Capitolo 10

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Il rumore dei piatti, unito a quelle delle pentole, proveniente dalla cucina, si mescolava con le voci dei braccianti in lontananza, che si riunivano all'ingresso dei magazzini per firmare e accomiatarsi dopo il lavoro. Un delizioso aroma di torta dominava la brezza della prima sera inaugurata dal tramonto che tingeva il cielo di rosso, giallo, viola e azzurro in un trionfo di luci e ombre che donavano alla città un'atmosfera incantata.

La luna era appena sorta, affiancata dalla sua ancella, la prima stella della sera, e ordinava al sole di abdicare per impadronirsi della notte, che lentamente stendeva il suo manto oscuro sul mondo. Un raggio rossastro intensificava le sfumature giallo ocra degli occhi di Teresa, rendendoli di fuoco.

«Vostra madre è una donna molto nobile e misericordiosa» esordì lui, dolcemente, dopo qualche istante di silenzio.

«Lo siete anche voi, Adrian» rispose lei, trepidante.

Il loro cuore iniziò a galoppare, guizzava nel petto come un cavallino impazzito e scalpitava al minimo sussurro.

«Vi ringrazio!».

Lui sorrise e lei si sciolse.

Il duca le si avvicinò, fermandosi ad un passo da lei.

Si guardavano, ma non parlavano.

Lui afferrò la sua mano e la strinse delicatamente e ancora una volta l'universo svanì abbandonandoli alla mercé delle loro anime tempestose.

Adrian si era perso nell'immensità di quegli occhi verdi che lo fissavano stracolmi di passione. Aveva il cuore in fiamme e l'anima in tumulto, il desiderio di baciarla e stringerla a sé stava aumentando smisuratamente e lei contribuiva a farlo impazzire tremando per l'emozione.

Non aveva mai provato nulla di simile prima di quel momento, era una sensazione inspiegabile che gli afferrava il petto togliendogli il respiro. I suoi occhi si erano posati sulla sua bocca piena, vellutata e ansimante.

Alzò un dito e le sfiorò le labbra, mentre lei chiudeva gli occhi perdendosi nel suo tocco. Li riaprì, erano lucidi, brillanti e si posarono sulla bocca di lui con un desiderio ardente.

«Teresa…»

«Adrian…».

Lui sollevò la mano di lei, posandola sul suo petto.

Teresa riusciva a percepire sotto il palmo il cuore impazzito di Adrian, mentre il suo accelerava allo stesso ritmo.

I suoi occhi di ghiaccio le catturavano l'anima e il corpo, imprigionandola in una spirale di sentimenti nuovi e stravolgenti.

Voleva abbracciarlo, sentire il calore del suo corpo, la forza del suo petto contro il suo, le sue labbra sulla sua bocca...

Stava perdendo la ragione!

La notte era quasi giunta, l'atrio d'ingresso era semibuio, i rumori erano scomparsi insieme a tutto il mondo esterno. La penombra scuriva gli occhi di Adrian, rendendoli neri come l'ossidiana e profondi come un vulcano, un vulcano che stava per esplodere.

Aveva avvicinato il volto al suo, scostandole un riccio dorato con un dito, mentre lei chiudeva gli occhi palpitante.

«Teresa, cara, dove sei?».

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