Capitolo 23

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Aveva un top verde muschio, senza reggiseno, che le lasciava un filo di pancia scoperta, una gonna nera plissettata che arrivava sopra il ginocchio, fin troppo sopra il ginocchio che le lasciava una porzione di coscia abbastanza scoperta. Fin troppo scoperta.

E infine aveva un paio di parigine nere, che fasciavano le sue gambe in modo semplicemente impeccabile. Sospirai.

  Sarebbe stata una lunga giornata. Decisi di concentrarmi sul cibo presente in tavola, perché avere i suoi capezzoli di fronte, risvegliava in me, pensieri poco casti e puri. 

Come le veniva in mente di vestirsi in quel modo il primo giorno di università?

Non aveva ancora fiatato, neanche mi aveva dato il buongiorno. Maleducata, ecco cos'era.

<<Hai intenzione di venire così all'università?>> le chiesi, non riuscendo a trattenermi. Lei alzò lo sguardo confusa e poi fece un'occhiata come se stesse realizzando qualcosa.

<<Venire? Ci sarai anche tu?>> chiese scioccata. 

<<Vedo che l'intelligenza non è il tuo forte. Certo che ci sarò anche io, dovrebbe essere il mio ultimo anno>> le dissi con poca, anzi, pochissima gentilezza. 

<<Pensavo di non dover sopportare la tua presenza anche lì>> rispose lei, acida.

<<Mi dispiace deludere i tuoi piani. Sarò la tua tortura.>> le sorrisi in modo finto, pensando che sarei stato una ''tortura'' per chiunque le fosse stato attaccato al culo. Perché si, era impossibile non starle attaccato al culo, anche perché oggettivamente, era un bel culo. E io avrei ammazzato chiunque l'avesse toccata/toccato.

I nostri genitori entrarono e io salutai educatamente mentre lei fece un cenno con la testa. Dovrei istruirla a modo mio...magari con delle belle sculacciate. I jeans divennero scomodissimi al solo pensiero di lei piegata sulle mie ginocchia

Mi concentrai su mio padre, che dopo la discussione della mattina precedente non mi aveva più dato a parlare, mentre Anastasia venne a darmi un bacio amorevole. Non ero uno a cui piacevano le coccole, ma quando la persona che dovrebbe fartele, viene strappata via dalla tua vita, qualsiasi attenzione o carezza, ti sembra contenere chissà quale gioia. Ma sentii il suo sguardo su di me, perciò mi voltai di scatto e la sorpresi a guardarmi. 

Beccata Cherry. Feci un ghigno, mentre lei distolse lo sguardo, diventando rossa come una fragola.

 Si, dovevo provocarla, perciò mi alzai dal tavolo e presi la boule di fragole che si trovava nel frigo, in ricordo dell'unica fragola che avevamo diviso insieme. Mi voltai e fui convinto che mi stesse guardando il culo.

Maleducata proprio...

Misi la boule di fragola davanti a noi e ne presi una, mettendomela in bocca mentre le riservavo uno degli sguardi più maliziosi di sempre. Lei si raddrizzò sulla schiena e in quel momento notai i suoi capezzoli duri. Mi avrebbe mandato all'inferno uno di questi giorni, ne ero consapevole. All'improvviso concentrò la sua attenzione sulla suoneria di un messaggio che proveniva dal suo telefono e si alzò da tavola, salutando sua madre. Stava uscendo per andare all'università, ma chi l'avrebbe accompagnata?

Il suono del mio telefono interruppe i miei pensieri.

Matias: esci testa di cazzo.

Sospirai. Sempre gentile di prima mattina. Salutai tutti e andai all'ingresso prendendo il mio giubbotto di pelle, mentre lei stava sculettando proprio in quella direzione. Si, aveva proprio un bel culo. E quella gonna le stava veramente bene.

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