5. Alyssa

283 21 11
                                    


ALYSSA


Non siamo una compagnia molto bene assortita.
Io guido in silenzio mentre la notte inghiotte l'interstatale, Dinka ed Everton parlottano per i fatti loro seduti sul sedile posteriore, e Lukas se ne sta sprofondato sul sedile del passeggero, in una posa a dir poco adatta a farci beccare una multa: non indossa la cintura di sicurezza, ha le gambe allungate sul cruscotto, gli auricolari dell'IPod nelle orecchie e, mentre ascolta non so cosa, mi scocca occhiate che sanno di vendetta tremenda vendetta.

«Fermati alla prossima stazione di rifornimento, stronza», mi dice a un tratto. «Ho bisogno di un po' di ghiaccio per le palle.»

«E dai, Luke», lo rimprovera Every dal sedile posteriore.

«E dai che?» lo rintuzza lui. «Per colpa sua ho i coglioni che vanno a fuoco, e se il cazzo non mi funziona più la denuncio.»

Every sta per aggiungere qualcosa di polemico, quasi certamente un invito al suo amico affinché adoperi un linguaggio meno grezzo, ma io lo precedo.

«Cos'hai al posto del pene, una banana fradicia, che basta così poco a renderti impotente?» domando divertita.

«Dovreste concedervi, e concederci, una tregua», continua il suo amico, leggermente sporto in avanti tra i sedili.

Lukas mi rivolge l'ennesima occhiataccia.

«Se la tua bella doveva portarsi dietro una balia, ne poteva cercare una più simpatica. E più figa», dice poi, continuando a osservarmi come se fossi una blatta che guida male l'auto.

«Lyssa è simpaticissima e fighissima», commenta Dinka, che ha questa strana idea che io sia carina e coccolosa. 

Sono brusca per la maggior parte del tempo, ma è come se lei vedesse in me qualcosa che credevo di aver imparato a nascondere. Non siamo amiche d'infanzia, non mi ha conosciuta quando ero fragile, e non le ho raccontato i dettagli del mio passato, eppure lei mi vede

Lei sa che il mio sarcasmo è il lato opposto delle lacrime. Che una volta mi fidavo e speravo nel futuro. Che sognavo principi e baci mano nella mano nonostante fossi immersa nel pattume fino al collo.

Adesso quella Alyssa non c'è più, ma Dinka è convinta che ci sia ancora.

Lukas emette un versetto disgustato.

«Oltre che deliziosa quanto un agente delle imposte, ha pure il cervello bacato. Mi ha colpito senza motivo!»

«Ho il sospetto che il motivo ci fosse, Luke», commenta Everton con ironica confidenza. «Anzi, mi sorprende che le ragazze non ti prendano a calci ogni giorno della tua vita, visto come le tratti.»

Di nuovo, Lukas fa una risatina indisponente.

«Le tratto benissimo, con me hanno almeno tre orgasmi a notte. E tu, Morticia, fermati a una stazione di servizio, oppure giuro che mi accendo una canna qui dentro e se ci ferma un'autopattuglia confesso che la spacciatrice sei tu. E qualcosa mi dice che il motivo per cui temi la polizia non è l'erba che potrei fumare. Sarebbe una quantità modica, io ho ventun anni, e nello stato di New York non è reato. Di' la verità: se ti perquisiscono lo zaino trovano la tua amichetta non denunciata. E quello sì che sarebbe un bel casino.»

Non rispondo. Fisso la strada e trattengo un vomito di parole sempre più accese, lontane anni luce da qualsiasi tentativo di diplomazia.

Se non fosse Dinka a chiedermi di fermarmi alla prossima Exxon, giuro che lo stronzo dovrebbe supplicarmi o assassinarmi per farlo.
E se non dovessi fare io stessa la pipì, aggiungo. Ma siccome è la mia amica a chiedermelo, e quando sono nervosa mi scappa più spesso del normale, imbocco l'uscita per la stazione di sosta.

Beautiful ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora