five

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Vybes's POV.

«Spero di non storpiarlo un'altra volta...Vybes».
Maria De Filippi mi risveglia dal mio stato di trance. Con il cuore a mille, raggiungo il centro del palco.
La terza puntata di Amici è iniziata da un po', a giudicare noi del canto c'è niente meno che Fiorella Mannoia e dire che l'ansia mi sta divorando è un'eufemismo.

«Canto "Albachiara" di Vasco» mormoro al microfono, sistemandolo sull'asta con mani tremanti.
Inizio a cantare, impacciato, mentre continuo a cercare di infilarmi l'in-ear nell'orecchio.
Vedendo la mia difficoltà, Maria interrompe la base.

Faccio un respiro profondo, guardando verso i miei compagni per calmarmi. Tutti sorridono, tranne una.
«Scusate, ci tengo molto a questo pezzo, quindi sono un po' agitato» mi giustifico.

Ricomincio a cantare, mentre la melodia di Vasco invade lo studio.
Le barre che ho scritto sono anche state la parte più complicata da provare e interpretare.

Finisco la canzone con il pubblico che ha già iniziato ad applaudire.
I ragazzi dietro di me sorridono e battono le mani. Tutti.
Il mio professore sembra molto soddisfatto, così come Maria.
La Mannoia annuisce con la testa.

Mi lascio andare ad un profondo respiro.
Ce l'hai fatta, Gabri, non hai deluso nessuno.

«Sono per mamma le barre?» chiede la conduttrice, ricevendo una risposta affermativa da parte mia.
Spero che anche lei da casa sia soddisfatta di me.

«Allora, Vybes. Da quello che ho capito, hai scritto per tua madre. Ed è una cosa molto bella, tutti dobbiamo capire, soprattutto voi giovani, che la musica non è fatta soltanto da canzoni per la vostra "lei". Con le tue barre mi sei arrivato molto, bravo» si complimenta Fiorella Mannoia.
Ringrazio e, con un piccolo sorriso, torno a posto. Tuttavia, non so perché, ma non riesco ad essere pienamente soddisfatto di me stesso.

La puntata va avanti con le altre esibizioni di ballo e di canto.
Alla fine, ultime delle due classifiche risultano Teodora e Senza Cri, che dovranno affrontare una sfida la settimana prossima.
Dopo la sfida di Sienna e diversi compiti, Maria annuncia il gioco dei palloncini fatto anche la scorsa puntata.

«Abbiamo un bigliettino negativo per Alessia e uno per Nicolò. Positivi per TrigNO, Luk3, Diego, Ester, Chiara e Rebecca» afferma la conduttrice, leggendo da uno dei suoi cartellini blu.
«Chi viene?» chiede poi. Ester alza la mano, raggiungendo Maria con una corsetta.

Il mio cuore riprende a battere all'impazzata.

«Non è un pregiò né un difetto. È un biglietto di scuse, per non aver mostrato empatia nei tuoi confronti. Mi dispiace non aver capito subito che sei una ragazza che dà tanto peso alle parole e soprattutto aver giudicato una situazione in cui non c'entro. Hai un'anima purissima» legge, fermandosi ogni tanto per rileggere le parole più complicate.

Nel frattempo, sento lo sguardo di Pietro addosso.

«Sai chi potrebbe essere?» domanda Maria, pur sapendo già la risposta.
Ester non perde tempo a guardarsi intorno e punta il dito verso di me.
Sento la faccia e le orecchie tingersi di rosso. Me lo merito.

Maria guarda la ballerina, che nel frattempo mi guarda con un micro sorriso. «Che dici, lo perdoniamo?»
«Veremos» afferma la bionda, prima di tornare al suo posto di fronte a me.

Dopo l'ultima gara di ballo, Maria manda la linea a Verissimo e noi siamo liberi di tornare in casetta.

