Capitolo 33 - Tessa

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Immersa nel confortevole calore dell'acqua e rassicurata dal familiare profumo del bagnoschiuma di Sam, chiudo gli occhi e mi fermo a riflettere sul mio effettivo stato d'animo, incapace di comprendere fino in fondo la strana quiete che mi avvolge. Mi sforzo di scandagliare ogni anfratto della mia anima, alla ricerca di un disagio, un turbamento, ma niente, non ce n'è proprio traccia. A quanto pare sono stata davvero sincera prima, con Jules! Non le ho detto di star bene al solo scopo di tranquillizzarla, ma perché è la verità. So che sembra assurdo, considerate le circostanze, ma a conti fatti questa brutta esperienza si è rivelata il propulsore di cui avevo bisogno per sganciarmi dall'involucro di impotenza e sopraffazione che mi soffocava da mesi: mi ha dato la possibilità di riscattarmi, di alzare la testa di fronte a Owen e di ridimensionare il suo ruolo nella mia vita, che si riduce ora ad una trascurabile parentesi.

Senza considerare che ho avuto l'ennesima conferma dei sentimenti di Sam; del fatto che lui per me c'è sempre. Il mio cavaliere dall'armatura scintillante, che fin da quel primo giorno, in ascensore, ha mostrato di sapermi proteggere dalle mie paure: empatico e paziente nel comprenderle, quanto concreto e risoluto nel razionalizzarle o nel porvi rimedio. Ne è prova la faccia di Owen.

Credo di essermi lasciata alle spalle il groviglio di indecisione, esitazione e ansia che mi impedivano di vedere quanto la felicità fosse semplice, e a pochi passi da me.

Sto rinforzando gli argini delle ferite che ho nel cuore, così che possa battere forte e libero, senza temere di rompersi.

Da oggi prendo in mano la mia vita.

Non sarò più quella che la subisce, ma colei che la stabilisce; le cose non mi accadranno e basta, le sceglierò io stessa. Fanculo i titolari stronzi e fanculo gli ex fuori di testa.

Ho ben altro a cui pensare, io!

C'è un ragazzo meraviglioso che ho fatto penare fin troppo e che non voglio assolutamente perdere, quindi non ho più tempo per le stronzate.

Sono proiettata verso il futuro, verso di lui, e darò tutta me stessa, senza remore, né limiti, perché so che il mio cuore troverà nel suo un rifugio sicuro.

La lotta tra ragione e sentimento è finita, perché hanno vinto entrambi.

Ora non mi resta che convincerne lui, che vede nelle mie spaccature soltanto la precarietà delle cose fragili, senza considerare come spesso, nelle spaccature, sboccino invece i fiori.


«Credo di essere avvizzita a sufficienza», affermo, rompendo il silenzio che avvolge la stanza. «Mi passeresti un asciugamano?».

Sam si ridesta da qualsiasi pensiero gli tenesse compagnia e solleva la mano che teneva il ghiaccio premuto sulla mia spalla.

«Certo». Si alza dal bordo della vasca e prende il telo bianco che aveva preparato per me. Lo apre e lo solleva, creando una sorta di rispettoso paravento e aspetta che io emerga dalle acque, come Afrodite nacque dal mare.

«Mi sento un po' la dea dell'amore in questo momento», dichiaro convinta, mentre sollevo le braccia gocciolanti per farmi avvolgere nell'asciugamano, neanche fossi in una SPA.

«Lo sai che la Venere del Botticelli è delicata e aggraziata e non scivola sulla sua conchiglia, vero?», mi stuzzica.

«Stai dicendo che io non sono aggraziata?», mi fingo offesa.

«Ti sto pregando di fare attenzione. Sappiamo entrambi che tendi ad essere un tantino sbadata. Se consideriamo poi che sei ancora mezza narcotizzata...».

«Narcotizzata, adesso! Al massimo rilassata. E in ogni caso, se dovessi sbilanciarmi, mi acchiapperesti tu, no?», gli faccio notare.

«Apprezzo la fiducia, ma abbiamo avuto abbastanza emozioni per oggi», ribatte infagottandomi nella spugna morbida.

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