25. Lukas

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LUKAS


È facile restare me stesso.

Full immersion nei festini delle confraternite e delle sorellanze.
Alcol a fiumi ed erba fortissima. Partecipo pure alla cerimonia di iniziazione di due sfigati che sono costretti a lavare tutti i cessi del dormitorio maschile, lasciati deliberatamente sporchi per l'occasione, e poi a correre nudi attraverso il Campus in piena notte. E pioveva pure.

Se mi fermassi a pensare mi renderei conto di stare facendo di tutto per non pensare. 

E ci riesco, forse.
Non penso, non penso, non penso.
Mi diverto e basta. 

Mio padre è ripartito senza farmi altre prediche, Brianna ha miracolosamente smesso di rompermi i coglioni, e la vita è bella.

Bellissima, proprio.

Tutto è tornato come prima, sono circondato da ragazze, mi diverto e non penso a niente, appunto.

E intendo continuare a non pensare a niente anche a questa festa.

C'è un casino nella sede della confraternita Phi Beta Kappa. 

La festa in maschera di Halloween è un evento al quale in molti desiderano partecipare.
Gli inviti sono selezionati, non è certo possibile far entrare tutto il Campus qui dentro, ma c'è comunque una gran folla. Io mi sono mascherato da gladiatore.

Mascherato si fa per dire, sono praticamente nudo. 

Indosso un gonnellino fatto di strisce di cuoio che a ogni passo si spostano e inducono chi mi osserva a domandarsi se ho qualcosa sotto o se ho il cazzo al vento come gli scozzesi. 

Spoiler, ho qualcosa sotto, ma non sembra. 

Lungo tutto un braccio scorre una sorta di guanto di pelle borchiata che arriva fino a una spalla e si allaccia con una cinghia attorno al petto. 

Sull'altro braccio porto una polsiera anch'essa di cuoio. Al posto dei sandali indosso degli anfibi slacciati, un anacronismo storico, ma chi se ne fotte.
Il costume prevedeva anche un elmo, che ho scartato.

Intorno a me ci sono maschere di ogni tipo. 

La maggior parte delle ragazze ha optato per la versione sexy di qualsiasi cosa.
 Infermiera sexy, vampira sexy, piratessa sexy, giullare sexy, strega sexy e addirittura suora sexy. In pratica, più che una festa in maschera, è una festa senza maschera

Incluso il sottoscritto, visto che in pratica me ne vado in giro in mutande.

Cameriere sexy, della sorellanza Tau, servono bevande che dovrebbero essere analcoliche, ma ovviamente non lo sono. In una stanza si fuma erba buona. In un'altra si balla.
La musica in sottofondo è più da rave che da festa a Yale.

A un tratto mi si avvicina una ragazza mascherata da infermiera non solo sexy ma anche psicopatica, stando alle finte chiazze di sangue che ha sull'abito corto e aderente. 

Riconosco subito Erin. Ha in mano una bottiglia di birra mezza scolata.
Mi si struscia addosso come una gatta affamatissima e ruffiana.

«Non sei più venuto a trovarmi», mi dice, e non è difficile notarle tette e culo perché 1) ha un reggiseno che gliele solleva praticamente fino al mento, e 2) la scollatura le arriva all'ombelico. «Mi manca tanto il tuo Magnum al cioccolato. Nessuno è come te.»

«Mi sa che dovrai ripiegare su un gelato diverso, perché ho il dovere di farmi gustare anche da qualche altra intenditrice», le rispondo, con distacco. Non mi sento in alcun modo lusingato, eccitato, tentato. In un altro momento la asseconderei, e non è escluso che alla fine le concederei un assaggio, ma stasera sono del tutto indifferente. La mia risposta sembra tirata fuori da un repertorio standard di frasi ambigue barra allusive barra porche. La pronuncio come leggerei una manciata di numeri a caso sull'elenco del telefono.

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