Capitolo 27

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                                                                                       DAVID

Finalmente, mi sentivo riposato. Dopo 3 mesi, ero riuscito a dormire per qualche ora e, nonostante questo, suonasse strano alla mia insonnia, decisi di non dargli tanto peso. Ma appena aprii gli occhi, capii subito il motivo di quel sonno così ristoratore e senza incubi. C'era Maria accanto a me che era ancora intenta a dormire. Una visione paradisiaca, credo si trattasse di quello.

Oppure, stavo ancora dormendo. Lei arricciò il naso, forse per un riflesso involontario del sonno e io capii che non era né un'immaginazione, né un sogno. Non ero nella mia stanza e lo appurai quando vidi le sue foto appese in camera. Che cazzo era successo? Voglio dire, non che mi dispiacesse averla a pochi centimetri da me, ma che avevo combinato la sera prima? Ero a petto nudo, mentre le mie braccia la circondavano e la inglobavano per intero. Realizzai che non mi ero mai svegliato così calmo e pacato dopo il sonno.

Era lei. Era lei che mi calmava e la sua sola presenza nella stanza, riusciva a farmi dormire per qualche ora. Esattamente, come le due volte precedenti, quando dormivo con lei, era come se la mia insonnia lasciasse il mio corpo e il mio corpo stesso si rilassasse. Mentre invece in quei mesi a Berlino, dopo la mia prima e ultima notte con lei, ero arrivato a dormire al massimo di sei ore in due mesi. Credo di aver toccato il picco più alto della mia insonnia in quel periodo.

Mi presi un attimo per guardarla. Dopo quella notte e le litigate delle ultime settimane, quella era una delle poche volte che non ci stavamo sbraitando addosso. Probabilmente perché lei dormiva.

Aveva i capelli sciolti, sparsi tra il cuscino e le mie braccia, mentre qualche riccio le ricadeva sul viso. La bocca rosa, perfetta a pochi centimetri dalla mia. Un'espressione rilassata e mi chiesi se quel momento se lo fosse goduto anche lei.

All'improvviso, dei momenti sfocati, si fecero largo nella mia mente.

Lei. Sul palco, con Bella. La canzone. ''Me enamorè de ti''. La frase finale che aveva pronunciato guardandomi dritto negli occhi. Il mio cuore che batteva a un ritmo mai conosciuto perché forse un po' speravo che quelle parole fossero riservate a me, ma non ne capivo il motivo. Invece sì, ma non volevo accettarlo.

L'avevo struccata in bagno. Come facevo con mia madre. Cazzo, le ho parlato di lei. E poi?

Mi ha spogliato, di questo ne sono certo e poi mi sono infilato nel suo letto e abbiamo parlato ma di cosa? Mi ero perso un momento con lei e in quel momento mi sentii una merda.

Guardai oltre la sua testa e vidi la sveglia che segnava le 08:30 del mattino. Era ancora troppo presto per sciogliere quel momento, perciò mi persi a guardarla, mentre scorgevo tutti i particolari del suo viso e piano piano mi addormentai di nuovo.

Aprii gli occhi e l'immagine di lei era svanita, come se non fosse mai stata lì. Ma dov'era finita? Dal bagno non proveniva nessun rumore e le lenzuola profumavano ancora di lei; perciò, dedussi che si era alzata da poco, ma il fatto che mi avesse lasciato lì da solo, mi aveva fatto innervosire. Perché non era rimasta? Era l'ennesima fuga?

Mi alzai veramente incazzato e decisi di scendere in cucina, senza preoccuparmi dei miei jeans della sera prima, o tantomeno, del mio petto nudo. Appena entrai, la vidi lì, seduta a tavola che faceva colazione, insieme a mio padre, nel silenzio più assoluto. Era immersa nei suoi pensieri e sperai che uno di quelli, fosse il fatto che avessimo dormito insieme.

<<Buongiorno David>> interruppe il silenzio mio padre che mi guardò i jeans confuso.

Appena sentii il mio nome lei alzò la testa di scatto verso la mia direzione, ma subito dopo abbassò gli occhi, facendomi capire che si fosse pentita di aver dormito con me. Respirai a fondo, trattenendo le urla che volevano uscire dal mio petto e mi limitai a salutare mio padre con un cenno del capo.

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