Capitolo 25 - Tessa

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Ho passato gli ultimi cinque giorni a combattere in silenzio una sensazione di perdita che non trova rassegnazione.

Come arrendersi alla privazione di un ideale, anche se non è mai stato reale? Non riesco ad accettarlo.

Eppure è un dato di fatto: non esiste nessun Sam, nessun ridicolo colpo di fulmine, nessuna straordinaria complicità. Lui non è che la bella copia, perfezionata ad arte, di una persona che aveva già fatto parte della mia vita e che l'aveva resa, al tempo, speciale.

Più o meno come aveva fatto in questi mesi, del resto.

Ancora mi chiedo come ho fatto a non riconoscerlo...

Avrei dovuto dare maggior credito al mio intuito il giorno del nostro primo incontro, quando avevo avuto la netta impressione che quegli occhi avessero già incrociato i miei. Invece avevo scelto di ignorare il mio sesto senso, declassandolo a banale attrazione nei confronti di un ragazzo dannatamente affascinante!

Da bambino era paffuto e quasi pelato, ma era chiaro già allora che sarebbe sbocciato nel migliore dei modi. A quindici anni, infatti, era bello da star male, tanto che non riuscivo nemmeno a sostenere il suo sguardo. Ero insicura, imbarazzata per come il mio corpo reagiva alla sua presenza: arrossivo, il cuore a mille e la salivazione di chi ha dormito tutta la notte con la bocca spalancata.

Lui mi sorrideva dall'alto dei numerosi centimetri acquisiti: le mani nelle tasche dei jeans che, sul suo corpo fin troppo magro, scendevano bassi sui fianchi; i capelli, non più corti, sparati in ogni direzione e gli occhi illuminati da una dolcezza immensa e disarmante.

La mia difesa era la fuga, cos'altro potevo fare? L'emozione che mi scatenava dentro era tanto intensa da costringermi a ignorarlo, pregando non osasse avvicinarsi.

Poi non lo vidi più, e alcune amiche mi dissero che si era trasferito a Boston.

Ci ho riflettuto parecchio e sono giunta ad una conclusione: credo che quando due mesi fa Tessa ha conosciuto Sam i nostri cervelli abbiano elaborato, a livello inconscio, la consapevolezza di chi noi fossimo davvero e abbiano deciso di riprendere il filo di quel legame.

Idea quanto mai assurda, perché nel frattempo siamo cresciuti, cambiati: le nostre esperienze hanno lasciato segni e indurito gli spigoli, plasmando due persone che, di fatto, sono estranee l'una all'altra, come due sconosciuti qualsiasi.

Peccato che la logica sia stata spodestata dai feromoni impazziti, che si sono riconosciuti eccome! E hanno agito alle spalle del buonsenso con stoica determinazione. Sono stati quei maledetti affari a fregarci!

Ecco la mia spiegazione.

Degna della decerebrata che sei, non c'è dubbio.

È così difficile ammettere che siete semplicemente due persone che si sono innamorate?

E poi dicono che la chimica è una scienza! In quanto tale dovrebbe essere affidabile, rigorosa! Invece pare essere piuttosto indulgente, la bastarda; tanto da permettere a delle insulse sensazioni olfattive di stravolgere il raziocinio umano!

Ad ogni modo, si è trattato di un semplice squilibrio chimico e, ora che l'equivoco è chiarito, posso smettere di pensare a Sam come al Messia dell'amore, che ha incrociato il mio cammino per condurmi sulla strada del "e vissero per sempre felici e contenti".

Tornerò con i piedi per terra e la nuvoletta di zucchero filato che mi ha indotto una crisi iperglicemica potrà andare a fottere il cervello di qualcun'altra.

Cosa stai farneticando? Nuvolandia è il tuo habitat naturale, Tessa! Non c'è verso di tirarti giù da lì!

Alex sarebbe fiera di me: ho fatto tutto da sola.

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