«Tu non puoi immaginare cosa mi sia appena successo, Jules!», esclamo al telefono, finché guido per rientrare in agenzia.
«No, ma dal tuo tono deduco abbia a che fare con qualche mostruoso insetto... Ti è entrata in macchina una cimice?», mi prende in giro lei.
«Peggio! Sono rimasta intrappolata nell'ascensore del Big Ben!», racconto.
«Non ci credo... E sei sopravvissuta?», domanda sbalordita. «Sono fiera di te, Tessa! Hai fronteggiato una delle tue più grandi paure!», dichiara colpita.
«Non ho fronteggiato un accidente di niente, Jules! Se non era per Sam ora sarei in un'ambulanza sotto ossigeno!».
«Chi è Sam?», indaga la mia amica.
«Un cliente. Abbiamo appena visitato un appartamento ed era con me in ascensore quando si è fermato. È solo merito suo se non ci sono rimasta secca. Una scena piuttosto imbarazzante in realtà... ma sai che in certi frangenti perdo la testa», confesso.
«Oddio, cos'hai combinato?», vuole allora sapere, pregustando già qualche aneddoto comico. «Gli hai perforato un timpano con le tue urla, mentre ti arrampicavi sul suo corpo per uscire dalla botola di emergenza, come fanno nei film?», ipotizza ridendo come una scema.
«Sei la peggiore amica del mondo. Non sai che paura ho avuto! E poi non ho fatto niente di tutto ciò: è stato lui a prendere in mano la situazione. A parte qualche parolaccia, ero pietrificata dal terrore e non riuscivo a respirare e lui... mi ha abbracciata», le confido.
«Cos'ha fatto?», sbotta stupita. «Almeno era figo? O ti sei lasciata spupazzare da un tizio peloso e sudato che ha colto la palla al balzo per palpeggiare la bella agente immobiliare?», s'informa, semiseria.
«Oh, ti assicuro che uno così non ha bisogno di alcun pretesto, Jules. È talmente figo che avrei potuto considerare io stessa l'idea di bloccare l'ascensore, per saltargli addosso», garantisco in tono eloquente. «Sono sicura di averlo già visto in qualche cartellone pubblicitario: secondo me a tempo perso posa per qualche scatto. Biancheria intima, direi».
«Tesoro, non allargarti troppo», osserva divertita. «Quanto figo può mai essere? Se Lauren l'ha lasciato a te è un cesso di sicuro, tanto per cominciare. E poi sappiamo entrambe che la tua idea di "figo" è ben lontana dal gusto comune», afferma.
«Credimi Jules, non c'è margine di opinione. Hai presente gli occhi di Patrick Dempsey? Sai, quel verde acqua da infarto...», cerco di rendere l'idea. «Come se ciò non bastasse, anche il resto è perfetto! Beh, tutto tranne il fatto che è bipolare e la sua personalità si alterna dal cazzone assoluto al ragazzo più adorabile del mondo», riconosco contrariata. «Comunque, figo è figo».
«Patrick Dempsey ha gli occhi azzurri, Tess».
«Non credo... Ad ogni modo, quelli di Sam sono altrettanto pazzeschi. Peccato che quando apre bocca, evento tra l'altro raro e fugace, perde tutto il suo fascino», sbuffo.
«Cosa che, conoscendoti, presumo gli avrai fatto notare», azzarda Jules, che ha imparato da tempo a convivere con lo sciopero del famigerato filtro.
«Beh, era d'obbligo».
Jules ride. Trova esilarante la rapidità della mia lingua nel verbalizzare i pensieri che scoppiettano come pop-corn impazziti nel mio cervello.
«L'appartamento gli è piaciuto? Ti prego, dimmi di no», se ne esce ad un tratto.
«No, gli ha fatto proprio schifo. Ma perché, scusa?», chiedo senza capire.
«Perché così lo dovrai rivedere!», ribatte entusiasta. «Potrebbe essere l'incentivo giusto per porre fine al tuo stupido proposito di astinenza dall'altro sesso. Ormai sono passati quattro mesi, Tessa...», mi ricorda.
STAI LEGGENDO
Come hai detto che ti chiami?
ChickLitCom'è possibile tener fede ai buoni propositi quando un'irresistibile tentazione bussa alla tua porta? Tessa aveva giurato di stare alla larga dagli uomini, ma, complici la sua innata spontaneità e una buona dose di ormoni ribelli, non può proprio e...