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Vybes's POV.

Dentro di me regna il caos.
Ho saputo fin dall'inizio di provare qualcosa nei confronti di Ester, ma essere arrivato tanto così a baciarla me lo ha fatto realizzare. Io voglio baciarla.
Voglio conoscerla, passare del tempo con lei non come semplici conoscenti, essere il suo confidente e la sua spalla, ma anche il ragazzo a cui non può resistere.

Non ho mai provato niente di simile a ciò per una ragazza, mai nella vita. E sì che me ne sono piaciute di pischelle nei miei ventuno anni di esistenza sulla Terra.
Ma mai nessuna è mai stata in grado di scombussolarmi lo stomaco e il cuore con un solo sguardo.

Dall'altra notte non faccio altro che pensare al nostro bacio mancato. So che lo voleva anche lei, come anche so che si è appena lasciata in malo modo.
Non voglio mettere pressione a Ester, ma penso che se non mi decido a baciarla potrei impazzire.

Come se i miei pensieri l'avessero evocata, la ballerina entra in casetta.
È quasi ora di pranzo di un martedì qualunque, stamattina abbiamo avuto le nostre lezioni e ne avremo anche nel pomeriggio.
Eppure, sento che qualcosa non va.

Gli occhi di Ester sono privi della scintilla che le vedo sempre quando balla o torna dopo ore di allenamento.
Cammina di filato verso la sua camera, senza salutare nessuno.

Evidentemente, a Pietro non sfugge il mio sguardo.
«Seguila, dai» mi esorta il mio compagno di stanza, mentre mescola il sugo per la pasta.
Il cantante sa tutta la storia, così come Ilan. Non appena ho potuto gli ho raccontato della scorsa mattina, e loro hanno proceduto innanzitutto con il darmi del coglione per aver affrettato le cose, poi consigliandomi di aspettarla se sono così tanto "sottone" da non poter fare a meno di lei.
E purtroppo appartengo a quest'ultima categoria.

«Ma che la seguo, frate', non so manco se mi vuole parlare» sbuffo.
Trigno sospira, posa il mestolo e mi invita a seguirlo.
Non appena arriviamo davanti alla porta della stanza arancione e bussiamo, ci arriva un'esclamazione in spagnolo non compresa da nessuno dei due.

Così Pietro decide, come un vero gentiluomo, di entrare lo stesso. «Ma Pie', che cazzo fai...» bofonchio, seguendolo però in stanza.

Ester è sdraiata a pancia in su sul letto, con gli occhi lucidi e i capelli biondi sparsi sul cuscino.
«Cosa non capite di "quiero estar solo"?»
Il mio amico prende posto sul letto accanto al suo, mentre io rimango sulla porta, incerto se andarmene o restare.

Capendo le intenzioni di Pietro (che a quanto pare è entrato in mood psicologo e mental coach), la ballerina sospira e mi invita a sedermi con un cenno della testa.

«Che succede?»
Ester si tira a sedere, con uno sguardo più afflitto che mai. «La maestra Celentano mi ha asignado una coreo con i tacchi. È molto sexy, y no lo creo di poterla fare bene».
Spalanco gli occhi alla sua spiegazione, mentre Trigno mi lancia un'occhiata maliziosa.

«Facci vedere» la invito. Mi rendo conto solo dopo della frase fraintendibile che ho appena pronunciato.
«Intendevo se hai un video, qualcosa...» borbotto.

Finalmente il volto di Ester si apre in un sorriso.
E il mio cuore fa una capriola.

Dopo aver recuperato l'iPad, la biondina ci mostra il filmato.
E, cavolo, è davvero un pezzo sexy.
Pietro sembra si stia godendo la sua commedia preferita, perché continua a ridere sotto i baffi.

Ester lo nota, al che lo mette in guardia. «Chiara también ha un pezzo simile».
Immediatamente il sorriso sul volto di Trigno sparisce, lasciando posto ad un'espressione rigida. E stavolta sono io a ridere.
«Comoquiera, esto livello es muy avanzato» sospira la ballerina.

La conversazione va avanti ancora un po' ed a un certo punto Pietro decide di andarsene dalla stanza.
Pare che pian piano Ester si stia tranquillizzando, dato che torna a chiacchierare come niente fosse.
Sembra quasi abbia dimenticato ciò che è successo tra di noi, se così si può dire.

