Capitolo 15

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Luigi osservava sua moglie camminare avanti e indietro per la camera. Doveva ancora prepararsi per la notte, ma sembrava volesse sbollire una rabbia di cui lui ignorava l'origine. Era inquieta e nervosa, sembrava una pantera rinchiusa in gabbia.

«Cosa succede, cara?» chiese in tono mite, ignaro di quello che le era appena accaduto.

Lei si era fermata all'improvviso con il volto arrossato dall’ira.

«Quella vecchia megera, ha osato insinuare che… che…».

Non era riuscita a terminare la frase, era innominabile l'insinuazione che quella strega aveva fatto con il preciso intendo di provocarla.

Era davvero arrabbiata.

«Eleonora, calmati! Quale megera? Quale insinuazione?» le domandò lui, cercando di capire cosa le fosse accaduto.

«La duchessa! Ha offeso il Duca d'Alba e poi ha insinuato che tra di noi ci fosse qualcosa!» sibilò, tutto d'un fiato.

Il principe sgranò gli occhi attonito.

«È una donna ignobile!» concluse lei, furibonda.

Adesso si sentiva meglio, si era sfogata, ma l'indomani li avrebbe rispediti a Napoli, lei e suo figlio.

«È inaudito! Come ha potuto?» domandò Luigi, perplesso.

«Non lo so!» affermò sua moglie, contrariata, ma più calma. «Non mi sarei mai aspettata un simile atteggiamento!» sentenziò, duramente.

«Domani parlerò con Pignatelli per annullare il fidanzamento!» asserì lui, ancora più convinto della sua scelta.

«Sì, caro, Teresa non può sposare quell'individuo spregevole!».

Eleonora si era accorta degli sguardi lascivi che Pignatelli lanciava alla cameriera, soffermandosi più volte sulle rotondità del suo corpo con occhi bramosi e aveva anche  sentito il tono duro con cui aveva chiesto di Teresa.

Quell'uomo era un farabutto, non amava sua figlia e non l'avrebbe mai amata, l'unica cosa che voleva era un matrimonio d'interesse che non avrebbe mai avuto.

Mai!

Si era recata nella stanza attigua per cambiarsi ed era ritornata dopo qualche minuto, avvolta in una candida vestaglia di seta che le fasciava il corpo come una seconda pelle.

«Credo che Giuseppe Pignatelli sia interessato soltanto ai nostri possedimenti, ecco perché aveva tutta quella fretta di sposarsi» constatò, mettendosi a letto di fianco a Luigi che non attendeva altro.

«Se è così non andrà molto lontano. Stai tranquilla, amore mio, non gli permetterò di avvicinarsi a nostra figlia».

L'accolse nelle sue braccia e lei si rilassò completamente.

«Tesoro mio, non potrei mai sopportare di vedere Teresa infelice! Preferirei la morte!» affermò, con convinzione.

Lui l'ammonì con lo sguardo, zittendola dolcemente con un dito.

«Non dire assurdità! Sono stato io a creare questo trambusto ed ora tocca a me fare ordine. Nessuno si avvicinerà a Teresa se non è lei a volerlo!».

La Confraternita dell'Arma BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora