17. Lukas

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LUKAS


Non vado spesso alla sede della confraternita quando non ci sono feste scatenate, per cui il mio arrivo sorprende tutti. 

Appena entro mi rendo subito conto che c'è un gran fermento.
È presto spiegato: si stanno organizzando per una cerimonia di iniziazione. In pratica in piena notte e del tutto a sorpresa, in modo da farli quasi morire d'infarto, andranno a prelevare un paio di coglioni dalle loro stanze al dormitorio, e li sottoporranno a una serie di prove ai limiti della legalità.

 A differenza di quel che crede la gente, non avviene così tutte le volte. Io, ad esempio, sono stato ammesso senza essere sottoposto a nessun sadico collaudo. Di solito queste prove riguardano i pochi richiedenti che non hanno santi in paradiso. Insomma gli sfigati, le nullità sociali, i borsisti.

Chissà cosa avranno ordito per stanotte.
Spero non ci scappi il morto.

In ogni caso vengo accolto con entusiasmo.
Pacche sulle spalle, ehilà vecchio puttaniere, ogni tanto ti fai vivo, vuoi una canna, ho uno scotch che fa resuscitare i morti, hai sentito dell'ultima scommessa di Jeffery?

Ecco, lo sapevo che avrebbero tirato fuori il discorso e non ci sarebbe stato bisogno di porre domande. I segreti della Phi Beta Kappa non varcano mai queste mura, ma non c'è verso che i confratelli riescano a tenere chiusa la bocca quando siamo tra di noi. Jeffery se ne arriva con un'aria soddisfatta.

«Stavolta, se vinco, vinco forte», mi dice, dopo avermi dato l'ennesima pacca sulla spalla di questa serata. Mi si siede vicino, tira fuori una canna, la accende e se la fuma. Mi offre di fare un tiro, ma rifiuto con un cenno distaccato. «E pensa che è pure figa. Cioè, vado a questa festa pallosa organizzata dal rettore, un anniversario di non so cosa. Mio padre mi rompe sempre i coglioni affinché partecipi a questi incontri, dice che si creano sempre vantaggiosi rapporti, per cui ci sono andato, e c'erano delle cameriere che servivano i cocktail, e all'improvviso vedo questa. Piccolina di statura, ma uno spettacolo nel complesso. Labbra da pompino, giuro. Insomma, una bocca così è fatta per succhiarlo. Finora labbra simili le ho viste solo alle tipe di YouPorn, e di sicuro quelle non erano naturali. Le sue lo sono, ci metterei una mano sul fuoco. Pensavo facesse parte del personale esterno, e invece ho chiesto in giro e ho scoperto che è una studentessa, una che fa questi lavoretti per pagarsi quello che non riesce a coprire con la borsa di studio. Ancora non ho capito come sta messa a tette, ma ho la sensazione che non avrò brutte sorprese. Purtroppo ha un difetto: è frigida come la morte. Farla cedere sarà difficile, ma proprio per questo il montepremi è da sballo. La conosci, credo, almeno di vista, è la compagna di quella gran puttana di Erin Grantham, e tu ed Erin, a quanto pare, festeggiate spesso insieme.»

Gli sorrido, ma è un sorriso di ghiaccio.
Vorrei prendere quella fottuta canna e spegnergliela negli occhi.
E poi vorrei dirgli che se pensa di mettere le mani addosso ad Alyssa si sbaglia.

«Credo che questa scommessa la perderai», dichiaro, continuando a sorridergli come farebbe un serial killer con tutte le rotelle fuori posto.

«Naah, vincerò, invece. Fa resistenza, e ha l'aria di una che scopa poco, ma è chiaro che ha bisogno di una ripassata. Se vuoi puntare contro di me, libero di farlo, ma perderai.»

«Non scommetto né contro e né a favore. Perché tu molli la scommessa.»

«E questo chi lo dice?»

«Lo dico io.»

Jeffery mi guarda con sospetto, poi con stupore, infine scoppia a ridere.

«Ho capito!» esclama. «Te la vuoi scopare tu! Pensi di essere più persuasivo di me? Il gruzzolo ti fa gola o... non mi dire che ti piace la ragazza? Sarebbe una notizia bomba! Il più grande puttaniere di Yale ha mollato gli ormeggi?»

