XL° - Girone del Mondo Esterno

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Una folata di vento attraversò il villaggio. I capelli delle tre mutanti si mossero come fiamme, sollecitati dal soffio. Immobili come statue, Petra e Raven aspettarono sorta di reazione da parte di Wanda. Quest'ultima sembrava quasi non respirare da quanto era inamovibile, e si era creata una fortissima sensazione di disagio.
Raven;; « ..Wanda » Pronunciò, incerta, un po' per rispondere alla chiamata di quest'ultima, ma perlopiù spiegare chi aveva davanti. Tuttavia, ella non dovette spiegarle nulla, e anche volendo non ci riuscì, perché la sua bocca venne cucita con un improvviso ago che bucò la sua pelle, facendoci passare uno spesso filo che strinse le sue labbra come una morsa. Raven sgranò gli occhi e mugugnò, potendo muovere solo la mascella. Petra ebbe solamente il tempo di capire che cosa stesse succedendo, che la mano di Wanda si abbatté sul suo viso. Le diede uno schiaffo, e Petra sentì la sua guancia bruciare fin da subito. Cadde a terra sbilanciandosi, ma fu un atterraggio ruvido. La terra sotto di lei era ruvida, polverosa, e irregolare. Petra strisciò appena, notando che in lontananza ci fosse un sole ambrato, che tracciava un'imponente ombra arancione su una landa desolata. Non c'era Raven, non c'era Kimberly, nessun villaggio: niente e nessuno, se non per Wanda, che con imponenza la osservava dall'alto. Petra si portò la mano sulla guancia, posando lo sguardo su di lei con un'espressione attonita e un po' impaurita. Lentamente si rialzò, tendendo le mani avanti come a calmarla, ma Wanda la guardava come una sconosciuta. Una sconosciuta da allontanare.
Petra;; « Wanda.. S-Sono io.. » Provò a dire qualcosa, ma il fiato quasi le manco. Wanda, invece, era come se stesse aspettando quel momento da anni, anni ristretti in cinque minuti di vita.
Wanda;; « E' questo il mio problema. » Rispose seccamente, quasi a zittirla. Rimase immobile, ma Petra subì comunque l'effetto di un pugno nell'addome. Uno di quei colpi capaci di togliere il fiato. La mutante si accovacciò. dolorante. Le sue labbra si piegarono nell'emettere degli acuti lamenti.
Petra;; « T-Ti prego.. Ascoltami... Non so.. Non so perché sono così! Non so perché ho questo aspetto... » Intervallò quella frase con boccate d'aria che le erano necessarie. I capelli bianchi vennero afferrati da Wanda, che li strattonò fin da subito, costringendola a rialzarsi. Petra i denti e gli occhi, questo perché non voleva vedere i suoi stessi occhi guardarla in quel modo così furente.
Wanda;; « Il tuo aspetto.. Il tuo aspetto! Pensi che il problema.. Sia il tuo aspetto?! Mi hai umiliata abbastanza, non tollererò un tuo insulto di più. » La strega ringhiò dalla collera, e Petra poté quasi percepire il sangue della gemella ribollire nelle vene. I capelli di Petra vennero mollati, quasi scacciati. Ed un altro schiaffo le gonfiò le guance. Le gambe di Petra incominciarono a tremare. Dagli occhi di Wanda iniziarono a sgorgare delle lacrime di sangue e fiotti magici di rossi si incresparono sulla terra circostante, ramificandosi come una grande ragnatela. Al contatto col suolo, questo venne spaccato in zolle come se si trattasse di lava. C'erano delle zone così ramificate che esplosero in zampilli di lava. Le due gemelle si trovarono ad affrontarsi in una supernova. Era come se da un momento all'altro, tutto sarebbe stato annullato da una violenta esplosione, incluse loro due. Petra osservò Wanda con palpabile sconvolgimento, mentre ella non sembrava retrocedere di un passo, ma lentamente anche il suo sguardo stava venendo consumato dai suoi sentimenti. « Voglio che tu lo dica. » Esclamò Wanda, autoritaria. « Voglio sentirlo con le tue parole. Confessalo. » Petra respirava irregolarmente, sentendosi in trappola, costretta ad affrontare il suo più sbaglio più grande. « Che cosa hai fatto. »
Petra;; « I-Io.. » Mormorò come una bambina alle strette, sentendosi un nodo alla gola.
Wanda;; « CHE COSA HAI FATTO?!! » Urlò di rabbia, e Petra sobbalzò. Non l'aveva mai vista così, non credeva che potesse esserci un momento in cui Wanda aveva provato così tanta collera. Con la violenza di un urlo, Petra lasciò andare tutto.
Petra;; « TI HO ABBANDONATA!!! Io ti ho... Abbandonata... Per ricominciare un'altra vita. Ho realizzato... Che per quanto non ci è mai piaciuto ammetterlo, noi due.. Noi due siamo diversi! La verità è che non sei mai stata al sicuro con me, se ti avessi mentito... Se fossi morto... Non saresti stata costretta a sopravvivere! Perseguire un'esistenza miserabile! Non ti ho protetta, non ti ho salvata da nostro padre, non gli ho impedito di renderti un'arma.. Ho fallito, ho fallito con te, Wanda! Avrei voluto dirti tutto questo quando ne ho avuto l'occasione, ma invece ho dimenticato di tutto e tutti, anche di te.. » Petra si lasciò andare, riferendosi a sé stessa usando il maschile, ma cercando di coprire anche la sua colpa di aver sempre preso le scelte sbagliate. Ogni passo compiuto nella sua vita avrebbe potuto essere diverso, e in quel momento non poté che rendere conto alla sua esistenza, tutta basata su una bugia detta e mostrata, che ha spezzato il più grande legame che aveva. Wanda non riuscì neanche ad ascoltare, volgendo il capo dall'altra parte. Zampilli di lava continuarono a distruggere le zolle attorno a loro.
Wanda;; « Abbiamo superato di tutto, e lo abbiamo fatto assieme, forti del fatto che eravamo rimasti l'uno per l'altra. La nostra vita è stata costellata di sofferenze di ogni tipo, e avrei sostenuto altri vent'anni di miseria e dolore, se questo significava averti nella mia vita. Che io fossi una bambina soldato, o un ordigno vivente fuori controllo, non mi è mai importato. Venivo guardata con paura, e non ho mai conosciuto l'amicizia. Non ho mai provato l'amore. Ma ho accettato questa vita perché mio fratello era al mio fianco, e per me era lui il mondo. Ed anche quando lo vedevo cambiare davanti ai miei occhi, non ho mai smesso di credere in lui, perché sapevo ti saresti sacrificato per me. Avrei accettato qualsiasi cosa questa vita ingiusta e angosciante mi avrebbe messo davanti, anche la tua morte. Perché saresti sempre stato vivo, in una vita che non avrei sprecato, ma l'abbandono della persona che più amavo al mondo, io non lo potrò mai accettare!  » Il cuore di Petra venne ridotto in pezzi dall'improvviso cambio di tono di Wanda, il quale si calmò, oppure il fatto che verso la fine provò a stento a trattenere la propria voce dal rompersi. Non c'era spiegazione che potesse giustificare la divisione tra due gemelli, e la conseguenza di quell'attentato alla natura, venne presto manifestata. Un rumore sibilante, sempre più incessante, e piccole righe che si infransero nel cielo: una miriade di frecce vennero scagliate verso di Petra, senza che Wanda avesse mosso un muscolo. Era come se quel posto fosse la personificazione del suo cuore sanguinante, che rigettava totalmente la figura di Petra. Ella era una sconosciuta, non perché si trattava di un corpo estraneo, ma perché Pietro era davvero morto tra le braccia di Wanda, e quello a cui quest'ultima si trovò davanti per lei era solo un dolore lancinante da annullare. Si conficcarono a centinaia sul terreno, venendo carbonizzate al contatto con la lava. Petra si mosse agile, ma non riuscì ad utilizzare i suoi poteri: si sentiva umana e inerme nei confronti della sorella. Inevitabilmente ella venne colpita sulle braccia e sulla schiena, ma non cadde. Rivoli di sangue scesero per il suo corpo, e Petra tremò per il dolore. Con fatica riuscì a staccarsene un paio dalle braccia. Wanda, con l'imposizione della mano, mosse il corpo di Petra usando la telecinesi, attraendolo per afferrarlo dalla zona del collo. « Curati. » Ordinò la gemella, e in quel frangente Petra non poté non guardarla negli occhi.
