Il duca e i suoi uomini si trovavano a Monreale, un paesino vicino Palermo, per aiutare gli abitanti che avevano chiesto il loro aiuto per i danni causati dalle intemperie del giorno prima.
Al vento, intensificatosi nel tardo pomeriggio, si era unito un violento temporale che aveva scatenato la sua potenza sulla città e nei paesi vicini.
Palermo aveva subito molti danni, ma erano comunque di minore intensità rispetto alle zone attigue, stravolte dalla furia scatenata della tempesta placatasi nella notte dopo aver devastato interi raccolti.
Adrian non aveva chiuso occhio a causa delle raffiche di corrente che s'infrangevano sui cornicioni del castello e si confondevano con il boato feroce del mare, generando una sinfonia inquietante animata da lampi e tuoni costanti.
La piccola Rosalia si era svegliata di continuo, cercando la madre a suon di pianti e strilli che non aveva potuto far ritorno al castello per il maltempo. Dovette restarle accanto fino a quando non si era riaddormentata, mentre Rosa girovagava per la camera, agitata dal rombo brutale dei tuoni.
Entrambe si erano calmate quando l'uragano era cessato, così Adrian aveva potuto far ritorno nella stanza accanto per riposare un po', fino a quando Antonio aveva bussato alla sua porta con un messaggio proveniente dalla locanda. Pedro, Alvaro e Carlos avevano ricevuto diverse richieste d'aiuto da Monreale e gli chiedevano se volesse unirsi a loro nella missione di soccorso.
Aveva accettato immediatamente, inviando loro una risposta con cui li pregava di attenderlo, informandoli che li avrebbe raggiunti nel giro di mezz'ora, un'ora al massimo.
Monreale sembrava un campo di battaglia. La maggior parte dei campi era distrutta, diversi alberi bloccavano le strade e molte case avevano subito gravi danni.
Occorrevano un intervento immediato e molte braccia disposte a porre rimedio a quell'enorme disastro.
Il duca aveva assunto il comando dei lavori, affidando ai suoi compagni la gestione degli uomini e delle risorse.
Per rimettere tutto in piedi e riportarlo alla normalità non sarebbe bastato un mese di lavoro, ma loro non si sarebbero dati per vinti, tutti gli abitanti lavoravano senza sosta e in poche settimane avrebbero ripreso la loro routine quotidiana.
«Signor duca, vi siamo infinitamente grati!» affermò il parroco del luogo, in tono mite.
«Nessuna gratitudine, padre» rispose lui, prima di unirsi agli altri uomini che stavano caricando legna e mattoni per riparare le case.
«Siete un uomo molto buono!».
Adrian sorrise.«Ne siete realmente sicuro?» chiese, lasciandolo basito.
Il prete annuì, mentre il duca si allontanava verso i contadini che aspettavano le disposizioni per dare inizio ai lavori.
Odiava essere considerato un benefattore a causa della sua posizione sociale. Era suo compito, così come quello di ogni singolo essere umano, sia esso un re o un garzone, aiutare il prossimo in una situazione di necessità.
***
Teresa attendeva Adrian con ansia.
Antonio le aveva comunicato che il duca era uscito dopo aver ricevuto un biglietto.Chissà dov'era andato?
Sperava non fosse accaduto nulla di grave.
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La Confraternita dell'Arma Bianca
Historical FictionQuando il giovane duca Adrian d'Alba e il generale Riego fondarono la Confraternita dell'Arma Bianca per portare l'Europa alla libertà, non avevano considerato la grande avventura che si accingevano a compiere. Intrepidi duelli e scontri spietati ac...