Mese del Vascello
È Hondo a organizzare le cerimonie funebri per gli Spilli che sono rientrati da Fontebella e per il loro re. Shadee non ha la forza di pensare, mangiare, alzarsi dal letto. Non ha nemmeno voglia di piangere. Si sente solo svuotato, come se non avesse più un motivo o una strada da seguire.
La rabbia bruciante che ha provato al tempio di Rasa è ancora lì, assopita, e a volte Shadee ha paura di sé stesso, di cosa potrebbe fare se solo assecondasse quel grido d'odio. Non sa quale maleficio lo abbia riportato a Reggia Blu assieme al cadavere di suo padre e degli Spilli che il nemico ha trucidato. Non riesce a porsi domande e a trovare risposte, lo perseguitano i volti e le voci di chi ormai naviga nell'Aralla, l'assenza di un amore troppo grande che gli è stato rubato: suo padre; Chenzira e Bulbun, nemici che sono morti per salvarlo, perché?
Gli Spilli di Spinarupe non sanno come reagire alla morte del loro re. Shadee non va al funerale. Resta asserragliato nell'ultimo letto che il sovrano ha occupato e passa i giorni a fissare ora il soffitto affrescato di stelle, ora i boccioli di rovi che si avviluppano al colonnato. Si rifiuta di vedere Kemala e accetta soltanto la visita di Hondo.
La prima volta in cui lo riceve, viene quasi schiacciato dal suo abbraccio, un gesto inusuale per uno Spillo con il quale i rapporti sono sempre stati tesi.
«Amavo tuo padre» singhiozza Hondo seduto sul ciglio del letto.
Shadee non ricambia la stretta. Resta nelle braccia del cugino come se non avesse un'ossatura a sostenerlo. «Perché? Mio padre ha fatto giustiziare il tuo per tradimento.» Lo ricorda, aveva solo dieci anni, era un bambino. «Devi averlo odiato.»
«No.» Hondo risponde senza esitare. «Odiavo non averlo per me, odiavo che tu e Jaja non foste miei fratelli, ma adesso lo sei. Hai solo me, Shadee, e io ho solo te. Noi due e la casata, il resto deve sparire.»
Qualche giorno dopo, con il favore della notte, Shadee visita la tomba del re nel giardino di sua madre, accanto al padiglione mezzo distrutto. È un cumulo di terra sotto il quale è stata sepolta provvisoriamente una piccola urna. Si trova lì, quel padre tanto amato, un mucchio di cenere custodito in un baluardo d'oro e gemme preziose. Shadee posa la mano sul terriccio umido e gli promette in silenzio di ricostruire il simulacro distrutto dall'assedio a Reggia Blu e di riportarlo presto lì, da lei, perché si possano ritrovare nella morte. Lo saluta con un nome sussurrato – Kiroe – che ha inciso su una pietra, perché la scritta resti nel tempo.«Sei esistito, papà, per me esisterai sempre.»
Nonostante la durezza, all'interno della casata era un re amato e Shadee non ha i piedi abbastanza grandi da calcare le sue orme. Ritorna nella stanza mezza distrutta e solo qualche giorno dopo esce per salutare la famiglia che è chiamato a guidare. Gli Spilli lo guardano con sospetto, non si fidano di lui e fanno bene perché non può essere il re che meritano, perché è stato lui a portarli a Fontebella, incontro alla morte.
«Che cosa ordini di fare?» gli chiede Hondo quando torna a trovarlo con un piatto di cibo e dei panni puliti.
Shadee sa solo che dopo qualche giorno senza incubi, dopo qualche notte in cui una voce stonata ha spazzato via le paure, non riesce di nuovo a chiudere occhio. Assiste all'infinito alla morte di suo padre e più rivive quell'attimo tremendo più si sente bruciare di rabbia.
«Secondi, Fontebelliani» sussurra. «Chiunque ci ha feriti deve pagare.»
Hondo resta dritto a fianco del letto. Si è dato una ripulita e gli ematomi lasciati dalla battaglia iniziano a svanire. «In che modo?»
Perché pretendono tutti delle risposte? Un buio di pece lo annega, gli impedisce di respirare. Ovunque guardi, all'orizzonte, vede solo nuvole antracite e nebbia cupa e morte, senza che un singolo raggio di luce possa indicargli la via per tornare indietro. Una vena pulsante scorre sotto la mandibola, rimbomba nelle orecchie come se avesse dei tamburi che picchiano i timpani.
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Una storia di ali e spilli
FantasyLe Bolle di Rovi e Rugiada sono nemiche per un motivo che con il tempo si è scordato. Omicidi, furti e agguati hanno generato una spirale di odio che non è mai sfociata in una guerra aperta, sebbene il terrore di uno scontro sia alle porte. Nella Bo...