Capitolo 32

15 4 4
                                    

Il castello di Palermo aveva accolto i nuovi arrivati con la sua maestosa tranquillità.

Dopo aver scaricato i bagagli, con l’aiuto dei domestici, ognuno aveva raggiunto la  propria camera per riposare e rinfrescarsi.

Adrian e Teresa si erano sistemati nella stanza che era stata assegnata al duca al suo arrivo, più capiente rispetto a quella dove dormiva la principessa, dotata di un’anticamera e un bagno privato.

Prima di cena, Eleonora era andata a far visita al  marito per raccontare alla sua lapide gli eventi appena trascorsi.

Aveva adagiato sulla tomba un fascio di gerani acquistati sulla via del ritorno e si era seduta sulla panchina antistante.

Adesso era più serena, cominciava a rassegnarsi a quell’assenza ingombrante, ma non ad abituarsi, il dolore di quella perdita non era avvezzo all’abitudine e mai avrebbe potuto esserlo.

Luigi era vivo nel suo cuore e lo sarebbe stato per sempre.

Una mezz’ora più tardi era arrivata anche Teresa e insieme avevano pregato sui resti mortali del principe.

Non piansero, non avevano più lacrime da versare, ma l’una aveva trovato conforto nel silenzio dell’altra, interrotto ogni tanto da lunghi sospiri angosciati.

Erano rimaste lì fino a quando era sceso il buio, poi avevano salutato Luigi per ritornare al castello, dove Adrian e Maria Teresa li stavano aspettando.

I giorni seguenti passarono velocemente.

Adrian e Teresa avevano deciso di partire per la Spagna all’inizio della primavera che non era tardata ad arrivare.

Maria Teresa aveva lasciato Palermo due settimane prima di loro per preparare al meglio l’accoglienza degli sposi.

I lavori al palazzo di Madrid erano terminati e al suo ritorno Adrian avrebbe saldato il conto con gli operai.

Intanto a Palermo la vita scorreva tranquilla.

Eleonora e suo genero avevano elaborato nuove norme da applicare al lavoro, che impedivano ai bambini fino ai dodici anni di svolgere qualsiasi attività lavorativa, inoltre avevano creato nuove tecniche per facilitare il lavoro dei contadini nei campi testate con l’aiuto di Antonio all’inizio dell’aratura, avvenuta verso la metà di marzo, con l’impianto delle prime colture dell’anno.

Tutto sembrava procedere a gonfie vele.

I risultati erano stati ottimi e i lavoratori mostravano una maggiore motivazione che li spingeva a produrre di più, ma erano costantemente monitorati dall’amministratore che controllava la produzione e le ore di lavoro, non più di otto al giorno.

Carmela aveva aperto la sua scuola con i fondi stanziati da Teresa.

Insegnare era uno dei suoi sogni da bambina e quando Carmela le aveva proposto questa attività aveva acconsentito entusiasta.

Purtroppo non poteva fare molto per via dell’imminente partenza, ma l’aveva aiutata nell’avviamento della scuola a cui si erano iscritti numerosi bambini. Inizialmente avevano pensato di ubicarla nella villa dei Monteleone, ma, trovandosi in periferia, molti ragazzi avrebbero avuto delle difficoltà a raggiungerla, così Teresa aveva pensato di svolgere le lezioni in un locale al centro della città dove i genitori potevano accompagnare i figli più agilmente.

La Confraternita dell'Arma BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora