Evianne entra nel complesso delle Biglie con il cuore che pulsa in mano. Dentro di lei si agita una ridda di emozioni infinite, una gioia strana che si mescola al terrore e la fa tremare tutta. Sta per incontrare Shadee, perché adesso non c'è più la distanza di un oceano a dividerli, perché adesso è soltanto a qualche passo da lei. Ha immaginato di riabbracciarlo ogni notte, ha decorato quelle visioni dolcissime di discorsi perfetti, ma ora che il sogno si è tramutato in realtà non riesce nemmeno a sommare due pensieri sensati. Avanza su ginocchia tremolanti tra le cupole bianche che punteggiano il fondo della vallata, in mezzo a cespugli argentei e pennacchi di giunchi. Quando vede un uomo in sua attesa con addosso il cappuccio di spilli, lo riconosce subito, senza bisogno di un segnale né di un fiore d'arancio allacciato all'asola superiore della casacca. Shadee è sempre Shadee, e lei deve solo trovare la formula magica per superare l'odio e convincerlo ad ascoltarla. Combatte con un impulso feroce che le grida di correre da lui, di stringerlo forte, di assicurarsi che sia reale e non soltanto un'effimera visione, destinata a scomparire al primo battito di ciglia. Appena muove un passo, rivede le battute del loro addio ed esita. Le sembra che sotto la spinta dei ricordi qualcosa si rompa nel suo organismo. Il sangue arriva con troppa pressione alla testa, fa ballare gli occhi e ronzare le orecchie, per non parlare della lingua, incapace di pronunciare mezzo suono.
Da sotto il cappuccio di spilli, la fissano occhi con il rosso di Luva, gettano tra di loro muraglie, la giudicano con lo sdegno che si riserva a un'estranea. È ingiusto: perché devono per forza essere così distanti? Perché non può perdonarla?
Non accetta che finisca così e allora si lascia guidare dall'istinto. «Buongiorno!» strilla con un sorriso forzato. Ma che sta facendo? Il nervosismo, tutta colpa del nervosismo. «Spero che il viaggio sia stato buono. Sono felice di averti qui. Mi chiedevo... Vuoi ballare con me? Sai, per stemperare la tensione. Mi succede una cosa strana all'altezza del cuore, credo stia esplodendo, e...»
Shadee le volta le spalle senza dire niente ed entra nella Biglia di pietra.
«Aspetta!» Evianne allunga la mano come se quel gesto, corredato alla sua preghiera, bastasse a trattenerlo. Quando fallisce si affretta a inseguirlo dentro l'unico abitacolo della dimora. La Biglia è formata da uno stanzino di pietra, all'interno del quale ci sono solo un materassino di paglia e un armadio. In quello spazio minuscolo si condensa una nuvola di tensione che punge come filo spinato. Evianne si mordicchia il labbro inferiore per costringersi alla calma. «Lo so, non è stato il migliore dei miei saluti. Non era quello che volevo dirti, ma sai come sono...»
«No.» La voce di Shadee è una falce che mozza il suo discorso sconclusionato. «No, io non so come siete.»
Fa male, lanciare un nuovo appiglio e ricevere in cambio un pugno fa dannatamente male. Stringe i denti e ci riprova. «Sono come mi hai conosciuto, eccetto il nome, ma...» Un ricordo si riaccende nella memoria, loro due, insieme, su uno dei ponti di Fortezza Diaspro, poco dopo che Chenzira l'aveva rapita e portata ai Cento Occhi. Lei gli aveva appena chiesto di mostrarle il volto come ricompensa per avergli salvato la vita e lui aveva negato il favore. «Sono forse l'aspetto o un nome a definire chi siamo?»
Pronuncia la stessa battuta con cui le aveva risposto. Shadee la riconosce, lascia che la frase faccia breccia oltre le resistenze. Poi, con uno scatto stizzito, guarda fuori dalla finestrella a oblò e rimane barricato nel suo mutismo.
«Ci deve essere qualcosa che possa fare per convincerti ad ascoltarmi» insiste Evianne. «Almeno le mie scuse, almeno cercare di capire perché l'ho fatto.»
Ancora silenzio.
«Shadee...»
Shadee si gira verso di lei con uno scatto fulmineo. «Non avete il permesso di usare il mio nome. È stato un errore confessarvelo. Siete qui per fare il vostro lavoro, niente di più.»
STAI LEGGENDO
Una storia di ali e spilli
FantasiaLe Bolle di Rovi e Rugiada sono nemiche per un motivo che con il tempo si è scordato. Omicidi, furti e agguati hanno generato una spirale di odio che non è mai sfociata in una guerra aperta, sebbene il terrore di uno scontro sia alle porte. Nella Bo...