Petra;; « Io non combatterò.. Non contro di te. » Replicò a fiato corto, sentendo le dita della strega spingere attorno alla gola. Una piccola lacrima di affaticamento scese sul proprio volto. « Non contro mia sorella.. »
Wanda;; « Non c'è alcun modo in cui tu possa causarmi un dolore più grande di quello che sto provando. » Petra poté vedere il suo viso tremare di rabbia. « E il fatto che nessun incantesimo possa fartelo subire... Rende il mio tormento ancora più insopportabile. » La mano libera si levò verso di lei, e le sue dita si allungarono, maggiormente il pollice, l'indice e il medio, come fossero delle zampe di ragno. « Per quello che sto per fare, non voglio vedere me stessa in te. » Quelle dita si a avvicinarono all'occhio destro di Petra, e capendo cosa stava per fare, la velocista scalciò via la gemella, riuscendo a divincolarsi da quella presa ed atterrando distante da lei con un salto all'indietro. Assieme a lei, così fecero una cinquantina di copie, tutte a circondare Wanda.
Petra;; « Anche se dovessi uccidermi, non riuscirai a cancellare il fatto che io sono te e tu sei me. Non annullerà il passato, nemmeno quando eravamo piccoli e felici. Io ho scritto pagine della tua storia, così come tu hai fatto con la mia. Non ho scuse per quello che ti ho fatto, ma in quel momento mi vedevo davvero come una minaccia. Mi ero allontanato da tutto ciò che ero, anche dal fratello che conoscevi. Combattere nostro padre, e mettere fine a ciò che lui aveva creato, pensavo potesse davvero mettere fine a quel ciclo d'odio che mi attanagliava da anni e anni. Avresti meritato di meglio: amici, un amore, anche se questo significava separarci. Ma ti ho ferita, ti ho ferita perché non sapevo esprimere cosa stavo provando. Se te ne avessi parlato, saremmo arrivati ad una soluzione insieme. » Qualche lacrima scese sulle sue guance, ma Petra non si abbandonò in inutili singhiozzi, semplicemente le lasciò andare. La sua determinazione nei confronti di Wanda era troppo forte. Ella non batté ciglio, ma ogni tanto veniva illuminata da dietro, a seguito delle esplosioni di lava sempre più frequenti. Presto divenne una piattaforma circolare, dove entrambe, assieme alle copie, si squadrarono. « Ma nel mio cammino ho incontrato una persona che, al contrario tuo, non mi aveva mai amato. Che non aveva mai conosciuto la mia persona, se non l'arma che la Confraternita aveva creato, eppure.. Sono riuscita a renderla mia amica, a stringere la sua mano in segno di tregua. Ho ripulito il mio nome nei confronti degli X-Men ed ora.. Non mi vedono più come una minaccia, si fidano di me. » Petra fece qualche passo verso di Wanda. « Ci sono così tante cose che vorrei raccontarti, Wanda! Cose che potrebbero lenire il tuo dolore. E soprattutto il perché sono qui, il non voler combattere contro di te ma il combattere per te. » In quel momento, le copie di Petra balzarono consecutivamente verso di Wanda. Non vollero attaccarla, quanto più raggiungerla per uno scopo. Ella non aveva proferito parola durante il discorso di Petra, ma sembrava ancora immersa in un grande dolore per crederci. Si rese intoccabile: la sua magia fluiva dalle sue mani che, danzando, nullificarono quelle copie. Una dopo l'altra vennero travolte da quell'energia rossa, scomparendo mentre venivano sbalzate via. Nessuna di loro riuscì a sfiorare la mutante, e fino all'ultima Wanda rimase confinata nella sua bolla invisibile. Le bastò solo un secondo di esitazione, dopo aver annullato l'ultima copia, affinché la vera Petra la raggiungesse. Usò il suo potere per avvilupparsi con braccia e gambe attorno a Wanda. Voleva stringersi a lei con tutta la forza che aveva. Petra chiuse gli occhi, volendo sentire la calorosità di Wanda ancora una volta. La strega si impietrì: sgranò gli occhi e le sue braccia tremarono. Le sue mani erano pronte per usare la sua magia sulla sorella, ma non ci riuscì. Al contrario, afferrò una ad una le frecce che erano conficcate nella sua schiena. Gliele staccò tutte, seccamente, e si abbandonò ad abbracciarla a sua volta. Petra sentì la sua schiena tremare.
