Capitolo 7 - Tessa

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È andata. Leggo il mio stesso entusiasmo nei suoi occhi.

La casa gli piace a tal punto che decide di affittarla senza un attimo di esitazione.

Certo, mi sarei aspettata quell'attimo di riflessione in più... Alcuni clienti vogliono rivedere lo stesso appartamento anche quattro volte prima di prendere una decisione; invece lui non sembra avere dubbi. Dev'essere stato amore a prima vista.

Mentre rientriamo gli spiego che ci servirà qualche giorno per preparare il contratto d'affitto e riallacciare le utenze, assicurandogli però che lo chiamerò non appena tutto sarà pronto.

Ci salutiamo davanti all'agenzia ed io mi preparo a gongolare davanti a Lauren, che stenterà a credere al mio successo.

Lo scampanellio della porta annuncia il mio ingresso.

Lauren è impegnata al telefono, quindi vado dritta alla mia scrivania e accendo il computer.

Dopo pochi istanti, però, la sua voce imperiosa mi chiama. Dev'essere una cosa che la diverte un sacco trattarmi come uno yo-yo che va avanti e indietro al suo comando, ma qualcosa mi dice che oggi mi divertirò di più io.

Entro nel suo ufficio e mi invita a sedermi davanti a lei.

«Allora Tessa, com'è andata? Gli è piaciuta la casa o hai combinato un altro dei tuoi casini?», esordisce.

Missile in arrivo Wonder Woman! Direzione: le tue chiappe guainate nei collant push up!

«Direi che gli è piaciuta parecchio, visto che ha deciso di affittarla», riferisco compiaciuta.

«Ah...», ribatte spiazzata. «Allora devi cambiare casa più spesso, visto che se si tratta di elogiare i pregi del tuo quartiere riesci ad ottenere risultati simili!», non si trattiene dal provocarmi, stampandosi in faccia un sorriso falso quanto le tette strizzate nel suo reggiseno da duecento dollari.

Cos'era quella, una battuta?

È davvero convinta di essere spiritosa, ma purtroppo quando Dio ha distribuito il senso dell'umorismo lei era in fila da un'altra parte.

«Diciamo che una volta capito quello che cercava, ho ristretto il campo. Forse con te non è stato molto chiaro, visto che il primo appartamento l'ha girato sbadigliando», ribatto soddisfatta.

«Infatti», concorda stizzita. «Ad ogni modo l'importante è che ora il cliente sia soddisfatto. Hai preparato il contratto d'affitto?».

«Certo! Mentre guidavo ho fatto comparire le scartoffie con un incantesimo di Harry Potter e poi la piuma magica ha compilato tutto sotto dettatura. Piuttosto bravina, eh?». Chiaramente non coglie l'ironia, forma espressiva a lei del tutto estranea.

«Quale piuma?», domanda.

«Lauren, sono rientrata adesso!», le ricordo. «Il tempo di mettere giù la borsa e comincio a preparare i documenti», concludo spazientita, marciando poi verso la mia scrivania e sperando che il suo bisogno di avere sempre l'ultima parola non le faccia aggiungere dell'altro; ma non c'è niente da fare, la sua lingua è più veloce dei miei piedi:

«Sì, fallo subito. È urgente, il cliente ha fretta».

Signore, dammi la forza di non cucirle la bocca con la spillatrice!

Prendo i moduli ed inizio a compilare i documenti.

Sam Anderson. Un nome ordinario cucito addosso ad una persona contorta come un pretzel.

Vedo dai documenti che ha ventisette anni, come me. Si dovrebbe essere più spensierati alla nostra età... invece lui si trascina in giro come se avesse sulle spalle il peso del mondo.

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