Capitolo 22

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<<Ciò che è tuo? Che intendi? È stato con Stacy?>> chiese Pedro, facendo crollare tutti i miei pensieri. David fece un respiro esasperato da quella situazione, mentre io invece feci un respiro parecchio nervosa. Il nome di quella stronza mi faceva proprio innervosire.

<<Papà, non c'entra niente Stacy.>> rispose David tagliando corto. 

<<Hai presente che ha intenzione di denunciarti? Ne sei almeno consapevole di questo?>> chiese Pedro. 

<<Non lo farà, adesso basta>> Rispose David innervosendosi e chiudendo la sua mano tatuata in un pugno. 

<<Ne sei sicuro? David, non voglio guai.>> gli disse il padre quasi supplicando. 

<<Di sicuro c'è solo la morte. Fidati di me e basta.>> rispose David. 

<<Provo a fidarmi di te, David, maledizione, ma sai perfettamente in che giri è la famiglia di Rafael. Gli andrai a chieder scusa e non si discute.>> gli ordinò Pedro. 

<<Che cosa? Andare a chiedere scusa? Smettila di dire queste stronzate, lo sai meglio di me che non lo farò.>> alzò la voce David.

 <<Non me ne frega niente. Andrai da loro e ti scuserai.>> si impose Pedro. 

<<Non dirmi quello che devo fare.>> ringhiò David. 

<< Ti Dico quello che devi fare, perché mio figlio è tornato da Berlino e nella festa di bentornato, ha picchiato un suo coetaneo. >> insistette Pedro arrivando faccia e faccia con David. La situazione stava precipitando dato che io e mia madre restammo mute in quell'arco di conversazione o, meglio, guerra tra Pedro e David. 

<<Ti ho già detto perché l'ho fatto e dovresti credere nella mia buona fede, piuttosto che costringermi ad andare a chiedere scusa a quello stronzo>> disse David, animando il tutto gesticolando.

L'ha fatto in buona fede, era vero. Per quanto fosse stata inconsulta la rissa, ero consapevole che David l'avesse fatta partire, solo per difendermi. Dovevo fare qualcosa, non potevo permettere che Pedro continuasse a mettere in discussione la buona fede del figlio, nonostante quest'ultimo fosse un grandissimo stronzo.

<<L'ha fatto per me.>> dissi con un groppo alla gola, grande come un iceberg, attirando l'attenzione di tutti i presenti in quella stanza. Lo sguardo stupito di David e le occhiate sorprese di mia madre e Pedro. 

<<Ha picchiato Rafael, perché qualche mese fa,  aveva provato a portarmi a letto, senza riuscirci e fu solo merito di David. Ieri Rafael era venuto a scusarsi di questo, ma è stato lui il primo ad aggredirlo.>> confessai, togliendomi un peso enorme di dosso. Gli occhi di Pedro saltarono tra le figure di me e David alcune volte.

 <<E' vero, David?>> chiese Pedro, mentre David, aveva ancora il suo sguardo fisso su di me, che mi bruciava addosso come lava.

<<Tesoro perché non me ne hai parlato prima?>> si precipitò su di me mia madre. 

<<Perché non è successo niente, David è arrivato in tempo>> risposi e mai affermazione fu più vera.

David arrivava sempre in tempo. Per salvarmi quando stavo annegando, per portarmi in camera da sbronza e nuda prima che mi venisse la febbre, che successivamente prese lui. Per salvarmi da quella dannata serata al luna park con Rafael, per salvarmi da una conversazione con Joshua, che, a quanto pare, era uno dei suoi hobby preferiti. Per salvarmi da qualsiasi cosa, lui era sempre lì e mai come quella mattina ne fui consapevole. Arrivava anche in tempo per farmi incazzare, quando non era giornata, come arrivava in tempo per farmi mettere tutto in discussione per un solo sguardo o gesto che facesse nei miei confronti, nonostante la sua partenza per Berlino.

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