[Izuku]
«Non credi di esser... stato un po' duro con Katsuki?»
Qualcosa nello sguardo di Izuku si era insinuato, come un pensiero maligno faticoso da estirpare. E Inko lo leggeva nei suoi occhi, che, nonostante la evitassero, rivelavano il disagio che premeva in quelle pupille strette.
«Non hai nemmeno mangiato quello che ti ha portato...» continuò Inko, afferrando la ciotola; il Katsudon all'interno era ormai freddo.Ma anche lì Izuku non volle dare ascolto alla madre, rivolgendo l'attenzione verso quella finestra, la stessa finestra dove Katsuki era appoggiato giorni fa.
La sensazione di calore sui suoi zigomi era ancora presente mentre gli tornava in mente il suo tocco attento. Un nodo spesso alla gola lo strozzò, e un forte colpo alla nuca lo destabilizzò del tutto. Si toccò il punto dolente, sfiorando la mano tremolante della madre, intenta a cambiare il bendaggio.«Katsuki... ha pensato di venire qui per parlarti. Perché non fai altro che respingerlo?»
Respingerlo... quella stessa parola era come una lama tagliente per le orecchie tese di Izuku. Faticò persino a ragionarci su quando la pelle lacerata della nuca ebbe il contatto con l'aria fredda dell'esterno.
Sentì un lamento fuoriuscire dalle labbra rosee di Inko, seguito dal fruscio del bendaggio sporco che ricadeva sulla schiena di Izuku fino a incontrare il materasso.
«Ha fatto tutto il possibile per te, per voi due e per la tua carriera... Ma c'è un pezzo del puzzle che non combacia.»La visione della nuca del figlio era un inquadratura lacerante per la donna, là dove i riccioli verdi diminuivano dando luce al lembo di carne dietro il collo. Spuntavano segni profondi e uno strappo in un lato preciso.
Non era un marchio... no, faceva ribrezzo. La pelle era stata strappata con decisione, tirata e segnata. Buona parte della ghiandola era stata preservata mentre la restante parte, a malapena si distingueva sotto il sangue secco e il rossore.«Cosa ti turba?...Lo so che sei ormai un adulto. Ma ne possiamo parlare...» sussurrò amorevolmente Inko analizzando nel silenzio che susseguì la ferita.
Lentamente la ispezionò fino a toccare una piccola parte poco aperta.
«È migliorata...» rifletté la donna passando l'indice là sopra; i muscoli di Izuku si contrassero e gli addominali si ritirarono all'indietro in contemporanea con la schiena.
«N-non toccare,» finalmente Izuku parlò, anche se per un breve istante. Inko tirò subito all'indietro la mano, affacciandosi appena per guardare il figlio mentre prendeva la nuova fasciatura, igienizzandola.Trovò uno spiraglio su cui aggrapparsi,
«Quando è uscito, sembrava così giù di morale...» riprese con il discorso, e di nuovo Izuku si ammutolì, quasi come un bambino imbronciato. Forse in fondo lo era, sembrava proprio un bambino agli occhi della madre, che analizzava la sua espressione facciale dal riflesso di un piccolo specchio posato sul tavolino dei medicinali.
«Beh... Nei miei confronti sembrava più tosto, chiaro.»La madre sussultò; Izuku si alzò all'improvviso. Sebbene gli fosse estremamente vietato, il verdino si alzò afferrando lo specchietto sul tavolo.
«Tesoro, devi sederti—»
«Voglio solo vedere come sta il mio dannato collo, okay? Dannazione...»Izuku si sentì l'anima pesante, intrappolato tra il riflesso che vedeva nello specchio e ciò che era successo. Ricordò in quel momento Dabi, tutto quello che gli aveva detto, faticando ad estirparlo dalla sua memoria.
Per una volta sentì la testa leggera, quasi assuefatto da quel momento di quiete. Il suo respiro divenne pesante mentre il suo odore di menta e cioccolato veniva sprigionato lentamente.
«Sai, mamma…» iniziò a dire, la voce tremante mentre si lasciava andare a quel ricordo, «ho sempre avuto un debole per Kacchan. Fin da quando eravamo piccoli. Ricordo il suo odore. Era così… presente. A volte mi sentivo come se potessi respirarlo, come se fosse l'aria che entrava nei miei polmoni. Era come un calore avvolgente, qualcosa che mi faceva sorridere.»
Un flebile e quasi impercettibile sospiro uscì dalle labbra martoriate.
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𝐹𝑖𝑒𝑟𝑦 𝐽𝑜𝑢𝑟𝑛𝑒𝑦 //𝐵𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢// ~[Omegaverse]~
FanficQuando il pensiero si rivolge al fuoco, si evoca immediatamente la passione ardente e il calore che avvolge la pelle, con significati intrinsecamente positivi. Tuttavia, nel contesto di un "viaggio infuocato" - titolo avvincente di questa narrazione...