Capitolo 24

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Durante le prime ore di lezione, non feci altro che ripensare a David. Diciamo che provare a non pensarlo con il suo profumo addosso, era una cosa impossibile e in tutti quei mesi, mi ero chiesta come fosse avere ancora il suo profumo addosso, ma in quel momento avrei solo voluto strapparmi via la pelle. Piacevole, ecco com'era... Il suo profumo era diverso da tutti i profumi maschili. Lui era diverso da tutti gli esseri maschili, ma quello era fin troppo da ammettere a me stessa. Era un concentrato di borotalco e arancia ed era una fragranza buonissima.

Il professor Smithers smise di parlare e ci congedò, così mi affrettai a uscire dall'aula e notai dagli sguardi di disapprovazione, e su quanto tutti fossero stupiti dal fatto che indossassi una tuta almeno 2 taglie più grande di me e una maglia molto larga che avevo deciso di attorcigliare con un nodo, il primo giorno di università. Mi ero anche vestita decentemente ma avevo un fratellastro che era una tortura, ma che almeno aveva un buon profumo. Sì, avrei dovuto fare una doccia il più in fretta possibile, dato che il suo profumo stava diventando fin troppo piacevole.

Persa per com'ero nei miei pensieri, non mi resi di essere finita addosso a qualcuno ma quando vidi chi era, tirai un sospiro di sollievo, che mi si bloccò sul nascere, dato che vidi i segni di una rissa.

<<Maria, come va il primo giorno?>> mi chiese lui, imbarazzato.

<<Joshua...chi...chi ti ha fatto quello?>> chiesi, mio malgrado, conoscendo già la risposta.

 <<Sta tranquilla, sono caduto>> provò a giustificare il suo occhio sinistro nero e il suo labbro gonfio, con un accenno di sorriso. 

<<È stato David?>> gli chiesi, senza mezzi termini. 

<<Maria, stai tranquilla, sono solo caduto>> ci riprovò lui. 

<<Joshua, non dirmi cazzate.>> gli risposi esasperata. 

<<Maria senti...>> disse, prendendo un sospiro enorme. 

 <<... non sarò io a dirti chi è stato a farmi questo, perché sei una ragazza intelligente e non hai bisogno di una mia conferma, ma una cosa voglio dirtela>> cominciò lui. 

<<Sono dieci anni che lo conosco e non ha mai fatto così per nessuna. Credimi se ti dico, che ci sono stati momenti dove pensavo che non avesse un cuore, perché ci provava con più ragazze contemporaneamente e ne portava a letto contemporaneamente altre.>>.

<<Ti ha picchiato per cosa esattamente?>> chiesi io pallida, ignorando il discorso su quante se ne portasse a letto David, contemporaneamente.

 <<Perché sei venuta in macchina con me. Voleva essere lui a portarti a casa. Ma non è questo il punto>> chiarì lui. 

<<Qual è il punto Joshua? Io non ci sto capendo più niente. >> chiesi esasperata. 

<<Il punto è che, se un ragazzo come David, che di sentimenti ha solo sperimentato l'amicizia e la cattiveria, mette a rischio dieci anni di amicizia solo perché ti ho riaccompagnato a casa, credo che voglia dire qualcosa...>> disse lui tutto d'un fiato, esprimendo i suoi pensieri più limpidamente possibile. 

<<Che intendi Joshua? Parla chiaro.>> lo ammonii io.

 <<David prova qualcosa di molto forte per te e sia lui che tu, siete gli unici a non averlo capito.>> disse lui. 

<<Ma che dici? Se avesse provato qualcosa per me no->> 

<<Non ti avrebbe lasciata per andare a Berlino, lo so. Ma rifletti un attimo... Era lavoro e David è sempre stato una persona indipendente. Il fatto che lui sia partito il giorno dopo, non vuol dire che non sia stato male, come lo sei stata tu.>> disse lui interrompendomi.

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