LUKAS
Ho appena acceso una Marlboro.
Subito dopo aver fatto sesso mi piace fumare in santa pace.Erin è bravissima a letto, ma la sopporto soltanto mentre scopiamo. Perciò adesso me ne sto qui, in mutande, nel salotto di uno degli appartamenti del dormitorio femminile, a concedermi qualche solitaria boccata di nicotina.
Sto tornando in camera per un'altra cavalcata selvaggia, quando la vedo. Non Erin, lei se ne sta di là ad aspettarmi come l'assatanata troietta che è.
La sua compagna di stanza, quella specie di inguardabile zombie.
Uno spicchio di lei appare nello spiraglio della porta della sua camera. È quasi buio e, siccome indossa qualcosa di scuro, sulle prime noto solo gli occhi. Sembrano gialli, simili a quelli dei gatti.
Poi fa qualche passo fuori dalla camera e mi fissa in un modo inquietante, come se stesse valutando la felice idea di darmi fuoco.
È un'assoluta novità che una ragazza mi osservi con disprezzo.
Dire che di solito piaccio sarebbe una bugia, o un eufemismo: di solito, infatti, tutte le donne impazziscono per me.
Non faccio alcuna fatica ad avere intorno schiere di tipe disposte a tutto pur di avermi, di qualsiasi età, aspetto, estrazione sociale.Invece questa strana ragazza, o meglio questa spaventosa e indefinibile cosa pallida come una morta, mi scruta con evidente avversione.
Lo dico, lo ripeto e lo giuro, è la prima volta in assoluto che una donna ha una reazione del genere.
Insomma, basta guardarmi.
Sono uno schianto, e non sono tanto idiota da fingermi modesto.
Ho ventun anni, un corpo che "David di Michelangelo scansati proprio" e, come succulenta ciliegina su una torta già succulenta, scopo alla grande.I miei occhi sono di un azzurro talmente chiaro da sembrare grigio argento, e solo i veri fighi da romanzo hanno le iridi di questo colore fottutamente originale.
E i capelli? Color miele, folti, ondulati, abbastanza lunghi da permettere alle ragazze di passarci le mani attraverso e dirmi, sempre: "Hai dei capelli fantastici, Lukas, sembrano quelli di un angelo". Non che io sia un angelo, proprio no, ma avere questo aspetto rende molto facile farsi largo tra le cosce delle donne.
Nonostante il mio magnifico equipaggiamento, però, la compagna di stanza di Erin mi fissa come se fossi un topo di fogna.
Non che sia bella e possa permettersi di schifarmi.
Ha una matassa di lunghi capelli privi di forma, neri come un livido vecchio.
È bassa, magrissima, con quegli strani occhi giallastri e un sacco di piercing: una barretta curva sul margine esterno di un sopracciglio, una piccola perla sul naso, un anellino a un angolo delle labbra, e una ventina di minuscoli orecchini rotondi conficcati in ogni angolo libero dei padiglioni auricolari.Malgrado l'ora tarda è truccata pesantemente: niente smokey eyes da bambola sexy, però, ma un effetto "cantante metal strafatto". Tutta la faccia è ricoperta da un fondotinta troppo chiaro, che la fa sembrare anemica. Indossa un'orrida tuta, di sei taglie più grande, stando a come le casca addosso. In paradossale contrasto, calza delle pantofole rosa.
In pratica è un incrocio fra Samara di The Ring, Alice Cooper, un vampiro, e la fatina dei denti, se la fatina dei denti avesse la faccia piena di ferro.
«Non puoi fumare», mi dice, le braccia incrociate sul seno, ammesso che quella specie di asse da stiro che intravedo sotto la felpa oversize possa definirsi seno.
A occhio e croce ha una seconda scarsa.Le sorrido nel modo in cui sorrido quando voglio scatenare desideri e spezzare cuori, ma lei rimane del tutto indifferente.
Be', io ci ho provato a essere gentile, piccola cozza ambulante.
Si vede che ti meriti il Lukas stronzo, e visto che ci tieni tanto è proprio quello che avrai.«Con tutto il metallo che hai in faccia dovresti stare più attenta all'avvelenamento da piombo che a quello da fumo», le dico, guardandola come se fosse lei il topo di fogna. Anzi, la regina di tutti i ratti della terra.
«I miei piercing non sono di piombo», ribatte. «Apri almeno la finestra.»
«Hai un colorito così fresco», continuo, con sarcasmo. «Molto simile a quello di un cadavere solo un pochino decomposto. Fai bene a preoccuparti per la sigaretta, potrebbe darti il colpo di grazia. Comunque, piacere di conoscerti, io sono Lukas. Tu devi essere Morticia.»
Mi guarda malissimo, se potesse mi darebbe davvero fuoco. Me la figuro a versarmi addosso una tanica di benzina e poi adoperare la sigaretta per creare un falò.
«Se io sono Morticia, tu sei Lurch. Hai il suo stesso sguardo intelligente. Vuoi aprire quella cazzo di finestra?» Poiché rimango immobile a scrutarla con infinito disgusto, soffiando il fumo nella sua direzione fra un tiro e l'altro, la tipa mi oltrepassa per spalancare le imposte da sola.
A vederla da vicino mi accorgo che gli occhi non sono gialli: sono di un verde molto chiaro, simile a quello di un agrume acerbo. Forse non porta neppure una seconda, se ha una prima è già tanto, però in compenso ha delle labbra carnose.
Quando allunga le braccia per aprire la finestra noto dei tatuaggi che affiorano dalle maniche. Fiori nero catrame con qualche tocco di rosso.
Me la immagino piena di inchiostro addosso. Istintivamente penso che portarmela a letto sarebbe un diversivo: di solito non scopo con dei muri ricoperti di scarabocchi, e io stesso non sono un grande patito dei tatuaggi.
Ne ho qualcuno, ma non mi piacerebbe sembrare un murales vivente. Non si vedrebbero abbastanza bene i miei strepitosi addominali. Senza contare che, se esagerassi, mio padre mi romperebbe i coglioni fino al suo, o al mio, ultimo respiro. Comunque potrebbe essere divertente scoparmela: se avessi un esagerato gusto dell'orrido, s'intende.
«Da quanto lo hai capito?» le domando, mentre fa per tornare nella sua stanza. Lei mi ignora. Allora aggiungo spavaldamente: «Che preferisci la fica».
La sua espressione si fa ancora più oscura. Giuro che somiglia sul serio a Morticia Addams, solo più bassa, malvestita e assolutamente non sexy.
«Essere lesbica sarebbe meglio che farsi toccare da te.»
Prima di permettermi di replicare, la stronza sparisce di nuovo nella sua camera. Sento la chiave che gira nella toppa, due volte, in un modo rumoroso, quasi ostentato.
Finisco di fumare la Marlboro, e poi torno da Erin.
Mi aspetta sul letto, nuda, pronta per un altro giro di valzer psichedelico.
«La tua coinquilina farebbe paura a Dracula in persona», le dico.
Lei fa una risatina.
«Hai conosciuto Cinderella?» mi domanda, e poi ride di nuovo nel notare la mia espressione perplessa. «Si chiama Alyssa, ma io la chiamo Cenerentola, anche se sembra tutto fuorché una principessa delle favole. È sempre incazzata e silenziosa, parla solo quando deve dire qualcosa di irritante, e stai sicuro che non ha neppure un topo per amico. Però tiene tutto pulito, perciò non ho chiesto di cambiare stanza. E poi è sempre così scura e depressa che, se un bel giorno decidesse di suicidarsi, io ci guadagnerei il massimo dei voti in tutte le materie del semestre. Non si sa mai. Magari, se crepa, mi becco una A in Filosofia del diritto.»
«Ho sempre apprezzato il tuo buon cuore» le dico, chiaramente ironico, perché non c'è stronza più stronza di Erin. È una specie di iena tramutata in donna, che ride sui cadaveri degli altri. Ma fa dei pompini stratosferici, e me ne infischio delle sue uscite ciniche. Mi interessano di più le sue abilità a letto. «Adesso finiamola di parlare e diamoci ancora dentro.»
Lei ride proprio come una iena, e poi si dedica al mio uccello con la solita famelica passione.
E non mi importa più niente di tutte le cose di contorno e della vita che scorre al di fuori di questo punto preciso del mio corpo: voglio soltanto divertirmi, e che il resto del mondo si fotta.
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Beautiful Obsession
ChickLitE se l'odio a prima vista di trasformasse in amore eterno? Alyssa ha vent'anni, e chi la vede per la prima volta non può fare a meno di restare spiazzato dal suo aspetto: lunghi capelli neri, un trucco pesante che ne enfatizza il pallore naturale, p...