Rafael era nascosto in un antico casolare sito sulle colline dell’Estremadura insieme agli uomini che lo avevano accompagnato dopo l’attacco di Avilés a Cordoba.
Dopo essersi messo in salvo, aveva inviato uno dei soldati a cercare i suoi uomini per informarli di raggiungerlo immediatamente al fine di organizzare un piano che li salvasse dalla rovina definitiva, ma nei giorni successivi aveva saputo che la loro sommossa aveva dato il via a una serie di ribellioni a catena che dilagavano a macchia d’olio in diverse zone della Spagna.
Il loro tentativo era fallito, ma era stato la molla scatenante di tutto il processo di emancipazione che sembrava procedere solitario verso il suo scopo ultimo, ossia la libertà del popolo spagnolo dal potere attuale.
In Galizia era già stata eletta a norma vigente la Costituzione di Cadice e Rafael presentiva che non si trattava di un caso isolato.
Gli uomini sembravano animati da un nuovo sentimento che guidava le loro gesta nell’incontro di una causa comune che prescindeva le volontà dei singoli individui e trascendeva persino il potere di Ferdinando.
La storia faceva il suo corso dispiegandosi incauta sul viale del tempo.
Adrian, Teresa, Juan, Alvaro, Pedro, Carlos e Remo erano arrivati nell’Estremadura dopo un viaggio durato tre giorni.
La voce dei nuovi moti insurrezionali del nord aveva raggiunto anche loro incoraggiandoli a continuare la loro opera di rivolta.
Erano riusciti a rintracciare Rafael qualche ora dopo il loro arrivo poiché il generale soleva inviare uno dei suoi uomini a sorvegliare la strada principale al fine di avere il tempo necessario di fuggire se l’esercito del re li avesse scoperti.
Il duca e sua moglie, alla testa dei loro compagni, correvano a cavallo lungo la strada maestra quando uno dei soldati aveva tagliato loro la strada.
Adrian lo aveva riconosciuto immediatamente.
«Capitano!» affermò, con entusiasmo.«Andreas!» lo salutò, cordiale.
L’uomo salutò tutti i presenti, poi affiancò il duca col suo cavallo.
«Capitano, vi attendiamo da giorni!».
Adrian ripercorse col pensiero la notte dell’attacco e la successiva settimana della prigionia.
Erano stati giorni orrendi, apatici e da dimenticare.
Era molto grato ai suoi compagni di non averlo abbandonato, rischiando la vita per salvarlo.
La loro fedeltà lo spingeva a non mollare il progetto e a credere sempre di più che la Confraternita dell’Arma Bianca non viveva invano.
«Abbiamo avuto qualche contrattempo!» rispose Juan ironicamente, lanciando un sguardo complice ad Adrian, che sorrise scuotendo la testa.
«La mia vita è un piccolo contrattempo?» chiese, in tono scherzoso.
«Molto piccolo!».
La battuta del conte suscitò l’ilarità generale sotto lo sguardo confuso di Andreas che ignorava l’accaduto.
Notando il suo disagio Adrian cambiò argomento.

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La Confraternita dell'Arma Bianca
Historical FictionQuando il giovane duca Adrian d'Alba e il generale Riego fondarono la Confraternita dell'Arma Bianca per portare l'Europa alla libertà, non avevano considerato la grande avventura che si accingevano a compiere. Intrepidi duelli e scontri spietati ac...