KILLIAN
L'allenamento del mattino è stato estremamente sfibrante. Alcuni errori nella prima partita di campionato non sono andati giù al coach Dunn, tanto da pretendere d'ora in avanti più costanza.
Dieta, palestra e allenamento.
Pressing.
Tiro.
Pattinare.
Ad una certa non riuscivo nemmeno più a respirare, ed è stato quello il momento in cui ha fischiato e ci ha mandati tutti sotto la doccia. So anche che il coach sta rivalutando la scelta del capitano. Ogni due per tre guarda qualcuno e scrive qualcosa sul suo taccuino, per poi discuterne con uno dei suoi assistenti.
Non mi lamento. Il suo obiettivo come quello di tutta la squadra è accedere alla finale del Frozen Four e poi ovviamente vincere.
Ma anche solo arrivare lì per la Silverleaf sarà un qualcosa.
Aspetto che Jack finisca di fare la doccia, mentre da seduto sulla panca, mi asciugo i capelli con una tovaglia.
Gli altri sono troppo stanchi per dire una parola, a malapena riescono a respirare e a tenere gli occhi aperti. Il coach ci sta distruggendo con questi allenamenti doppi di prima mattina, e se prima ci allenavamo due ore e finiva lì, adesso il tempo è moltiplicato e ci si aspetta un maggiore sforzo da parte di tutti, nessuno escluso.
Quando con Jack e Gerald usciamo dagli spogliatoi, accendo il mio cellulare. Di solito lo spengo per evitare che mia madre mi cerchi insistentemente, e faccio bene.
Solo le prime dieci chiamate sono da parte sua, con altrettanti venti messaggi di suppliche.
Le ho già mandato tre giorni fa i soldi che le toccano. Ora basta.
MUM: Per favore.
MUM: Kill, per favore. Ti supplico, piccolo mio.
MUM: Do fuoco alla casa se non trovo i soldi sul mio conto entro dieci minuti.
MUM: I dieci minuti sono terminati.
MUM: Rispondi, fottuto stronzo!
MUM: Sei uno sbaglio! Mi hai rovinato.
MUM: Dovevo abortirti.
MUM: Sei nato soltanto perché credevo di riavere indietro quel figlio di puttana di tuo padre.
MUM: Sei un figlio di puttana come lui.
Scrollo verso gli ultimi messaggi che di solito sono quelli più teneri, e chiudo la sua chat quando leggo qualcosa che una mamma dovrebbe dire al proprio figlio sempre. Anche se lei lo dice quando sa che nonostante continui a infierire contro di me, nulla cambierà.
Non l'ho mai risposta ai messaggi. Non so nemmeno perché si ostina a scrivermeli. All'inizio pensavo che non risponderla significasse farle credere che non li avessi nemmeno letti, invece penso che lei sa che eventualmente prima o poi li leggerò, così continua a inviarli.
Be' ha ragione, li leggo.
Soltanto per odiarla un po' di più.
«Ti piace?» Mi chiede Jack mostrandomi un video di un gatto che porta in bocca il suo cucciolo alla padrona.
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THE PUCK PROMISE
RomansaBea ha una passione: l'hockey. Dopo essere stata infortunata, il suo unico obiettivo è riprendere da dove aveva lasciato e ottenere la qualificazione nella nazionale femminile di hockey. Killian è il nuovo arrivato, distaccato, maleducato e... irres...