Eravamo di nuovo occhi negli occhi e io mi persi nell'abisso dei suoi, come sempre, come se niente da quella sera fosse cambiato. Ma la verità era ben diversa. Sapevamo entrambi che da quella sera, era cambiato tutto.
<<Ovvio che non sfigurerà, ma sarebbe opportuno indossasse un vestito piuttosto che dei semplici jeans>> commentò mia madre.
Io annuii una seconda volta, ma sia io che David eravamo ancora intenti a guardarci. Era un gioco di sguardi pericoloso quello, perché sapevamo entrambi dove ci avrebbe portato. Fece scendere il suo sguardo lungo il mio collo e io mi sentii bruciare, rivivendo la sensazione di baci, che mi aveva lasciato addosso quella sera e che probabilmente avevano creato un solco così profondo nella mia anima, da non riuscire più a venirne fuori.
Quella tortura finì da lì a qualche minuto e Pedro insieme a mia madre ci informarono che sarebbero stati a guardare la tv in salotto. Io neanche risposi e mi defilai sulle scale ripensando al fatto che non aveva spicciato parola tutta la sera.
Mentre salivo le scale, sentii la schiena bruciarmi e fui convinta che lui fosse dietro di me a squadrarmi, dato che sentivo i suoi passi, proprio dietro di me.
Arrivai in cima e feci per andare nella mia stanza, quando il calore di una mano prese la mia per fermarmi. Mi voltai e d'istinto diedi un colpo alla sua mano. Lui si staccò, probabilmente sentendo il bruciore del mio schiaffo...
Lo fulminai con lo sguardo e lui mi guardò stupito del mio gesto e forse anche deluso. Mi allontanai immediatamente da quella situazione ed entrai in camera mia sbattendo la porta.
Porcaputtana.
Doveva. Lasciarmi. In. Pace.
Mi andava bene che fosse tornato per laurearsi, ma doveva lasciarmi in pace. Mi andava bene affrontare quella situazione in cui vivevamo insieme ma doveva, assolutamente, lasciarmi nella mia dannatissima pace. Pace, quella che avevo da quando era andato via. La stessa pace che mi aveva fatto vivere momenti tristi, dove passavo giornate intere a piangere, ancorati a momenti spensierati, in cui il suo pensiero non si faceva vivo.
Decisi di buttarmi a letto e dormire.
Poteva essere una mano così calda? E poi, che diamine voleva? Perché mi aveva preso la mano? Voleva parlarmi? E se mi avesse chiesto scusa per quello che aveva fatto? No, impossibile.
Dormire un paio di palle.
Erano questi i pensieri che mi torturavano il cervello dopo la cena ed erano ormai le due di notte.
''Ho già trovato qualcuna per cui valga la pena lottare e stavolta non mi fermerò davanti a niente.'' Che avesse trovato qualcuna lì a Berlino?..
''Non potrà mai sfigurare'' aveva detto davanti i nostri genitori ed ero certa, che, per quanto avessi tentato di nasconderlo, il rossore delle mie guance si era notato.
Decisi di alzarmi. Dovevo bere assolutamente un po' d'acqua, perciò, scesi giù dal letto e imboccai le scale per poi dirigermi in cucina. Arrivai davanti al frigo con la gola secca e presi dell'acqua.
Sentii lo scricchiolio del pavimento dietro di me, segno inconfondibile che ci fosse qualcuno. Sta calma, magari è solo tua madre o Pedro, non voltarti. Avevo paura come se da un momento all'altro, potesse sbucare una presenza demoniaca alle mie spalle, ma non potevo stare impalata perciò, decisi di voltarmi e mai scelta fu più sbagliata, dato che la visione che c'era in quella cucina, era quasi paragonabile a una presenza demoniaca; David.
Trattenni un respiro e la visione di lui in pantaloncini, a petto nudo e scalzo mi fece seccare la gola una seconda volta. Sì, era decisamente più muscoloso dall'ultima volta...
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Contro ogni fottuto pronostico.
RomansaMaria: ''Non mi piaceva, non mi sarebbe mai piaciuto, era solo una palla al piede con cui avrei dovuto condividere la casa '' David: ''Non mi piaceva, non volevo neanche provarci, non era il mio tipo e non lo sarebbe mai stata. Era piuttosto una gra...