Wanda;; « Io ti odio.. Io ti odio così tanto! » Parlò a bassa voce, tentando in maniera fallimentare di non farle capire che era stata tradita dai suoi stessi sentimenti. « Vorrei avere la forza di ucciderti.. Eliminarti dalla mia vita, affinché io la smetta di soffrire così tanto. » Petra venne stretta nell'abbraccio più forte che avesse mai ricevuto, quasi come se quello fosse un presunto tentativo di farla fuori. « Ma non posso.. Non riesco a fare una cosa del genere.. Maledizione! Perché mi sento così debole?! » Lacrime amare bagnarono i capelli di Petra, sentendo che la gemella si fosse abbandonata al dolore che stava provando. La velocista accarezzò la sua schiena, lasciando che Wanda si mostrasse per ciò che era: una mutante dall'animo gentile, ma ferito profondamente. 
Petra;; « Noi tutti lo siamo, almeno un po'. » Disse usando un tono dolce e confortante, lasciando che la gemella si lasciasse andare. « Ti chiedo scusa, sorellina mia. Non ti meritavi niente di tutto questo.. E forse, io non ho mai meritato te. » L'ambiente attorno a loro cadde come un sipario, più leggero di un velo, dissolvendo così quella cupola ambrata che bloccava quel cielo limpido di gennaio. Cielo sul quale sfrecciava il BLACKBOLT, sorvolando i primi confini del continente europeo. Un viaggio tranquillo, forse troppo calmo, che veniva comandato da una Petra con la mente troppo rilassata. Ci aveva preso l'abitudine: doveva semplicemente seguire una traiettoria preimpostata e al resto ci avrebbe pensato James. Non c'era confusione, alcuni dormivano mentre altri parlavano a bassa voce, fu per questo che l'allarme di un corpo estraneo in avvicinamento risvegliò tutti dallo stato di trance. Petra venne quasi travolta via da un allarmato James, che prese il comando principale. La traiettoria del jet subì una brusca deviazione. Il segnale d'allarme impazzì.
James;;  « Siamo stati intercettati! » Quel corpo estraneo era un missile localizzatore, che deviò la traiettoria per inseguire il jet.  Petra provò a mantenere la calma, attivando la visione a 360° su uno dei tanti monitor: notò la propria mano andare in "glitching", segno che qualcosa con la vera Petra non stava andando per il verso giusto, ma venne nuovamente a contatto con una sua paura intrinseca: infatti, un caccia militare governativo li stava inseguendo. Ella mandò il segnale a tutti i monitor dei passeggeri.
Petra;;  « Dobbiamo abbatterlo, qualcuno deve toglierci dalla traiettoria del missile. » Esclamò.
Remy;;  « Non possiamo andare più veloci di così?! » Cercò di raggiungere il tavolo di comando, ma James gli fece da scudo.
James;;  « Sta' fermo! Ci serve l'energia per mantenere l'invisibilità quando saremo in via d'atterraggio. » Ruggì.
Roberto;;  « Ah, davvero?! Possiamo diventare invisibili?! E ce lo dici solamente adesso?!? » Si intromise con un'inaspettata voglia di discutere. 
Emma;;  « Qualcuno può farsi venire in mente qualche idea?! » Chiese per esasperazione.
Kurt;;  « Posso farlo io! Posso cercare di entrare nella cabina di pilotaggio.. » Replicò, slacciandosi la cintura.
Roberto;;  « Stai seduto e lascia fare a me. Alla fine sono sempre io che risolvo i problemi. » 
Petra;;  « NO!! » Esclamò.  « Rimettete il vostro culo a sedere! Nessuno di voi uscirà da qui a meno che non lo dica io! » Era sotto pressione, come molto spesso accadeva, e usò il diaframma per darsi un tono autoritario.  « Amelia, rileva se ci sono persone all'interno. Warren, tu sei l'unico che può tergiversare il suo obbiettivo in volo. » Impartì ordini con severità, la quale non venne contestata da nessuno a bordo.
James;;  « C'è una piattaforma di emergenza all'entrata! E' l'unico modo in cui puoi calarti in sicurezza. » Esclamò. La traiettoria del BLACKBIRD era in costante cambiamento, e per un attimo lo sguardo di Warren non sembrava convinto, almeno non fino a quando Elizabeth non entrò nei suoi pensieri. 
Elizabeth;; « Lo scudo attorno a te è sempre attivo. » I due non si guardarono, perché in quel momento non ne ebbero bisogno. « Ora vai.. » Bastò una curva molto stretta, affinché tutti si dovessero aggrappare alle maniglia di sicurezza. Warren si gettò per raggiungere la piattaforma, e bastarono pochi balzi affinché si ritrovasse, dopo un riconoscimento da parte di D.R.E.A.M., a discendere nell'abisso di quell'altitudine. Ogni volta che spiegava le ali, soprattutto da quell'incidente, sentiva dolore. I muscoli che si laceravano, la pelle che si spaccava in quelle cicatrici che lo avrebbero accompagnato per tutta la vita, ma per la seconda volta nella sua vita non fu così. Quelle imponenti ali metalliche si spiegarono senza che lui sentisse niente, e immediatamente planò elegantemente e impetuoso come un aquila a tergiversare la traiettoria del missile, che individuò in Warren un altro ostacolo. Il caccia militare ne sganciò un altro, costringendo l'arcangelo ad una fuga ancora più frenetica, con le sue ali che fendevano le nuvole come spade.
Amelia;; « ...Non sussiste nessun personale senziente all'interno di quel caccia militare. » Affermò, riaprendo finalmente gli occhi. Petra toccò l'auricolare dietro l'orecchio sinistro.
Petra;; « Sbarazzati dei missili e rientra, Warren. » Tentò di nascondere la preoccupazione che attanagliava il fatto che avessero potuto trovarli con così tanto anticipo. La sorpresa di chiunque fu proprio il nome che la leader pronunciò in seguito. « Alex.. Fai ciò che devi fare. » Sembrò che il giovane Summers fosse stato risvegliato da una sorta di coma, o che si fosse visto la sua gabbia spalancarsi improvvisamente. Nonostante la preoccupazione di Clarice, egli si alzò in piedi, pronto a scattare. Per quanto i due missili avessero un intelligenza artificiale impeccabile, non riuscirono a stare dietro alle acrobazie imprevedibili di Warren, causando ad entrambi di entrare in collisione ed esplodere. Si creò una nube di fumo che cancellò il BLACKBIRD dalla vista del caccia. Con un sorriso sprezzante, Alex Summers si calò giù per la piattaforma, e un concentrato di energia al plasma si plasmò sul suo petto. Con un tempismo impressionante, non appena vide qualcosa muoversi tra quelle nubi, egli sparò un raggio al plasma che disintegrò il caccia militare, lasciando che ne rimanessero pochi detriti. La propulsione del raggio lo scaraventarono all'indietro ma non lo fecero tornare a bordo del BLACKBIRD. Nonostante questo, Alex non dovette preoccuparsi di nulla: il suo braccio venne afferrato da Warren, e in volo riportato a bordo del jet. Esclamazioni di gioia e vittoria si levarono per i giovani mutanti a bordo, tranne che per Petra, che rimase a braccia conserte, pensierosa sul da farsi. « Elizabeth, fino a quando non arriveremo, estendi uno scudo protettivo al BLACKBIRD. » Parlò decisa, ma usò un tono basso, quasi come se non volesse farsi sentire da nessun altro a bordo. Ella aveva fiducia nell'assistenza della telepate: sapeva che avrebbe potuto contare sul suo occhio vigile, qualora il proprio fosse stato troppo esausto per continuare. Sapeva che avrebbe gestito un viaggio così problematico con la mente più fredda possibile. Non mancava molto all'arrivo, e il misto di tensione e adrenalina che aveva coinvolto tutti i giovani mutanti, a poco a poco stava scemando. Tutti erano tornati ai propri posti, e Kurt poggiava teneva tra le mani una foto.
Jubilee;; « ...Te la sei portata dietro. » Commentò, prima di sospirare in rassegnazione.
Kurt;; « Uh? » Nascose quella foto tra le mani. « Io me la porto sempre dietro. » Si trattava di un collage fatto con una foto di classe di qualche anno prima. Kurt aveva ritagliato la sua stessa sagoma e l'aveva incollata accanto ad Ororo.
Jubilee;; « Ti prego.. E' imbarazzante. » Continuò, con aria quasi schifata.
Kurt;; « Tu non capisci. » Si ripiegò sul proprio sedile, con un sorriso amaro. « Non sarei qui se non fosse per Ororo. Lei mi ha salvato la vita, tra tutti ha salvato la mia. » Continuò con un tono sognante, guardando il tetto del BLACKBIRD.
Jubilee;; « Odio essere una guastafeste, ma lo sarò. Dovresti smettere di raccontare la stessa storia da anni, lei ti ha salvato perché stavi per morire. Se ci fosse stato qualcun altro, avrebbe fatto lo stesso. » Commentò, sentendosi parecchio insensibile nel farlo, ma senza alcun rimorso.
Kurt;; « Con me è diverso. Avrei potuto smaterializzarmi via da quella situazione, ma non l'ho fatto. Avevo troppa paura. » Nei suoi occhi gialli si poteva evincere la passione con cui ricordava un momento in cui la sua vita fu importante per qualcuno.
Jubilee;; « Secondo me hai solo i sensi di colpa nei confronti di una che si è trovata a cambiarti il pannolino. » La mutante sbuffò, parecchio annoiata da quella conversazione.
Kurt;; « In effetti non siamo molto lontani d'età rispetto a quando i professori hanno incominciato a badare a noi. » Kurt si voltò improvvisamente verso di lei. « Tu ci hai mai pensato?! » Jubilee sgranò gli occhi, guardandolo esterrefatta, 
Jubilee;; « Ti do un pugno in bocca. » Kurt arrossì per l'imbarazzo, mentre Jubilee si voltò per indossare le cuffie. Sotto indicazione di James, Petra incominciò ad abbassare la quota del BLACKBIRD. Affacciarsi al finestrino era piuttosto inutile: non c'era uno spettacolo di luci come poteva essere nelle grandi metropoli, e anche la bellezza della capitale dell'Ucraina era ormai oltrepassata: sotto di loro una vasta pineta coperta da un manto di neve. Hank aveva tracciato per loro un punto strategico dove atterrare. Un punto dove gli "Stalker" accompagnavano illegalmente chiunque volesse introdursi nella zona di contenimento, ovviamente con un compenso economico non indifferente. C'era un silenzio tombale, mentre tutta la squadra scendeva piano verso un'area sufficientemente ampia della pineta, da consentire all'atterraggio.
James;; « Siamo nella Foresta Rossa. » Fiocchi di neve incominciarono a rivestire il jet.
Petra;; « Attivare regolazione termica di tutte le tute. » La voce di Sharon confermò la richiesta al suo orecchio. Tutti si alzarono dai propri posti, sgranchendosi e preparandosi mentalmente alla nottata che gli avrebbe aspettati.
Remy;; « Di quanti km si tratta? » Domandò, avendo il coraggio di illuminare una richiesta che nessuno osò fare, ma che tutti volevano.
Petra;; « 25Km. » Replicò composta, come se si trattasse di una passeggiata. « Spero che vi siate riposati a dovere. » Finalmente atterrarono, e James si preoccupò di segnare le coordinate rispettive al loro atterraggio, oltre che rendere invisibile tutto il jet. Le pattuglie non avrebbero mai potuto indagare una foresta così fitta, ma non si sarebbero fatti problemi ad un'escursione folle, come quella che stavano per intraprendere loro, per indagare. Quelle che le aspettavano erano 8 ore di camminata. Scesero a turno, con Petra ovviamente davanti a tutti. Nessuno proferiva parola, e vennero tutti accolti da un vento che soffiava in direzione opposta. Le temperature avevano raggiunto i -17°C, ed erano solamente le otto di sera. La regolazione termica delle tute faceva molto, ma non abbastanza. Quella sarebbe stata un'impresa per chiunque. Le suole di tutti si infransero nella neve, lasciando impronte di qualche centimetro di profondità. Petra aveva passato gran parte del viaggio a memorizzare, sulla propria divisa, le coordinate per attraversare il confine di Pryp"jat' e tutti si misero al suo seguito. Il fiato gelido creava spesse nuvolette, e ogni tanto il vento scompigliava i capelli di chiunque. Dopo 20 minuti di camminata, ed aver raggiunto il primo km, fu ben chiaro a chiunque in che situazione si stavano avventurando. Le pause erano poche, poiché avrebbero dovuto trovare un rifugio prima dell'alba, senza farsi catturare dalle rande militari. Kurt stringeva i pugni e i denti, incominciando a contare ogni passo. Ogni passo che lo avrebbe avvicinato all'obbiettivo. Passò un'ora, e Jubilee fu costretta a mettersi le cuffie per riprendere ad ascoltare un po' di musica, e di contrasto non pensare alla fatica e al freddo. Alla seconda ora di camminata, Roberto incominciò a soffrire di frequenti capogiri: in quella situazione, i suoi poteri mutanti erano come soppressi, non essendoci accesso a nessuna forma di calore. Dalla terza ora, Emma incominciò a soffrire di frequenti allucinazioni: spesso andava nel panico, vedendo persone in lontananza, costringendola a delle crisi che dovettero essere sedate da tutto il gruppo. Dalla quarta ora, Amelia fu costretta ad usare i suoi poteri per rendere la sensibilità di sé stessa e quella dei propri compagni pari a zero, non riuscendo più a sopportare quella sensazione di bruciore ogni volta che fiocchi di neve, o il vento, colpivano il suo viso, ma non ci riuscì nella totalità delle volte. A 12km percorsi, improvvisamente, Clarice cadde a terra esausta. Il suo corpo, più esile rispetto a quello degli altri, non era riusciva a reggere un passo di più. Alex la prese dal busto, e tutti si avvicinarono allarmati. Petra si chinò, prendendole il viso tra le mani. La sua pelle viola era sbiadita, il suo sguardo era stanco. Le mani di Petra cominciarono a vibrare, producendo un po' di calore per darle conforto.
Petra;; « Clary, tesoro, guardami. Guardami! » Indirizzò il suo sguardo verso il suo. Oltre ad essere stanca, sembrava quasi sconsolata. « Ce la fai a reggere ancora un po'? » La mutante, con riluttanza, scosse il capo.
Kurt;; « Posso riportarti indietro.. Starai al BLACKBIRD e ti verrò a prendere domani mattina. » Si piegò anche lui.
Amelia;; « Ha le gambe atrofizzate, se fa ancora cinquecento metri.. Dovranno amputargliele. » Asserì, con la consapevolezza di poter leggere l'attività neurosensoriale di Clarice.
James;; « Petra, l'opzione di Kurt è l'unico modo che abbiamo. Lei non può proseguire con noi. » Ma Petra poté vedere negli occhi di Clarice che non si trattava di ciò che volesse.
Petra;; « Puoi ancora farlo, puoi scegliere ciò che ti senti di fare. Posso portarti con me in spalla, oppure puoi aspettare Kurt domani. » Parlò con un tono deciso, sperando di infonderle sicurezza. Clarice allungò le braccia attorno al collo di Petra, e lo avvolse leggermente. Petra si fece aiutare da Alex nel riposizionare la mutante sopra la sua schiena. Fece scendere le sue braccia davanti al petto, e tenne le mani sotto le sue gambe.
Petra;; « D.R.E.A.M... Richiedo l'annullamento della regolazione termica per la mia tuta. Raddoppiare le impostazioni per la tuta di Clarice Ferguson. » Parlò decisa. La voce di Sharon le rispose, acconsentendo al suo comando. Quest'ultimo venne accolto con stupore e sconvolgimento da parte di tutti gli altri.
