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• 20 anni dopo •
❝<<Ti rendi conto che nostro figlio oggi si laurea per la seconda volta?>>
Tobio si voltò a guardare suo marito. Shōyō era seduto alla sua toeletta mentre si appuntava gli orecchini di perle ai lobi delle orecchie. <<Sì, Shōyō. So che nostro figlio oggi si laurea. Non senti la casa com'è tranquilla senza Haruiki che gira per casa imprecando mentre ripete la tesi per la centesima volta nell'arco di una giornata?>>
Shōyō ridacchiò. <<Era un po' nervoso, in effetti>>
<<Dalai non è stato così nervoso. E lui si è laureato in giurisprudenza, ma neppure lui è stato così nervoso alla sua prima laurea>>
<<Questa volta è nervoso perché Dalai si è preso un anno sabbatico ed è in Antartide come missionario per la salvaguardia delle foche e gli orsi polari, mentre Atsumu adesso è nelle Filippine. Le due persone più importanti della sua vita probabilmente non ci saranno nel secondo giorno più importante della sua vita. Tu come l'avresti presa?>>
Tobio ruotò gli occhi al cielo avvicinandosi al marito. Aveva la cravatta sciolta attorno al collo perché erano passati anni ma lui il nodo alla cravatta non avrebbe mai imparato a farlo, appoggiò entrambe le mani sulla toeletta del marito così da bloccare ogni sua fuga. Gli baciò l'incavo del collo e Shōyō ridacchiò appoggiandogli una mano sulla guancia. <<Tu non c'eri alla mia festa di laurea quando sono riuscito finalmente a prendere la specializzazione in chirurgia pediatrica>>
Shōyō gli lasciò un bacio sulla fronte. <<Ero in Italia per questioni politiche, lo sai. E poi ho mandato in mia rappresentanza il tuo secondogenito, lo stesso che ti ha convinto a cambiare indirizzo di specializzazione>>
<<Ci sta crescendo troppo in fretta, non mi piace questa cosa. Sembrava solo ieri che aveva quattro anni e scriveva letterine per contestare l'arrivo dei gemelli. Adesso ha ventiquattro, è alla sua seconda laurea, ha quattro erasmus alle spalle, un brevetto di volo e da sub, è fidanzato con Masha e presto andrà a vivere da solo>>
<<Il tempo passa per tutti, amore mio — Shōyō ridacchiò per poi allontanarsi di qualche centimetro, la giusta distanza per prendere la cravatta del marito e annodarla. — Il tempo passa ma tu non sai ancora fare il nodo ad una stupida cravatta>>
<<Questo perché ho un modo per farti prendere cura di me. Ti amo>>
