seven

1.2K 67 36
                                    

Vybes's POV.

« "You better never let it go". Devi conectar "let" y "it" como se fossero una sola parola, ¿comprendido
Ester ed io siamo seduti in cucina da un'ora, mentre la ballerina cerca di insegnarmi l'inglese, fallendo.

Non so perché, non riesco a concentrarmi e, di conseguenza, a capire.

Mi tolgo il mio solito cappellino dalla testa, lanciandolo dall'altra parte del tavolo.
«Basta, ci rinuncio. Tra spagnolo, italiano e inglese mi viene da parla' francese» sbuffo.

Gli occhi chiari di Ester si coprono con uno sguardo severo.
E il mio cuore inizia a battere più velocemente.

«Gabriel, non dire cavolate. Estamos aquí per farti imparare una lingua, ti aspettavi fosse facile? Que no es. Fuerza, ripeti» ordina la biondina, indicando il foglio su cui siamo da, precisamente, sessantadue minuti.
Alzando lievemente le sopracciglia, mi rassegno al mio destino. «Ai suoi ordini, chef»

Il profilo di Ester è perfetto. Ha il naso dritto e le ciglia lunghe.
Fin troppe volte mi perdo a guardarla. Cazzo, dalla prima volta che l'ho vista e ha ricambiato il mio "aoo?" il mio cuore si è sciolto.
Ogni volta che parliamo o, banalmente, i nostri sguardi si incrociano mi viene istintivamente da sorriderle. Sento una strana elettricità tra noi, dal primo giorno all'altro pomeriggio sul mio letto, a questo momento.

«¿Por qué me miras?» mi chiede la ragazza, inchiodandomi con i suoi occhi ora addolcitisi per
via del sorriso che si fa spazio sul suo volto.
«Non posso?» ribatto.

Sono sicuro di avere l'espressione di un pesce lesso.
Cristiana, che passa dalla cucina, non si risparmia dal farmelo notare, facendo un cuore con le mani.

Ignoro la cantante, troppo concentrato sull'elettricità che riesco a percepire tra me e la bionda.
Se di solito sono uno che tende ad evitare l'eye-contact, con Ester mi viene naturale ricambiare il suo sguardo.

Il sorriso dapprima presente sui nostri volti è sparito. Nessuno dei due sa cosa dire, o forse non vuole dire nulla.

A risvegliarci dalla nostra bolla è Pietro, che entra in cucina facendo baccano e si siede sulla sedia davanti a noi, dall'altra parte del tavolo.

Gli lancio un'occhiata irritata, che scema nel momento in cui vedo il suo ghigno sullo labbra.
Ester, però, mi precede qualsiasi domanda io stessi per fare. «Qué hai fatto?»
TrigNO allarga il suo sorriso. «Io e Chiara. C'è qualcosa tra di noi che...mamma mia, non lo riesco a spiegare»

Spalanco la bocca, sgomento. «Frate' ma che sei impazzito? C'hai la ragazza, fuori!» esclamo, mentre il romanaccio che è in me esce fuori.
«Avevo. Ho risolto» mi corregge il moro.
L'espressione sulla mia faccia è indescrivibile.

Ester scuote la testa. «Sólo dime que non l'hai tradita»
Pietro scuote la testa. «No, io e Chiara non abbiamo fatto mai nulla. Sento solo una forte connessione tra di noi e so già come andrà a finire»
«Cabrón boludo de mis cojones» borbotta la biondina, provocando una risatina da parte mia e un'occhiata interrogativa del cantante.

«Cosa? Non ho capito?» chiede quest'ultimo, mentre Ester si alza.
«Nada, solo una cosa: comportati bene en esta situación» risponde con un gesto della mano, prima di uscire in giardino a fumare con le altre ragazze.

Osservo i capelli biondi della ballerina ricaderle sulla schiena dritta, in morbide onde che mi fanno venire voglia di accarezzarglieli.

«Merda frate', pensavo di essere messo male ma tu sei peggio» bofonchia Pietro, divertito. 
Prendo la proma cosa che mi capito sotto tiro (precisamente, una bottiglietta di the alla pesca) e glielo lancio addosso.
«Ma statti zitto, coglione. Io non avevo nessuno che mi aspetta a casa».

Forse ho un po' esagerato, perché lo sguardo di Pietro di spegne.
«Scusa, too much. Però siamo amici e gli amici si dicono anche quando qualcosa è sbagliato» mi alzo, raggirando il tavolo e raggiungendo il mio compagno di stanza.
TrigNO annuisce, andando poi a scuola per le lezioni.

Ester's POV.

Quando torno in camera è sera inoltrata. Ho passato la giornata in sala a provare per la puntata. Deborah mi ha assegnato una coreografia neoclassica sulle note di "Muse" di Isabel LaRosa, che mi piace tantissimo.
Dopo le lezioni con la maestra e i professionisti ho aiutato Vybes con l'inglese, come promesso.

Ho letto le sue barre e sono rimasta a bocca aperta. "Lose yourself" non è una canzone facile, ma il ragazzo è stato abilissimo nello scrivere delle strofe così piene di significato.

La mia stanza è buia, ma Rebecca e Alessia sono ancora sveglie, intente a parlottare.
«Hola» saluto le due ballerine, buttandomi sul letto.
«Ciao chica, come è andata oggi?» mi chiede la prima, rigirandosi tra le coperte.
Racconto alle due brevemente della mia giornata.

«Non so te, Reby, ma ho il presentimento che ci sia una bella simpatia tra Ester e Gabriel» osserva ad alta voce Alessio, rivolta all'altra coinquilina.
Alzo gli occhi al cielo, mentre le due ridacchiano come ragazzine.
Faccio per ribattere, ma la latinista mi precede. «So che ne avevamo già parlato e che vi stavate conoscendo e bla bla bla, ma ora le cose sono cambiate»

Mi duole ammetterlo, ma anche secondo me le cose tra noi sono cambiate.
Mi concedo un sospiro, mentre Rebecca si tira a sedere per seguire meglio il discorso.
«Es verdad, ci siamo avvicinati molto nell'ultima semana, da quando è successa quella cosa. Passiamo mucho tiempo insieme e mi piace parlare con lui. È gentile e me hace réir».

Il volto di Alessia si apre in un sorriso, mentre attende una conclusione del mio monologo. «Ti piace?» chiede, impaziente.
«No lo sé, voglio vedere come va».
Involontariamente, mi ritrovo a sorridere.

Sin dal primo giorno che Deborah mi ha assicurato un posto nella scuola ho percepito un qualcosa tra me e Vybes, ma non riuscivo a dargli una fonte. Forse perché stavo con Javier ed ero convinta di amarlo, ma ci ho pensato molto e non credo di essere mai stata davvero innamorata di lui. Ci vivevamo poco, non vedendoci.

Alessia e Rebecca si scambiano uno sguardo, prima di lanciarsi addosso a me e stringermi in un abbraccio.
Scoppio a ridere, seguita dalle due.
«Tanto lo sappiamo già come va a finire» mi canzona Rebecca, iniziando a farmi il solletico.

Le due ballerine non la smettono di solleticarmi i fianchi finchè le mie risate non diventano talmente forti da far venire Diego a bussare alla nostra porta per dirci di abbassare il volume.

«Os quieros, brujas» mormoro, ancora con il fiatone.
Alessia emette un sospiro indignato. «Streghe non ci chiami, a noi!» esclama, ricominciando a farmi ridere.

𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora