Sangue... stridore di spade... sangue... urla spaventose... sangue... l'odore di un incendio misto a quello dei cadaveri trafitti dalle lame... sangue... un'ombra scura, enorme, terrificante... un uomo! Il fumo soffocante... ancora urla e sangue... cavalli scalpitanti... donne disperate... bambini in fuga, uomini in fuga... un buio elettrico, abominevole, mostruoso e il suono sordo del silenzio...
Adrian gettò un urlo primitivo e saltò in piedi guardandosi intorno come un pazzo furioso.
Era madido di sudore, un sudore freddo, il sudore della paura. Impiegò qualche minuto per ricordare dove si trovava, per capire che era stato solo un incubo.
Erano anni che non faceva più quel sogno e il suo ritorno l'aveva sconvolto.
Si avvicinò alla brocca piena d'acqua posta nell'angolo della stanza e si lavò abbondantemente il viso e i capelli.
Era stravolto, il cuore gli tamburellava nel petto impazzito, lo stomaco chiuso era in subbuglio.
Perché quell'incubo?
Perché proprio adesso?
Perché proprio lì?
La mente vibrò, ripensando agli attacchi di panico che dopo i suoi incubi lo scuotevano, lasciandolo inebetito, privo di forze, senza respiro. Un senso d'angoscia lo assalì, rendendolo agitato e nervoso.
Era uscito sul balcone per prendere una boccata d'aria; doveva distrarsi, altrimenti le sue paure avrebbero avuto la meglio. Si era seduto sul pavimento, appoggiando la testa al muro, inspirando ed espirando la brezza fresca della notte.
Non aveva niente da temere ora, non c'era più quel francese a minacciarlo con la sua spada, nessuno gli avrebbe mai più fatto del male.
Dopo qualche minuto il cuore aveva ripreso un ritmo regolare, alzò gli occhi al cielo, nero e punteggiato di stelle, e giurò a sé stesso che più nessun altro avrebbe rovinato la sua esistenza.
Era solo un ragazzo allora, ma adesso era un uomo ed era pronto a combattere per difendere la sua terra e sé stesso, nessuno gli avrebbe tolto la Spagna, nessuno l'avrebbe piegato al suo volere.
Si rilassò completamente e si riaddormentò lì, esausto e stanco.
Qualcuno che bussava alla sua porta l’aveva riscosso dal sonno profondo in cui era crollato. Aveva aperto gli occhi a fatica, mentre il sole del mattino lo accecava.
Si era alzato in piedi barcollando, infreddolito per aver trascorso l’intera nottata sul balcone e con le tempie doloranti. L'angoscia era placata, ma quelle immagini terrificanti erano ancora vivide nei suoi pensieri, l’unica spiegazione che trovava al loro ritorno era la lontananza dalla sua terra o forse perché, sentendosi più forte, aveva abbassato le difese, permettendo al mondo di sconvolgere nuovamente la sua mente.
Teresa era stata la prima ad infrangere le sue barriere penetrandole inconsapevolmente, approfittando della calma che ristagnava nel suo animo.
Forse la passione che provava per lei, e che aveva tentato di sopprimere, aveva riacceso i suoi antichi timori, scatenando quell’incubo spaventoso.
Stavano bussando ancora.«Arrivo!».
Era rientrato, l'orologio segnava quasi le nove, non aveva mai dormito fino a quell'ora. La sua mente era ancora confusa e frastornata ma, ora che aveva razionalizzato le sue paure, si sentiva meglio.
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La Confraternita dell'Arma Bianca
Historical FictionQuando il giovane duca Adrian d'Alba e il generale Riego fondarono la Confraternita dell'Arma Bianca per portare l'Europa alla libertà, non avevano considerato la grande avventura che si accingevano a compiere. Intrepidi duelli e scontri spietati ac...