50. sᴄᴇʟᴛᴀ ɢɪᴜsᴛᴀ

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• 2 mesi dopo •

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• 2 mesi dopo •

❝Shōyō prese un respiro profondo aggiustandosi la giacca che aveva addosso, si aggiustò i capelli con una mano. Si schiarì la gola gettando un occhio sulla platea che era arrivata ad assistere il dibattito. Era fatta. I giochi erano finiti. Quella notte si sarebbe deciso tutto.
Atsumu, dalla parte opposta del palco, dietro le quinte, camminava avanti e dietro ripetendo il suo discorso e rispondendo alle possibili domande che gli avrebbero potuto chiedere.

In prima fila c'erano i suoi genitori, seduti l'uno accanto l'altro.
Accanto a loro Kuroo e Kenma, seguiti da Iwaizumi e Oikawa.
I bambini sedevano anche loro in prima fila. Dalai sedeva accanto il padre mentre Haruiki si alternava dai nonni da parte di Shōyō a quelli da parte di Atsumu. C'era anche Kageyama. Accanto a lui la sua nuova ragazza.

Era successo tutto nel giro di un mese.
Dopo la sua apparizione pubblica e le notizie di una sua frequentazione con il figlio secondogenito di Jeremias Sanchez, Shōyō e Tobio avevano litigato come non avevano mai fatto prima di quel momento, nessuna scopata avrebbe mai potuto sistemare quel vulcano in eruzione che avevano dato vita. Shōyō aveva chiesto a Dalai di fare il bravo e di andare dal padre come aveva sempre fatto, anche se non avrebbe voluto. Gli aveva chiesto di non fare i capricci e di non chiamare il nonno per farsi venire a riprendere. Dalai aveva ubbidito.

Amber era una bella donna. Elegante, attraente.
Lavorava nello stesso ospedale di Tobio. Primario di cardiochirurgia d'urgenza si era trasferita da Osaka a Tokyo. Aveva lunghi capelli biondi e due bellissimi occhi azzurri, sua madre era giapponese mentre suo padre australiano. Erano stati a letto un paio di volte prima di confermare la loro relazione, ed era stato Dalai a dirlo al padre.
Dalai gli aveva detto che Amber era sempre gentile con lui ed era stata lei a spiegargli che il papà non avrebbe più avuto un bambino da Tadashi perché la cicogna se l'era portato via.

Shōyō gli aveva sorriso dolcemente e l'aveva abbracciato forte baciandogli la testa. Quella notte non pianse. Il che fu strano.
Decise di cambiare la sua vita. Quella volta per davvero.
Aveva deciso di smetterla di cercare attenzioni dall'ex-marito, di fargli la guerra per delle stronzate - un pomeriggio si erano incontrati nel suo ufficio e Shōyō gli aveva proposto di lasciare perdere Haruiki concedendogli di vedere Dalai tutte le volte che avesse voluto. Forse, quello che aveva fatto male a Shōyō, era che Tobio non ci aveva pensato due volte; aveva fatto un casino per richiedere il test di paternità si Haruiki e poi alla prima occasione aveva gettato il bambino in un angolo per Dalai.

E così, la mattina dopo la confessione di Dalai, aveva preso uno scatolone e ci aveva infilato dentro tutte le foto che ritraevano lui, Tobio e i bambini - quelle foto create ad hoc quando tutta quella fottuta storia era iniziata, ci aveva infilato dentro l'album del matrimonio e la fede nuziale, tutti i regali che Tobio gli aveva fatto nel corso del tempo. L'abito da sposo che aveva utilizzato al matrimonio con Tobio lo aveva impacchettato e messo in un angolo remoto della soffitta, accanto ad uno scatolone con i vestiti che aveva usato da gravido e che non aveva avuto il coraggio di dare via perché ci era affezionato, e sopra a quello con i vestiti di Dalai che Shōyō non aveva potuto riutilizzare per Haruiki. Il vestito che aveva utilizzato per la cerimonia di matrimonio con Atsumu lo aveva dato via, donandolo a chi non poteva permetterselo.

ʀᴇᴘʟᴀʏ || ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ, ᴀᴛsᴜʜɪɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora