Capitolo 38

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15 maggio 1817

Le tre navi del Duca di Monteleone, capitanate da generale Riego sotto il falso nome del mercante Domenico Attila, erano approdate sulle coste del Venezuela dopo un viaggio lungo e travagliato.

Le navi avevano superato il controllo doganale nelle acque del Portogallo, ma erano state colte da una tempesta passeggera durante il tragitto, che fortunatamente aveva causato pochi danni alle imbarcazioni.

Tuttavia  il pericolo maggiore stava per arrivare.

Raggiunta la costa, un esercito armato di cento soldati aveva braccato le navi, facendo prigionieri tutti gli uomini a bordo, compreso Riego che aveva deciso di mantenere segreta la sua vera identità.

I soldati, seppur combattivi, erano molto provati.

Avevano le divise logorate da molte battaglie, gli sguardi erano duri e impenetrabili, i corpi emaciati e scarni.

Scortavano gli spagnoli lungo terre desolate e deserte, dilaniate da scontri violenti e sanguinosi.

I cadaveri di uomini putrefatti emanavano un odore insopportabile, le abitazioni circostanti era state date alle fiamme e l’odore di bruciato si confondeva con l’odore di morte.

Armi di ogni fattezza giacevano abbandonate lungo la strada e nei campi di battaglia, mescolate al sangue rattrappito e fresco di combattenti e cittadini.

Era uno scenario apocalittico.

Dopo un’ora di cammino erano arrivati ad un accampamento militare malconcio che ospitava diversi soldati.

«Aspettate qui!» affermò il capo del battaglione che li aveva requisiti, mentre gli altri si dileguavano nelle tende.

Rafael, Carlos, Pedro e Alvaro, insieme ai loro compagni italiani, erano stati incatenati l’uno all’altro con pesanti catene di ferro arrugginito.

Osservavano la scena circostante senza paura, addolorati per quelle povere anime che avevano sofferto e continuavano a soffrire.

Non potevano sorvolare su quel disastro, ma se restavano prigionieri avrebbero potuto fare ben poco, c’era inoltre la possibilità che venissero uccisi spegnendo così ogni tentativo di salvezza.

L’uomo era ritornato dopo una mezz’ora, aveva congedato le guardie incaricate di sorvegliarli e li aveva guidati nella tenda più grande, posta al centro dell’accampamento.

Stavano per entrare tutti quanti, ma il soldato li aveva bloccati con un cenno del braccio.

«Soltanto lui!» ordinò, indicando Rafael.

Il generale seguì la guardia aspettandosi l’ignoto, poteva vivere, poteva morire, solo il destino avrebbe deciso la sua sorte.

Un uomo alto e robusto dai lunghi capelli canuti lo stava aspettando, non sapeva chi avesse trovato di fronte, ma voleva guardare in faccia gli stranieri prima di prendere qualunque decisione, se si fosse trattato di Ferdinando lo avrebbe ucciso volentieri con le sue mani, tuttavia era rimasto sorpreso di trovarsi di fronte quella visita inaspettata.

«Riego!» affermò, incredulo.

Rafael non lo aveva riconosciuto immediatamente.

La Confraternita dell'Arma BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora