Capitolo 31 - Tessa

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«Vedo che tornerete a visitare la proprietà di Candlewood Lane, oggi. Il tuo amico è interessato a quella?», domanda Lauren, atteggiando la solita, apparente, noncuranza.

«Credo di sì», confermo.

«È proprio vero che chi ha i soldi non sa spenderli», commenta con un sorriso arrogante.

«Cosa intendi?», indago, già sul piede di guerra.

«La soluzione che vi ho proposto io era di gran lunga più apprezzabile», chiarisce. «Sembrava che lui volesse chissà quale reggia, invece si è poi accontentato di una banale casupola», sentenzia sprezzante.

«Beh, casupola...», ribatto seccata. «In ogni caso molto dipende anche dal gusto personale», le faccio notare.

«Roger ha un gusto impeccabile», dichiara supponente.

«Roger chi? Quello del Big Ben?», chiedo sbalordita.

«Sì, aveva acquistato l'immobile qualche anno fa, ma ora sta cercando una casa per le vacanze e vuole riavere il capitale per investirlo nel suo nuovo progetto», spiega, sfogliando annoiata un fascicolo.

Dio, fa che si tagli con la carta... Uno di quei subdoli taglietti fastidiosi, che dimentichi di avere finché non sali l'insalata!

«Ma sui documenti c'è scritto che la proprietaria è una certa Audrey Millegan...», obietto, confusa.

«È sua moglie».

«Ah, giusto... protezione patrimoniale», replico sprezzante.

Lauren mi incenerisce con lo sguardo e io rivesto i panni dell'impiegata del mese, seria e compita:

«Comunque sono sicura che troverai tu stessa un acquirente più adatto».

«Devi farne di strada, Tessa, per saper gestire trattative di un tale livello», afferma sospirando. «Ma sei comunque stata brava», concede - dove io le vorrei concedere l'onore di schiantarsi contro uno dei cazzotti che tengo in serbo solo per lei.


Sono nervosa. È da stupidi, lo so: in fondo sono soltanto un'agente immobiliare che mostra una casa alla famiglia di un cliente. Non sto andando a cena da loro, la vigilia di Natale, per le presentazioni ufficiali! Il problema è che mi sento esattamente così... il che mi costerà senza dubbio qualche grandiosa figura di merda, perché è risaputo che l'agitazione tende a giocarmi brutti scherzi.

Li aspetto davanti a "Casa Richard".

Ieri sera Sam è andato da loro, dopo che Claire aveva confessato a Jason che il fratello era in città già da qualche mese. Gli avrebbe rivelato le sue intenzioni, pregandolo di accettare l'offerta e spiegandone le ragioni, in modo da evitare il plausibile disagio di fronte al fatto compiuto e da scongiurare un'offesa al suo amor proprio.

Per Claire sarà invece una sorpresa.

La famigerata auto rossa, che ha popolato i miei incubi più neri, svolta l'angolo e accosta vicino a me. Scendono e, quando Sam mi raggiunge e mi saluta con un casto bacio sulla guancia, sorridono tra di loro; Claire ha l'aria di chi la sa lunga, Jason sembra voler placare un eccesso di entusiasmo della moglie e i ragazzini non sanno se lasciar prevalere l'ilarità per il gesto dello zio o la diffidenza verso la persona cui è stato rivolto.

Sono a mio agio quanto un gatto selvatico nella vasca idromassaggio.

Tendo la mano a Jason, che mi si avvicina per primo:

«Salve, sono Tessa», mi presento.

Claire lo affianca e prende la parola:

«Posso dirti "ciao", vero? Non devo fingere che tu sia un'estranea che non rivedrò mai più», mi tramortisce all'istante.

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