«Non dire stronzate», replico, serissimo.

«Allora vuoi fare a gara con me? Ben venga, renderà più interessante la competizione! Ehi, ragazzi, Luke si candida per la scommessa!»

Non faccio in tempo a replicare, che una piccola folla di stronzi esagitati si raduna nel salotto.
La notizia crea fermento.
Blaterano come animali da cortile.

Ok, devo giustificarmi in qualche modo, oppure si metteranno a fare ipotesi per cercare di capire come mai Lukas Walton si comporta in modo strano. 

Sarebbero capaci di inventarsi le più grandi cazzate – Lukas è innamorato, Lukas è geloso, Lukas si è rincoglionito – e di fottermi la reputazione.

Per cui, passi la faccenda della scommessa, e passi qualche commento da stronzo, se serve a dirottare altrove l'attenzione e a non far capire che strano sono strano, in effetti.

Fottutamente strano, per Dio.

Mezz'ora dopo, quando tutti tornano ai preparativi della loro iniziazione, e io resto di nuovo solo con Jeffery, mi faccio accompagnare fino alla porta, e lì gli sorrido ancora come sorridono i pazzi. Labbra apparentemente stese e sguardo che susciterebbe l'ammirazione di Hannibal Lecter.

«Prova a ricorrere a uno dei tuoi sistemi», gli dico, da vicino, con voce minacciosa, «e pregherai Dio di essere arrestato e di passare il resto dei tuoi giorni in galera, piuttosto che avere a che fare con me.»

Devo aver parlato in un modo convincente, perché Jeffery mi osserva stranito ed è come se, per la prima volta, si rendesse conto che non lo considero un amico, non lo considero un degno rivale, e neppure un essere umano particolarmente meritevole di stare al mondo. Credo di indossare una maschera horror, in questo momento, perché, sul serio, Jeffery ha paura di me.

«Ok», dice. «Gioco leale.»

Mi stringe una mano. Vorrei stritolargliela, ma faccio finta di accettare la promessa e gliela stringo anch'io.

In tutto ciò, quando lascio la sede della confraternita, pur sapendo che rifarei tutto alla stessa maniera, non smetto di chiedermi perché, perché non tollero neanche l'idea di Alyssa maltrattata, perché voglio proteggerla, perché voglio aiutarla, e perché, ripensando a come mi sono comportato con lei all'inizio, mi sento una totale merda.

Non è che sono stato punto da qualche tipo di insetto radioattivo e mi sto trasformando in uno degli Avengers?

In tal caso, e lo dico senza presunzione, sarei più figo di Thor.

***

Giro intorno alla tentazione per un po'. Mi sento bruciare dentro. Bruciare, giuro, come se fossi fatto di fuoco.

Non sono un tipo paziente, io. Non ce la faccio a tornare a casa come se nulla fosse, e non ho voglia di raccattare una puttanella qualsiasi.

Non ho voglia di puttanelle, stanotte.

Voglio Alyssa.

Lei, proprio lei. Solo lei.

E allora faccio la cazzata.

Le mando un messaggio.

Erin è tornata?

Non mi fa il torto di domandarmi chi sono, quindi significa che ha conservato il mio numero in rubrica.

No, mi dispiace.

Ti dispiace?

Sì, se me l'hai chiesto perché hai deciso di voler stare con lei.

Voglio stare con te. Posso raggiungerti?

Silenzio, interi minuti di silenzio durante i quali mi sento un idiota.

Ok, per stanotte si va in bianco, non ho nessuna voglia di scopare in giro.
Da domani mi attrezzerò per nuove avventure, ma stanotte mi sento assurdamente vuoto. 

E magari sarò io a cambiare idea, le dirò che questo esperimento non si può fare, che non ho di sicuro la pazienza che spetta a una ragazzina violata, che non avrei dovuto accettare un accordo così svantaggioso per entrambi. 

Per me, perché sono abituato a scopare duro, e per lei, perché ha diritto a essere accompagnata con mano leggera verso la riconquista della propria sessualità. Le scriverò un messaggio domani, e poi cancellerò il suo numero, e poi... poi il cuore fa un salto.

Sì.

Hai capito cosa intendo, Alyssa?

Certo che ho capito. Ti aspetto.

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