Capitolo 11 - Tessa

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Mi sto ancora domandando dove diavolo sia finita Jules, quando la vedo entrare senza fiato dalla porta. Dalla tenuta sportiva e dal fiatone deduco sia andata a correre, nonostante mi avesse supplicata di prendere mezza giornata di ferie per aiutarla ad allestire le nuove vetrine. Sono quasi le nove e siamo lontane anni luce dall'ora in cui sarà pronta per uscire!

Vorrei chiederle una spiegazione, ma la sua aria stravolta mi fa optare per un'altra domanda:

«Sei stata rincorsa da un maniaco col soprabito?».

«A dire la verità era il tuo amichetto a rincorrermi. Ma che problema ha?», sbotta irritata.

«Quale amichetto? Hai visto Owen?», mi irrigidisco all'istante.

«Ho detto amichetto, non stronzo psicopatico. Mi riferivo a quello che dovrei rimorchiarmi».

«Sam? E come fai a sapere che è lui? Non l'hai mai visto!», obietto sorpresa, intuendo già che non mi piacerà affatto il resto della storia.

«Gli hai affittato la casa dei Miller, no? A meno che non abbia un coinquilino abusivo, doveva essere lui quello che si scapicollava fuori dalla porta come se le mutande gli andassero a fuoco!», mi informa.

«Sei andata a casa sua? Jules!», esclamo, coprendomi il viso con le mani.

«Mi hai detto tu di dargli un'occhiata! Ho solo deciso di fare una corsetta, non sono mica andata a suonargli il campanello!», si giustifica. «Ma a un certo punto è uscito di casa con una faccia talmente incazzata che mi sono spaventata a morte e sono scappata», racconta.

«Perché era incazzato?».

«E io che ne so! L'hai detto tu stessa che ha un carattere di merda», mi ricorda. «Comunque, giusto per tranquillizzarti, sappi che il tuo problema è risolto», mi informa trionfante.

«Che intendi dire?».

«Intendo dire che ho visto una bella biondona entrare in casa sua, con la naturalezza di una che non è nuova di quell'indirizzo», insinua con l'aria di chi la sa lunga. «Ha una donna, Tessa», conclude.

«Non credo Jules... Non ho avuto questa impressione...», rifletto ad alta voce.

«Vai a vedere tu stessa. Se trovi un'auto rossa parcheggiata fuori casa sua ne avrai la prova», mi dice mostrandomi un'immagine sul suo telefono.

«Hai fatto una foto?!», strepito, esterrefatta.

Lei si limita ad un'alzata di spalle.

«E comunque non esiste che vada a curiosare! Non sono mica affari miei!», ribatto, innervosita. «Buon per lui. E buon per me», concludo.

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È venerdì sera, Alex è bloccata in ufficio e Jules è uscita con Mark.

Di prepararmi la cena non se ne parla proprio e poi è venerdì, il giorno della pizza! Anche se le mie amiche mi hanno dato buca, non mi priverò del mio peccato di gola preferito; tanto più che il mio quartiere ospita la pizzeria più strepitosa di Greywood! Andrò lì, sceglierò cosa ordinare e, nell'attesa, mi godrò un fantastico aperitivo scambiando due chiacchiere con Maggie. Poi prenderò la mia cena e me ne tornerò a casa. Sono la regina dei piani perfetti!

Mi faccio una doccia veloce e indosso qualcosa di comodo; prendo le chiavi di casa ed esco.

Sono seduta al bancone del bar e, mentre sorseggio il mio "aperipizza", Maggie, la proprietaria, si avvicina al mio orecchio e sussurra:

«Tra due secondi ti pentirai della tuta da ginnastica che hai scelto di infilarti stasera. È entrato un tizio che mi lavorerei come un impasto a doppia lievitazione, se avessi qualche anno di meno!», dice rivolta alla porta d'entrata, ridacchiando compiaciuta.

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