Capitolo 45

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Gli color miele di Alejandro la guardavano contriti, mentre Ines, turbata, lo fissava incredula.

Da quando aveva sposato Ortensia non aveva mai osato  bussare alla porta della sua camera, ciò l’aveva sorpresa, mentre il cuore  batteva impazzito sotto quello sguardo avido di risposte.

L’uomo chiuse la porta, poi si accomodò ad una sedia di legno che arredava la camera spoglia della domestica, composta dal letto, un piccolo armadio, un comodino con specchiera e un tavolino di legno circondato da due sedie molto semplici. Un vaso di fiori da giardino era l’unico tocco di colore in quella stanza monocromatica, accuratamente pulita, e diffondeva nell’aria il profumo intenso di quei fiori lussureggianti.

«Perdona la mia invadenza Ines, sono qui per parlarti di Ortensia».
Ines si era piegata in un inchino.
«Sono al vostro servizio, signore».

Il marchese l’aveva invitata ad accomodarsi di fronte a lui e, una volta faccia a faccia, la guardava incerto. Qualcosa tormentava il suo animo, tormento che traspariva limpidamente da quei grandi occhi incupiti.

«Da quando sono tornato non è più la stessa, è molto pensierosa» si fermò fissandola inquieto «Voi due siete molto intime, forse ti ha rivelato qualcosa...».

Alejandro non finì la frase, Ines aveva alzato i suoi occhi azzurri posandoli direttamente su di lui e ciò lo aveva impressionato, non aveva mai notato l’immensità e la bellezza celata al loro interno.

Ines sospirò.

Avrebbe potuto svelargli ogni cosa, ma non voleva addolorarlo più di quanto già non fosse. Sapeva che tacendo si univa ai piani di Ortensia, ma non voleva turbare la vita tranquilla e felice del suo padrone.

«Probabilmente la mia assenza è stata molto lunga e comprendo che ciò possa indurre in lei qualche malumore. Forse ti parlato in tal senso?» chiese trepidante.

Aveva l’aria di un bambino scosso da un violento choc.

«No, signore» lo informò lei placidamente, riabbassando lo sguardo.

Questa volta Alejandro aveva soffermato le sue iridi trasparenti sulla chioma fluente e castana di Ines, che le incorniciava il volto grazioso accarezzandolo dolcemente.

Una ciocca cadeva ribelle sulla fronte sfiorando il nasino alla francese e la bocca piena e ben disegnata.

Il marchese non aveva mai notato la bellezza della fanciulla, era la prima volta che la guardava così attentamente, e questa scoperta lo turbò.

«Ines...».

Dimenticò in un istante quello che stava per dire quando lei aveva ricominciato a fissarlo con la sua aria ingenua e modesta.

«Non importa!» affermò conturbato, e si era alzato intenzionato a lasciare la camera.

«Non conosco la motivazione che preoccupa la marchesa, signore» Alejandro si era fermato sull’uscio per ascoltare quella voce che per la prima volta sentiva melodiosa e soave «Ma credo che abbiate ragione» continuò lei «Probabilmente la vostra mancanza l’ha turbata al punto tale da renderla inquieta. Vi suggerisco di mostrarle il vostro amore e tutto tornerà come prima della vostra partenza!».

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