Capitolo 29

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Il tragitto per andare a prendere Bella fu breve e mentre lei cercava di non pensare alla situazione di Matias, io ebbi un'idea per farli chiarire.

<<Stasera ho una gara>> annunciai, mentre aspettavamo che scattasse il verde. 

<<Ma dai, che bello, almeno ti svaghi>> mi rispose lei, con aria assente.

 <<Verrai con me e non accetto un ''no'' come risposta.>> le ordinai. Lei cominciò ad agitarsi sul sedile.

 <<Non puoi farmi questo. Te l'ha organizzata Matias, ergo, ci sarà anche lui, quindi no, non vengo.>> si impose lei.

 <<Si, me l'ha organizzata Matias ma mi ha anche chiesto di te, ergo, gli interessa di te, quindi si, vieni. >> risposi con tono cantilenante.

 <<Lui non vuole vedermi.>> mi disse col nodo in gola. 

<<Smettila di dire scemenza Bella. Lui vuole vederti, è solo arrabbiato>> le risposi, ingranando la marcia e riprendendo a guidare. 

<<Cosa dovrei fare?>> mi chiese lei esasperata. 

<<Potresti cominciare chiedendogli scusa>> le risposi con una punta di ironia.

 <<Pensi che funzionerebbe?>> mi chiese, ancora.

<<Bella, delle scuse sono sempre ben accette. Insomma, chiedere scusa ormai è così fuori dal comune. Ormai nessuno chiede più ''scusa'' dato che sono tutti dentro quella bolla d'orgoglio che non permette più di essere umani.>> le risposi, provando a convincerla, mentre mi accingevo a cercare parcheggio all'interno dell'università. 

<<Posso chiederti una cosa?>> continuò lei.

<<Mh?>> le chiesi mentre studiavo i posti all'interno del parcheggio. Finalmente, lo avevo trovato e il fatto che era proprio vicino ad una Audi R8 blu metallizzato, che io purtroppo conoscevo bene, era solo una coincidenza. Erano già arrivati, bene.

<<Se David ti avesse chiesto scusa, tu lo avresti perdonato?>> mi irrigidì. Non sapevo cosa rispondere. Forse. Sì. No. Non lo sapevo.

<<David non chiede mai scusa.>> esordii, spegnendo il motore. 

<<Ma se lo avesse fatto, come l'avresti presa?>> insistette lei. 

<<Non lo so. Però non l'ha mai fatto, per cui...>> lasciai la frase in sospeso.

 <<Mettiamo caso l'abbia fatto, come avresti reagito?>> ipotizzò lei. Ci riflettei un attimo...

<<Forse adesso sarebbe tutto diverso>> ipotizzai io. 

<< ''Diverso'' come?>> chiese lei, troppo concentrata a mettermi in difficoltà. 

<<Forse adesso non vorrei mettergli le mani al collo ogni volta che parla.>> ironizzai io. <<Per ''le mani al collo'' intendi qualcosa di sessuale oppure...>>

<<No Bella. No.>> misi un freno ai suoi pensieri sporchi. <<Per mani al collo, intendo che vorrei strozzarlo.>> specificai, prima che i suoi pensieri corressero troppo. Lei mi guardò e per un attimo fece una smorfia che non capii. MI guardò dritta negli occhi, come se potesse scovare chissà quale segreto della mia anima. 

<<Sì, lo avresti perdonato...>> affermò con sicurezza, prima di darmi un bacio sulla guancia e scendere dalla macchina.

Se mi avesse chiesto scusa, lo avrei veramente perdonato? ... Mi persi nella mia stessa testa ed ero in quei mesi dove di lui non c'era più traccia. L'unica traccia di lui era semplicemente il peso del mio cuore ogni volta che ripensavo a quella notte. A come, in qualche modo aveva fermato la tempesta delle mie insicurezze e mi aveva fatto sentire la donna più bella del mondo tra le sue braccia. Ripensai al sapore delle sue labbra, al mio cuore, che non poteva più subire danni del genere, ripensai a tutti quei giorni passati a piangere dato che mi sentii usata. E se dopo tutto quel casino, lui mi avesse chiesto scusa, io sarei stata capace di perdonarlo?...

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