Capitolo 13

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Un qualsiasi lunedì mattina, di una qualsiasi settimana di fine giugno. Erano appena le 08: 35 e non riuscii a comprendere cosa ci facessi sveglia a quell'ora, ma decisi comunque di alzarmi, prepararmi e andare a fare colazione. Dopo il brunch di ieri, non ero completamente uscita dalla mia camera per il resto della serata. Dopo la sfuriata con David, non avrei avuto le forze di reggere anche la cena con i nostri genitori.

Mi accinsi ad entrare in cucina quando sentii il campanello suonare; perciò, feci dietrofront e decisi di andare ad aprire la porta. Quello che mi trovai davanti fu un postino con un mazzo di rose in mano. Erano circa dodici rose, avvolte dalla carta velina rosa pastello, con alcuni fiorellini che decoravano il mazzo. Erano bellissime, ma cosa ci faceva un fattorino con un mazzo di rose fuori da casa mia?

<<Salve, lei è la signorina Maria?>> mi chiese il fattorino, vedendo la mia espressione confusa e corrucciata.

 <<Ehm...si, ma credo che lei abbia sbagliato indirizzo. Nessuno ha ordinato delle rose qui>> cercai di mettere in chiaro. 

<<Oh signorina ma questo è un regalo>> mi rispose il fattorino.

<<Oh... un regalo? E chi lo manda?>> chiesi io, sorpresa.

 <<Non so dirlo con certezza, so soltanto che devo consegnarlo alla signorina Maria Gomez.>> disse lui. 

<<Okay, sono io>> decisi di risultare convincente, così il postino mi fece firmare la ricevuta, per poi consegnarmi il mazzo di fiori.

Decisi di avventurami in cucina, sperando che fossero tutti andati via e invece la fortuna non era mai dalla mia parte, perchè i miei pensieri furono interrotti dal tono di Pedro.

 <<Maria, chi era al campan->> stava per chiedermi, quando vedendomi con un mazzo di rose in mano, reagì con una faccia stupita. 

<<Tesoro sono bellissime, per chi sono?>> mi chiese mia madre. 

<<Ehm, sono...per me>> dissi io imbarazzata. La signora Aleandra mi diede un vaso dove poter mettere il mazzo e solo in quel momento mi accorsi della figura di David che guardava le rose con un'espressione accigliata. Era seduto di fronte al mio posto e in quel momento mi accorsi dell'acqua nel mio bicchiere. Lo faceva sempre, anche se non gli avevo mai chiesto il motivo e dopo la sfuriata di ieri, parlargli, era il mio ultimo pensiero.

<<Non vuoi vedere chi te le manda?>> mi chiese mia madre incuriosita, dandomi il biglietto che era in mezzo le rose. Aprii il biglietto sotto gli occhi attenti di David che continuava a fissarmi con aria dura, da stronzo antipatico, apatico. Lessi quello che c'era scritto:

Scusa per ieri. Volevo dirti che eri bellissima con quel vestito anche se l'ho già fatto.

In realtà sei bella sempre ed è da due giorni che mi torturi la mente.

Spero ti sia piaciuta la sorpresa.

JOSHUA

Ps. L'ho scritto a caratteri cubitali apposta, sperando che il mio nome ti piaccia di più. ;)

Sorrisi. Ero sorpresa sinceramente e non mi sarei mai aspettata di ricevere un mazzo di rose, dopo quello che era successo il giorno prima nella mia stanza.

<<Allora... chi è l'ammiratore segreto?>> chiese Pedro, anche lui incuriosito. 

<<Ehm, Joshua...>> dissi io abbassando lo sguardo.

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