Mi stavo beando di tutti i lineamenti del suo viso e delle sue mani ancora ancorate alle mie, quando la macchina prese un dosso che la portò ancora più vicina a me. Aveva il rossetto color borgogna che metteva in risalto la sua bocca e la mia voglia di baciarla e farla mia in quel momento arrivò alle stelle. Lei abbassò lo sguardo concentrandosi nel nodo alla cravatta, ma con due dita le sollevai il mento per riportare le sue iridi nelle mie.
Avrei potuto farlo, avrei potuto prendermi il sapore della sua bocca lì e avrei potuto incidere questo momento nella mia mente per sempre. Lo voleva anche lei, lo vedevo e lo sentivo da come mi guardava, da come stava sussultando il suo cuore in unisono al mio.
<<Signori siamo arrivati>> annunciò l'autista.
Un altro momento interrotto, non potevo crederci. Lei si ricompose, allacciando il nodo alla cravatta e si rimise al suo posto. Scesi dall'auto e andai ad aprirle lo sportello, non prima di aver ringraziato l'autista che mi disse che ci avrebbe aspettato a fine serata.
Si aggrappò al mio braccio in un modo così meccanico che pensai che quello, era il posto dove doveva stare. Accanto a me.
Entrammo all'hotel, seguiti da un cameriere che ci scortò nella sala e che rivolse a Maria più di un'occhiata di troppo per i miei gusti. Rivolse uno sguardo a me, forse chiedendosi cosa ci facesse uno come me, con una ragazza del genere.
Prima che il cameriere andasse via, gli presi un braccio e lui mi rivolse uno sguardo interrogativo
<<Mi dica signore>>.
Sorrisi malignamente e mi avvicinai al suo orecchio per evitare che Maria mi sentisse.
<<Lo so che ti stai chiedendo cosa ci fa un pezzo di merda come me, con una ragazza come lei, ma non lo so neanche io. Se cortesemente, smetti di guardarla in quel modo, cosi da evitarmi di mandarti all'ospedale, mi fai un favore.>>
<<Mi...mi scusi...>> disse lui volatilizzandosi all'istante.
La stava guardando in modo esagerato per i miei gusti.
<<David ci stanno guardando tutti>> sussurrò Maria, interrompendo i miei pensieri omicidi verso il cameriere.
<<Forse perché non siamo abbinati>> le dissi, prendendomi gioco di lei e ricevendo un colpo sul fianco. Sogghignai e lei si imbarazzò.
<<Non stanno guardando noi, ma solo te>> le risposi, mettendo fine ai suoi dubbi.
<<Me?>> chiese inarcando un sopracciglio. <<Si, te. Stasera sei veramente...carina>> le dissi avendo un groppo alla gola.
<<Carina?>> chiese lei alzando un sopracciglio. Okay forse non era carina, anzi era veramente la più bella di quella sala e non le avevo scollato gli occhi di dosso, neanche un secondo, ma non avevo il coraggio di dirglielo.
<<Cosa pensavi che ti dicessi?>> la provocai. Lei scosse il capo e proseguii spedita verso le flûtes di spumante messi su un tavolo più distante da noi. Era questo il bello di lei, se voleva qualcosa se lo andava a prendere, non le importava l'etichetta. Nonostante avesse avuto una buona educazione, se voleva una flûte di spumante andava a prenderselo, senza troppe storie e senza aspettare qualcuno che glielo porgesse. Mentre camminava spedita verso il tavolo non potei fare altro che squadrarla, tutta. Dalla testa ai piedi. Era un concentro di bellezza, sensualità ed eleganza. Non c'era una sola parte di lei che non fosse bella, anzi si...forse il suo caratterino.
<<David figliolo, sei venuto>> disse la voce del signor Prescott, il mio capo, interrompendo i miei pensieri su quella donna.
<<Signor Prescott>> lo salutai con un cenno del capo.
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Contro ogni fottuto pronostico.
RomanceMaria: ''Non mi piaceva, non mi sarebbe mai piaciuto, era solo una palla al piede con cui avrei dovuto condividere la casa '' David: ''Non mi piaceva, non volevo neanche provarci, non era il mio tipo e non lo sarebbe mai stata. Era piuttosto una gra...