Izuku si svegliò lentamente, i suoi occhi verdi si aprirono a fatica, adattandosi alla luce. La prima cosa che catturò la sua attenzione fu un odore allettante, pungente, che gli fece brontolare lo stomaco. Senza rendersene conto, Izuku era seduto sul letto con gli occhi ancora velati dal sonno. Sbadigliò, strofinandosi il volto con i dorsi delle mani. Katsudon... riconobbe l'odore del suo piatto preferito anche da chilometri di distanza e si rigirò tra le lenzuola.Il suo piatto preferito era posato su un mobile accanto al suo lettino d'ospedale, racchiuso in confezione realizzata con carta d'alluminio. Si chiese chi lo avesse portato mentre allungava le mani per indagare. Era caldo, probabilmente appena cucinato. Lo portò verso il petto, osservandolo con occhi sognanti; un piccolo sorriso si allungò sul suo viso non appena l'immagine della madre gli saltò in mente.
Grazie, mamma... pensò, supponendo che fosse tutto merito di Inko.Anche se era un po' strano; di solito, quando sua madre gli portava del cibo, rimaneva o almeno, se non poteva restare di più, gli lasciava un piccolo bigliettino. Ma né la donna né il bigliettino erano presenti.
Si chiese se effettivamente fosse merito di sua madre, ma si ritrovò colto di sorpresa quando una voce si diffuse in tutta la stanza lasciandolo destabilizzato.
«Ohi... Deku.»Il fiato gli si mozzò all'improvviso, gli occhi verde smeraldo si spalancarono mentre il petto si contrasse per la tensione che percorse in un solo secondo la schiena di Izuku. La sua vista si spostò dal katsudon all'enorme finestra che dava sul giardino esterno.
Il corpo possente di Katsuki veniva baciato dai raggi solari, i suoi capelli si muovevano al vento mentre si metteva comodo appoggiato mollemente sul bordo. Izuku si perse ad osservarlo in volto, notando subito i segni di ferite sugli zigomi alti. Sembrava piuttosto malridotto, con qualche bruciatura qua e là. Ma nonostante questo, i suoi occhi rossi tagliavano il respiro di chiunque si fermasse ad osservarli.
Calò un silenzio denso tra di loro, sembravano analizzarsi a vicenda come la prima volta che si erano incontrati... a quella festa. I loro occhi non lasciavano scampo a nessuna parte del corpo dell'altro, bramando ogni lembo di pelle che si andava a perdere sotto il tessuto degli indumenti. Ma più Izuku andava a fondo, più sentiva di perdere ogni briciolo di identità; sotto lo sguardo di Katsuki, lui sembrava niente. O forse... era solo una sua fantasia? Non riusciva a capire i pensieri di Katsuki, non riusciva a prevedere le sue mosse quando se ne stava fermo a guardare. Non riusciva a capire se lo volesse morto o se lo stava spogliando con gli occhi. Ciò lo metteva ancor più in soggezione.
Le giugulari di entrambi si contrassero con la deglutizione, le loro labbra cercavano le parole con cui iniziare. Ma tutto sembrava fin troppo difficile e azzardato, come se non volessero rovinare quel momento di quiete con parole che potevano sembrare rozze. Ma tutto era destinato a finire sotto il controllo di Katsuki, che staccandosi dalla finestra trovò la forza di fare i primi passi.
«Puoi mangiare, non ti obbligo a rimanere a digiuno.» Il suo tono era aspro, quasi sforzato.
Riferendosi al katsudon tra le mani tremolanti di Izuku.Katsuki avanzò ancora verso il lato del letto, ora a pochi centimetri dall'omega. Poteva notare come il verde non gli togliesse gli occhi di dosso; ogni suo movimento era accompagnato da quei smeraldi che esaminavano attentamente, quasi soggiogati dalla sua presenza. Finì per sedersi su una seggiola a gambe divaricate, mentre il katsudon iniziò a risaldare tra le mani del verde.
«N-on eri... stato dimesso?»«Sì, ma ho realizzato che non potevo andare avanti senza... merda, senza sapere se stavi bene.» Il cuore di Izuku iniziò a scaldarsi, boccheggiò appena lasciando il katsudon là dove l'aveva preso, dando tutte le sue attenzioni all'Alpha.
«Sto bene... Kacchan. Grazie.»
Stava effettivamente bene? No, non stava affatto bene. A malapena riusciva a scherzarci su, ma ciò che più lo rattristava era la sua percezione dei feromoni... Il suo odore era aumentato notevolmente, riusciva a distinguere pienamente la menta dal cioccolato ma per gli altri odori? Nulla. Era come avere il naso tappato a vita.
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𝐹𝑖𝑒𝑟𝑦 𝐽𝑜𝑢𝑟𝑛𝑒𝑦 //𝐵𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢// ~[Omegaverse]~
FanfictionQuando il pensiero si rivolge al fuoco, si evoca immediatamente la passione ardente e il calore che avvolge la pelle, con significati intrinsecamente positivi. Tuttavia, nel contesto di un "viaggio infuocato" - titolo avvincente di questa narrazione...