La sua vicinanza, il suo profumo, lei. Tutto mi provoca i brividi e sento tornare l'elettricità tra noi due.
Un'elettricità da cui prenderei volentieri la scossa.

«Comunque questa situazione è pesante, eh» trovo il coraggio di dire, dopo qualche minuto di silenzio.
Siamo ancora su due letti diversi, sdraiati su un fianco in modo da poterci guardare negli occhi. E che occhi.

«¿Por qué dices eso?» domanda la biondina, con aria innocente.
Giro la testa da un lato, lanciandole uno sguardo eloquente.
«Lo sai»
Ester sospira, alzandosi in piedi. «Lo »

Proprio quando penso stia per uscire anche lei, mi porge entrambe le mani per tirarmi su.
Quando ci troviamo l'uno di fronte all'altra, con le mani intrecciate, vedo una piccolissima scintilla di desiderio nei suoi occhi.
Vuole baciarmi. Dentro di me inizio a ballare.

E a quanto pare non solo dentro di me, dato che Ester inizia a far muovere le nostre braccia e a fare piccoli passi con le gambe, creando un sorta di danza scoordinata e improvvisata.

«No creo que sia una situazione pesante, tanto lo sappiamo como termina» mormora, continuando a ballare.
Non so da dove stia tirando fuori questo "coraggio", ma se vuole giocare possiamo giocare.
«E come finirà, allora? Io ci ho già provato a concludere, ma tu...» ribatto, forse un po' troppo puntigliosamente.
Ester però non si offende, anzi fa spallucce e mi dedica un sorrisetto furbo.

Sento che questa piccola conversazione ha cambiato totalmente il nostro rapporto e che i prossimi giorni saranno molto difficili.
Ne uscirò pazzo.

Ester's POV

La sera è calata su Roma da qualche ora. Il giardino anteriore della casetta di Amici è gremito, ma la mia mente si rifiuta di avere interazioni sociali con chiunque. Siamo solo io e la mia sigaretta sulla panchina attaccata al muro.

Dopo un po', una coda castana mi si para davanti. «Posso?» chiede Rebecca, indicando lo spazio vuoto accanto a me.
Annuisco, ricambiando il sorriso. In mattinata abbiamo chiarito il battibecco avuto l'altro giorno, perciò siamo tornate amiche come prima.
«Che stanchezza» sbuffa la ballerina, appoggiando la testa sulla mia spalla.
«¿Por qué?» domando, incuriosita.

«Ho fatto lezione di classico per due ore dopo pranzo, ho male ovunque» risponde, stiracchiandosi con le braccia. Certe volte ringrazio me stessa per aver iniziato presto con la danza classica, altrimenti non so se sarei riuscita a rimettermi in pari.
«¿Al menos te fue bien?»
La ballerina annuisce, sorridendo. 

Poi, mi da un piccolo colpetto sul braccio. «Tu invece? Un uccellino mi ha detto che sta succedendo qualcosa con un cantante...» uno sguardo malizioso le attraversa il volto.
Maledico mentalmente Alessio, al quale ho raccontato tutto in sala relax, per non saper tenere la bocca chiusa.
Sospiro, spegnendo la sigaretta nel posacenere. «Es verdad. Dall'inizio ho passato molto tempo con Vybes ma solo en los últimos días ho realizzato che lo vedo in modo diverso. La otra noche ci stavamo per baciare ma soy andata in panico e mi sono allontanata»

Rebecca ascolta attentamente il mio monologo, annuendo di tanto in tanto.
«Oggi ho provato a fargli entender che mi dispiace, pero no sé se l'ha capito» concludo.
«Ma tu cosa provi? Cosa senti quando sei con Gabri?» domanda la mora, sistemandosi gli occhiali da riposo sul naso.
«Es extraño, mi piace passare del tiempo con lui, le attenzioni e il fatto che mi fa ridere»

La mia compagna di stanza sembra rimuginare un po' sulle mie parole, finché non giunge ad una conclusione.
«Lui non ti piace, ti piace l'idea di piacergli e le attenzioni che ti da» constata poi.
Rimango un attimo interdetta sulla sua affermazione, non sapendo come reagire. «¿Dices?»
Rebecca annuisce, convinta. C'è qualcosa che non mi convince, però.
«Puede ser» sospiro alla fine, più confusa che mai.

𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora