14. Alyssa

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ALYSSA


Dormo praticamente per tutto il viaggio. 

Vorrei restare sveglia, eretta, fiera, ma crollo come una bambola di stoffa svuotata dai cenci che la riempivano. Non ci fermiamo neanche una volta. In quattro ore arriviamo in Connecticut. 

Lukas ha guidato in perfetto silenzio, e mai neppure un commento, cortese o sgarbato che fosse, è uscito dalle sue labbra.

Quando apro gli occhi stiamo per entrare a New Haven. È notte, e mi ritrovo con il suo giubbotto addosso. Mi ha coperta mentre ero addormentata?

Nei pressi del Campus si ferma.

«Ti accompagno al tuo dormitorio», dice. «Per stanotte Hemingway puoi tenerlo lì, da domani ti inventerai qualcos'altro.»

«Erin non me lo permetterà. Una volta era brilla e mi ha raccontato di quando aveva un cane, da piccola, e di quanto lo odiasse perché i suoi genitori lo trovavano più simpatico di lei. A un tratto pare sia morto. Non ho indagato su come è successo. Ho avuto paura che me lo rivelasse.»

«A Erin penso io», dichiara lui, freddamente.

«In... in che senso?»

«Dammi il tuo numero di cellulare.»

«Cosa?»

«Appena puoi salire ti mando un messaggio.»

«Ma cosa... In che modo?»

Un sorrisetto malizioso gli stende le labbra.

«Conosco solo un modo per tappare la bocca a quella stronza.»

«La consideri stronza?»

«La più stronza», ammette lui senza scomporsi.

«E ci vai a letto lo stesso?»

«Sai quanto me ne frega. Mi serve solo per scoparci ogni tanto.»

«Non vorrei deluderti, ma non scopa solo con te.»

«Questo dovrebbe deludermi? È una delle ragioni per le quali la preferisco. Non vuole esclusive, non cerca l'amore, e dopo che ci siamo divertiti è la prima a dirmi di togliermi di torno. Non fa come alcune che poi vogliono che me le coccoli.»

«Oh, che pretese mostruose», commento ironica. «Certo, è meglio avere a che fare con una sociopatica che ammazza i cani piuttosto che con una ragazza che ti chiede di coccolarla.»

«Assolutamente sì. Il solo pensiero di fermarmi in un letto, insieme alla tipa di turno, dopo il sesso, mi fa venire la nausea. Le tenerezze post coito sono un vero e proprio film dell'orrore. Per non parlare di tutte le menate sui sentimenti.»

«Non oso chiederti cosa intendi. Temo che le tue teorie siano la quintessenza del cinismo.»

«Non è cinismo, è realismo. Per esempio, lo sapevi che l'innamoramento è una specie di malattia? Colpisce il cervello coi sintomi di un vero e proprio disturbo mentale. I livelli di alcuni ormoni sono gli stessi di una patologia ossessivo compulsiva. Per fortuna chi si ammala poi guarisce.»

«Sei l'ultimo dei romantici», osservo, sempre più mordace.

«È la verità, non lo dico io, hanno fatto degli studi accreditati in merito. Chi si innamora è fondamentalmente un pazzo. Un pazzo non irrecuperabile. Pare che questa specie di disturbo duri sei, massimo nove mesi. Dopo si torna a essere sani e lucidi. Peccato che molti coglioni in quei mesi di nebbia mentale si impegnino, si sposino, facciano figli, così, quando la malattia è passata e potrebbero tornare liberi, si ritrovano fottuti.»

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