44. ᴘɪᴄᴄᴏʟɪ ᴘᴏʟɪᴛɪᴄɪ

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❝Atsumu era seduto sulla tavoletta del cesso

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❝Atsumu era seduto sulla tavoletta del cesso.
Le mani alzate in segno di resa. Era terrorizzato.
Shōyō era in piedi davanti a lui, lo spazzolone del cesso tenuto a mo' di arma di distruzione di massa. E Shōyō avrebbe iniziato a distruggere: il primo della sua fottuta lista era Atsumu. Quel coglione del cazzo.

<<Che ho fatto adesso?>> In qualche assurdo modo era sempre colpa sua, porco cane.

Quello spazzolone del cesso Shōyō glielo avrebbe fatto mangiare pezzettino dopo pezzettino, uno alla volta. <<Tu sei il mio migliore amico. Affondo io e affondi tu. Io mi sono sposato con te per pararti il culo con tuo nonno e tuo padre, e tu che cazzo fai? Fai una scommessa con mio marito e quel coglione del mio migliore amico. Ma sei deficiente o cosa?>>

Atsumu inarcò un sopracciglio. <<E tu che cazzo ne sai della scommessa? Che cazzo sei? Un veggente?>>

<<No, sono solo un marito impiccione. Ho letto il messaggio di Tadashi>>

Atsumu alzò entrambe le sopracciglia. Quello stronzetto furbetto.
Aprì bocca per parlare e dire che non era stata colpa sua ma era stata colpa delle coincidenze, delle causalità. Lui non c'entrava assolutamente nulla con tutta quella storia e non stava dalla parte di Tobio, anzi, porca troia!, stava da quella di Shōyō. Insomma, gli aveva addirittura spifferato che Tobio aveva ingaggiato un attore per fingersi suo avvocato e non annullare il matrimonio!
Ma fu Haruiki ad interrompere lo sterminio di massa. Entrò nel bagno della camera del suo papà mentre si strofinava un occhietto con una mano chiusa a pugno — lui e Dalai quella notte avevano dormito nel lettone con Atsumu perché non riuscivano a dormire da soli; i piedini scalzi e la canottiera al di fuori dei pantaloni rossi a quadretti neri.

Il bambino sbatté le palpebre un paio di volte; inarcò un sopracciglio. <<DADIIII PAPI STA PICCHIANDO DI NUOVO PAPÀ>>

Shōyō inarcò un sopracciglio, spostò lo sguardo dal figlio all'amico che a sua volta aveva sposato lo sguardo sull'omega inarcando un sopracciglio confuso. A questo si erano ridotti? A lui che veniva identificato come quello che veniva picchiato da Shōyō? A quanto pareva sì, il che ad Atsumu sarebbe andato pure bene se si fossero trovati nel contesto di una camera da letto e del bondage.
Dalai corse in bagno, i piedini scalzi e il cellulare in mano con il flash già attivato. Aveva i capelli scompigliati e uno spazzolino in bocca.

Spostò leggermente lo sguardo verso destra inarcando un sopracciglio. Tutto qui? <<Allora? Già finito?>>

<<MA COME GIÀ FINITO? MA TU DA CHE PARTE STAI? NON HAI IL NUMERO DELLA POLIZIA QUANDO DEVI CHIAMARLA?>>

Dalai scrollò una spalla. <<Di certo non dalla tua>>

Haruiki annuì con un cenno della testa. <<Anche io come Dadi>>

Shōyō ridacchiò scuotendo la testa, posò lo spazzolone dove lo aveva trovato per poi avvicinarsi ai figli. Prese Haruiki in braccio e Dalai per una manina, ovviamente non prima di avergli tolto il cellulare di mano e aver strofinato il naso con il suo. <<Papà ha preso la pizza per pranzo. Andiamo a fare la pappa adesso che sono belle calde?>>

ʀᴇᴘʟᴀʏ || ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ, ᴀᴛsᴜʜɪɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora