io non volevo lasciare l'ospedale senza sapere come stesse. Dopo circa un'ora ecco che arrivò un medico che disse ai genitori che l'operazione era andata bene, lei stava bene ma non si svegliava era in coma e che quel coma poteva tanto durare un giorno, tanto una settimana tanto un mese, non si sapeva quindi dovevano armarsi di tanta pazienza. Una volta saputo questo dovevo proprio andarmene quindi chiesi scusa ai suoi genitori e chiesi se potevo venire a trovarla quando potevo, loro dissero di sì e si presero il mio numero per informarmi nel caso si svegliasse. Tornai a lavoro e dopo una ramanzina del mio capo mi rimisi a lavorare, e feci tutto quello che non avevo fatto prima. La sera tornai distrutto a casa ma avevo deciso che ogni giorno fin quando non si sarebbe svegliata le avrei portato due fiori e così feci, tutti i giorni le portavo due fiori , chiedevo qualche notizia, chiacchieravo un pò con i genitori o i suoi migliori amici per conoscerla meglio e poi me ne tornavo a casa. In quel mese mi capitò anche una cosa strana, ogni sera quando mi addormentavo sognavo di chiamarmi Matias, di essere laureato in lettere, di avere origini argentine, che ero molto legato alla mia famiglia, e che lavoravo in quel bar solo perché il mio sogno era quello di comprarmi una struttura per fare un centro sportivo ed io volevo fare il corso di allenatore. Poi mi svegliavo e il giorno dopo il sogno continuava, e sognavo Lucrezia che faceva quello che io le vedevo sempre di fare prima dell'incidente e sognavo che trovavo il coraggio e gli scrivevo un biglietto che le davo scontrandomi con lei, in quel bigliettino c'era scritto il mio numero e le chiedevo di scrivermi così potevamo conoscerci. Mi svegliavo e il giorno dopo continuavo a sognare da là e sognavo il primo appuntamento con Lucrezia, la mamma che non era d'accordo con la nostra storia, i suoi migliori amici e il padre che mi aiutavano per restare con lei, e poi finalmente il nostro stare insieme e così via fino ad arrivare ad un sogno brutto dove lei mi diceva prima che era incinta e poi che aveva un tumore e che si doveva operare e quando usciva dall'operazione era in coma e non si svegliava più e quello che mi rimaneva era solo nostro figlio. All'ultimo sogno quando ormai era passato un mese, mi svegliai con una brutta sensazione e quindi scrissi a Barbara che era la migliore amica di Lucrezia *wow France ti stavo scrivendo in questo momento finalmente Lucrezia si è svegliata* e mi raccontò che lei si era svegliata chiamando il nome Matias e che credeva che fosse incinta. La cosa mi inquietò molto aveva fatto molti sogni uguali a me e questa cosa mi fece capire che forse in quel periodo ero stato come in collegamento con lei non so come spiegarlo, ma sognavo le stesse cose che sognava lei che era in coma e questo mi fece capire che quello che provavo per lei forse era molto di più di un semplice sguardo alla finestra. Il giorno che si svegliò era sabato quindi non potevo passare a trovarla con i miei due fiori e nemmeno il giorno dopo non riuscii più ad andarci perchè ero molto impegnato. Ma finalmente uscì dall'ospedale e ritornò a casa, questo lo so perchè la vidi con la sedia a rotelle entrare nel palazzo. Dopo alcuni giorni la rividi sul divanetto a scrivere, questa volta le dava una mano la mamma ma c'era e questo mi bastava per essere felice. Uno di quei giorni scese con la madre che la accompagnò a me e mi ringraziò per averla accompagnata all'ospedale e soprattutto per quei fiori, poi le dissi la verità, almeno quella che le potevo dire : che l'avevo già vista prima di quell'incidente e che mi piaceva, lei rimase un attimo frastornata poi mi rispose..."
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Dalla Mia Finestra
RomanceLucrezia è una ragazza di 23 anni, laureata in lettere moderne amante della poesia e delle storie d'amore. Dopo lo studio "matto e disperato" cerca un lavoro, ma nel frattempo è rinchiusa a casa e legge, scrive e guarda il mondo all'esterno dalla su...