Jubilee;; « Sei stupida?!!? » Esclamò. « Tanto vale che ti spogli direttamente, ti rendi conto che siamo solo a metà percorso?! Come cazzo credi di riuscirci ad arrivare viva?! » Se non ci fosse stata Clarice sulle sue spalle, l'avrebbe volentieri spintonata. Petra ignorò e riprese ad incamminarsi, sentendo Clarice abbandonarsi nel sonno sopra di lei.
Petra;; « Si fa come dico io.. E stiamo.. Perdendo tempo. » Fu solo questione di secondi affinché il suo corpo iniziasse a sentire le ripercussioni della sua scelta. 
Remy;; « Poteva benissimo aspettarci! Sarebbe stata più al sicuro! » 
Petra;; « NESSUNO DI NOI E' AL SICURO!! » Gridò, con i fiocchi di neve che si persero tra i suoi capelli. « Io sono il vostro capitano, e come capitano in questa situazione... Si fa come ha deciso Clarice. » Sentiva il gelo penetrare la sua pelle come affilatissimi aghi, ma andò avanti, passo dopo passo. Tutti rimasero impietriti.
Elizabeth;; « Avete sentito cosa ha detto?! Muoviamoci! » Ordinò, anche se non aveva concretizzato pienamente ciò che aveva visto. Il terreno della foresta era spesso irregolare, e questo portava Petra a compiere passi azzardati. Le gambe tremarono, la sua gola era compromessa dal gelo, e poteva sentirne il dolore ad ogni fiato. Tra le ciglia si erano increspate delle briciole di ghiaccio, la sua vista era appannata e il respiro irregolare. Non vide mai nessuno davanti a sé, ma tutti erano dietro a percorrere il suo stesso cammino, provando anche loro un'estenuante fatica. Attraversavano quel vento gelido, che come se li stesse guardando dall'alto, continuava a scagliarsi su di loro fino a quando non sarebbero stramazzati a terra. Petra sentì il gelo corrodere le sue ossa, ma le braccia della stremata Clarice protessero il suo cuore dal subirne le lame affilate. Petra indossò Clarice come se fosse un mantello, un simbolo che non poteva permettere un cedimento, una resa. Era buio da molto, ormai, e l'unica cosa ad alluminare la via era proprio il radar installato nella tuta. Alberi sempre più intricati vennero superati, e quei giovani mutanti divennero ombre nella notte, sempre più silenziose. Petra aveva gli occhi di tutti loro, addosso, soprattutto quelli di Elizabeth, che teneva la spada sguainata, pronta a neutralizzare chiunque si fosse avvicinato a lei, anzi: a tutti loro. Petra li aveva uniti contro di lei, e ora li aveva uniti con lei. Uniti fino a vincere quella foresta infernale, fino a quando lo stagliare ceruleo non coprì il cielo. Davanti ai loro visi, Pryp"jat' si mostrò. Un luogo che sembrava una spaccatura nel tempo, quest'ultimo dettato solamente dalla natura incontaminata che stava prendendo il sopravvento, ma per il resto completamente confinato a seguito della tragedia avvenuta decenni prima. Al solo osservare quegli edifici pericolanti, anche agli animi più imperturbabili come quello di Alex o James, vennero dei brividi.
Amelia;; « L'arrivo delle pattuglie è previsto per le otto di mattina. Abbiamo due ore di tempo. » Pronunciò, rompendo il silenzio calato nelle ultime ore.
Petra;; « Ci serve un capannone, o una vecchia palestra. Stabilimenti a più piani sono troppo pericolanti.. » Nonostante tutto quello che aveva passato, Petra rimase vigile e attenta anche in quel momento. « Ci prenderemo tutta la giornata per riposare, ci sposteremo solamente al calar del sole. » Kurt si sedette a terra, su una roccia vicina.
Kurt;; « Sembra.. Sembra un altro pianeta. »
Petra;; « Ti sbagli. » Commentò, muovendo i primi passi verso quello che per lei era nientemeno che un ritorno al passato. La stessa aria pesante, lo stesso odore di cemento: poche centinaia di km la separarono dagli edifici abbandonati in cui aveva vissuto per la maggior parte della sua vita. « Quello che avete conosciuto... Quello è un altro pianeta. »

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