* * *

Mi sto rilassando sdraiato sul letto prima di cena, quando qualcuno bussa alla porta.
«¿Puedo?» la figura di Ester fa capolino dalla soglia. Annuisco, facendole spazio sul mio letto.
La ballerina si siede ai piedi di esso, incrociando le gambe.
«Fai le cose in grande, quando tienes que hacerlos, eh?»

Scoppiamo entrambi a ridere.
«Sì, ma scherzi a parte, volevo scusarmi veramente. Ho sbagliato a giudicare te e lui» mi passo una mano sulla nuca, imbarazzato.
La bionda scuote la testa. «Tenías razón»
«Avevo ragione? In che senso?» aggrotto le sopracciglia.

«Mi tradiva. Todas las noches en la discoteca. Da sei mesi. E io come una estúpida che credevo a tutto quello che él me dijo».
Gli occhi chiari di Ester si riempiono di lacrime. Durante la puntata aveva anche ballato bene, guadagnandosi un'onesta terza posizione. Aveva anche riso più volte.

«Oh cazzo, mi dispiace. Quando l'hai scoperto? Come?»
Con voce rotta, la ballerina inizia a spiegarmi. «Lo hanno visto le mie amiche e hanno preguntó in giro. Ogni sera una diversa da almeno seis meses. Me lo hanno detto prima al telefono»

Facendomi ancora più stretto sul letto, la invito ad avvicinarsi.
«Vieni qui».
Ester si sdraia accanto a me, aggrapandosi alla mia felpa e stringendosi in un abbraccio. Inizia a piangere sulla mia spalla, mentre le stampo un bacio tra i capelli. Profumano di buono, misto tra vaniglia e ammorbidente.

«Non piangere, stella. Non ne vale la pena. Scommetto che stando qui in casetta e nella scuola lo dimentichi entro due giorni» sussurro dopo un bel po' di minuti di silenzio.
«¿Dices?» chiede con voce speranzosa, incastrando i suoi occhi nei miei.
Le parole non arrivano alla bocca, così mi limito ad annuire.

«Gracias. Para todo» soffia sul mio collo, facendomi scattare subito sull'attenti.
«Non ho fatto nulla» balbetto.

«Tu che hai? Te veo triste» mi chiede Ester, sollevando il busto. 
«Ho litigato con Pietro. Me la sono presa per una cosa che ha detto»
«Vi siete parlati?»
Scuoto la testa. «Siamo entrambi un po' orgogliosi, quindi mentre io sono qua con te, lui sarà sicuramente fuori a parlare con gli altri». 

Senza dire una parola, la ballerina si alza dal letto, lasciando una sensazione di vuoto accanto a me. «Esperas» mi dice, prima di sparire dalla porta. 

Dopo pochi minuti, la biondina rientra nella mia camera, seguita proprio dal mio compagno di stanza dai capelli corvini. «...entiendes?» punta il dito verso Pietro, che annuisce. 
Ester mi saluta con la mano e un piccolo sorriso sul volto, prima di uscire nuovamente dalla mia stanza. 

TrigNO prende posto sul suo letto. «Scusami, fre'. Non era un commento con l'intenzione di offenderti. Volevo smorzare la tensione, visto che ti ho visto un po' giù per il quinto posto» 
«Non preoccuparti, frate'. Ho capito, solo che mi è rimasta un po' qua la battuta visto che era un pezzo a cui tenevo. Ma tutto a posto, davvero» lo rassicuro. 

Sono un tipo un po' permaloso, specialmente quando si parla di cose a cui tengo. 
E "Albachiara" era una di queste. Volevo far sapere a mamma quanto le sono grato e riconoscente per avermi sempre supportato nella musica e nella vita. 

Con un sorriso malizioso, Pietro fa un cenno con il capo verso la porta. «Quindi? Perdonato». 
Scoppiando a ridere silenziosamente, gli lancio un cuscino contro. «Perdonato. Ma comunque avevo ragione, lo spagnolo non era buono e caro come voleva far vedere».  

𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora