CHAPTER 13 || #will be inevitable ♡ past chapter

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• 7 anni prima •

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• 7 anni prima •

❝Shōyō si guardò allo specchio un'ultima volta.
I riccioli color pel di carota tenuti in ordine con una spruzzata di lacca.
Indossava una camicia bianca e un corsetto nero — non respirava in quel coso ma, come diceva sempre sua nonna: <<chi bello vuole apparire deve un po' soffrire>> Un paio di pantaloni classici neri e delle scarpe nere lucide ed eleganti.
Le perle come sempre indosso. Una leggera spolverata di trucco e una bella e grondante spruzzata di Chanel N°5.

Quello sarebbe stato il loro primo appuntamento.
Non erano mai usciti insieme come una coppia.
Sempre e solo con i loro amici.
Per poi andare a pomiciare lontano da occhi indiscreti in un bagno lercio.

Aveva detto ai suoi genitori che sarebbe uscito con Lev, sarebbero andati a cena fuori nel nuovo ristorante che si era aperto in centro e che sarebbero poi andati a dormire a casa di Tadashi.
E invece no, sarebbe andato a cena fuori con Tobio.
E avrebbe passato la notte con Tobio.
I suoi genitori erano andati da dei parenti fuori città. Tobio sarebbe rimasto a casa da solo.

Prese un respiro profondo.
Sarebbe andato tutto bene.
Sarebbe andato tutto benissimo.

Spense la luce della sua camera da letto.
E chiuse la porta alle sue spalle.

Scese le scale velocemente; Tobio gli aveva inviato un messaggio dicendogli che lo avrebbe aspettato con la macchina accanto la fermata del bus.
Era in ritardo, tanto tanto in ritardo.

Entrò in salotto.
Suo padre Keiji era seduto sul divano: stava leggendo un libro, un classico di Jane Austen.
Suo padre Kōtarō, invece, sfogliava alcuni documenti importanti — Shōyō aveva sentito dirgli che domani aveva una riunione importante sulla tanto e temuta tematica dell'aborto.
Shōyō salutò entrambi i genitori con un bacio sulla guancia.

Era stato Kōtarō questa volta ad attaccare con il consueto rito di raccomandazioni. <<Stai attento>>

<<Sì, papà>>

<<Non entrare in macchine di persone che non conosci. Chiama me se tu e Lev avete bisogno di un passaggio per andare da Tadashi>>

<<Sì, papà>>

<<Shōyō ti ricordo che pratichi il taekwondo, quindi appena qualcuno ti si avvicina->>

Shōyō ridacchiò. <<Sì, papà. Lo so. Un calcio rotante in faccia>>

Keiji ruotò gli occhi al cielo, un angolo delle labbra leggermente alzato e una smorfia fintamente contrariata in viso. Portò lo sguardo dalle pagine del libro al volto di suo marito. <<Tarō per favore, non incoraggiarlo in queste cose. Non vorrei che dovessimo andarlo a riprendere in una stazione di polizia per rissa>>

Kōtarō ammiccò al marito per poi riportare lo sguardo su Shōyō; gli sorrise a trentadue denti e gli lanciò contro una carta di credito. Era quella nera, quella che aveva sempre soldi illimitati sopra. <<Mi fido di te. Stai attento>>

ʀᴇᴘʟᴀʏ || ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ, ᴀᴛsᴜʜɪɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora