Capitolo 11

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Il vento soffiava impetuoso quel giorno e faceva vibrare Palermo con la sua furia violenta. Ogni attività all'aperto era stata interrotta a causa del clima improvvisamente mutato.

Antonio aveva deciso di dedicarsi ai magazzini con l'aiuto di alcuni braccianti adibiti alla sistemazione delle casse e alla separazione dell'uva bianca da quella rossa. Coordinava le operazioni malinconico, una tristezza inspiegabile, forse causata dall'ululare del vento che lo riportava agli anni della sua gioventù.

Era stato un giovane vigoroso, sempre dedito al lavoro e alla famiglia, ma gli anni che passavano iniziavano a farsi sentire.

Il ricordo di sua moglie il giorno delle nozze, la nascita delle bambine, l'amicizia con Luigi, il castello, tutta la vita gli scorreva incessante nella mente. Una folata di vento s'insinuò rumorosa nelle fessure delle finestre scuotendo lievemente la porta di legno del magazzino.

Ritornò al presente.

Se il vento non placava l'intero raccolto sarebbe andato perduto e la raccolta delle olive era compromessa.

Anche al castello regnava una certa malinconia, quel vento, preludio dell'inverno, spazzava via gli ultimi sprazzi dell'estate e apriva le porte al freddo con un'entrata trionfante.

Matilde e le cameriere erano in cucina, alle prese con la colazione, mancavano soltanto Rosa, impegnata con Agata e la piccola Rosalia, e una delle cameriere personali di Eleonora, che stava aiutando la principessa a vestirsi, mentre Calogero e i valletti preparavano la sala da pranzo.

«Chissà come si sente oggi quella povera bambina?» esordì Carmela, sfornando i biscotti per la colazione.
«Ieri stava molto male!» la informò Susanna, agguantando un vassoio dalla dispensa.

«Dio quanto sangue!» esclamò Simona, un’altra cameriera.

Rabbrividì ripensando alla piccola che giaceva svenuta e impregnata di sangue dalla testa ai piedi.

«Ma cosa sarà andata a fare nel bosco durante la caccia?» chiese Matilde, allibita.

«Dicono sia andata a raccogliere dei frutti di bosco» la informò Carmela.

Quei biscotti al cioccolato avevano un odorino delizioso.

«Frutti di bosco? Che incosciente!» affermò ancora la cuoca, scuotendo la testa  in segno di disapprovazione per l'avventatezza della fanciulla.

«Certo però che il duca è stato molto generoso, offrirgli addirittura la sua camera!» affermò ancora Susanna, dopo aver sistemato la frutta nel vassoio.

«Generoso? Dio solo può sapere cosa avesse in mente quel depravato! Per fortuna la principessa è stata così giudiziosa da affidarle una cameriera e sistemarla con la madre!» sentenziò ancora Matilde, mentre aumentava la fiamma del fuoco con del carbone.

Il caffè era quasi pronto impregnando l'aria con il suo profumo.

Sua figlia alzò gli occhi al cielo infastidita.

«Il vostro giudizio è ingiusto madre, ma perché ce l'avete tanto con il duca? È un uomo così gentile e cordiale! Papà e i contadini lo adorano e anche la principessa Eleonora lo stima molto!» lo difese Susanna, con convinzione.

La Confraternita dell'Arma BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora