thirty-three

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Ester's POV

Il Natale è alle porte: domani si registrerà la puntata e poi tutti noi ragazzi lasceremo la casetta per le vacanze.
Tornerò a Firenze e finalmente potrò abbracciare la mia famiglia e sentirmi a casa al 100%. Nonostante io sia felice di questa cosa, so per certo che mi mancheranno tutti, anche se non ci vedremo per poco.

Pochi giorni fa la produzione ha organizzato un (non) secret santa in casetta, in cui ognuno di noi doveva fare un regalo alla persona pescata. Il giorno dopo, ieri, ce li siamo scambiati.
L'atmosfera che si respira in questa ultima settimana è molto leggera, senza ansie o particolari preoccupazioni. Sembra come se la puntata non arriverà; ormai siamo tutti con la testa fuori Roma, nonostante ci sia ancora metà casetta con la felpa della sfida.

Come regalo, ho ricevuto un peluche a forma di Groot de "I guardiani della galassia" da parte di Teodora, che ora giace già in bella mostra sulle mie lenzuola verdi.

Infatti, dopo tutto ciò che è successo per il discorso pulizie, la produzione ha deciso di cambiare la disposizione. Io, Teo e Chiara ci siamo spostate nella stanza verde con Antonia e Francesca, la stanza gialla invece è stata occupata da Jacopo, Deddè (un ragazzo napoletano molto simpatico entrato per mano della Pettinelli) e Luca.

Il mio regalo per Francesca, che mi è stata assegnata dalla sorte come destinataria, è stata una candelina da mettere sul comodino e profumare tutta la stanza.
Quando l'ha vista, mi ha stretta in un abbraccio del tutto inaspettato.

Nonostante ora condividiamo la camera, il nostro rapporto è sempre stato indifferente. Da parte mia, personalmente, data la sua vicinanza a Vybes. Con quell'abbraccio, però, ho sentito come se si stesse scusando con me. È stata una sensazione strana ed inaspettata, ma non negativa.

Non appena torniamo tutti quanti in casetta dopo le lezioni mattutine, ci troviamo davanti una tavola apparecchiata con una tovaglia natalizia. L'isola della cucina è piena di teglie con dentro cibi da buffet.
«Todo esto es mi muerte» mugugno, mentre addento una crocchetta di patate.

L'umore attorno al tavolo è alto: ridiamo, scherziamo e le nostre conversazioni comprendono tutti, senza particolari gruppetti.
Non sentivo questa leggerezza da un po'. Con la coda dell'occhio lancio uno sguardo a Gabriel, dall'altra parte del tavolo, e lo noto già impegnato a fissarmi.
Come una ragazzina qualsiasi, arrossisco e abbasso la testa.

Una volta finito il pranzo e aver spazzolato tutto il cibo a nostra disposizione, si collega Paola, della produzione, per invitarci a leggere tutti insieme le lettere che abbiamo scritto.
Infatti, tre sere fa, ci è stato chiesto di scrivere un pensiero per qualcuno dei nostri compegni a cui siamo particolarmente legati o a cui vogliamo dire qualcosa prima di non vederci per un po'.

Ascolto i pensieri dei miei compagni con un sorriso sulle labbra, mentre vedo gente abbracciarsi e commuoversi allo stesso tempo.
Quando arriva il mio turno, mi metto in piedi di fronte a tutti con tre buste rosse tra le mani.

«Chicos, l'avrei scritta a tutti la lettera ma no se puede, quindi ne ho due» premetto, sistemandomi un cappellino da Babbo Natale sulla testa.

«Per Chiara e Teodora. In poco tempo siete diventate un punto di riferimento per me. Non vi scriverò quelle cose tipo "spero che la nostra amicizia duri per sempre" e bla bla bla, perché non è da me.
Sapete come la penso: non serve sperare se non ci si prova. So che il nostro è un legame forte e sono sicura che lo manterremo ancora per molto tempo. Se un giorno dovessimo separarci, il mio cuore avrà una buona parte dedicata solo a voi due. Ci siete sempre state, sin dal mio trasferimento nella stanza gialla, forse un po' per senso d'obbligo o forse per vostra spontanea volontà. Non lo scoprirò mai, fatto sta che ogni piccolo gesto che fate nei miei confronti lo conservo stretto nel cuore.
La sveglia di Teodora la mattina, i sorrisi di Chiara, i gossip la sera tardi con il the al mirtillo, i consigli e le critiche. In voi ho trovato due amiche, due sorelle acquisite, due compagne di stanza e di percorso, due esempi nella vita e nella danza e due comari con cui chiacchierare di tutto. Ci vedo, tra qualche anno, sedute su una panchina a parlare ininterrottamente e criticare i ragazzini che giocano a calcio davanti a noi.
Alle superchicche, a noi tre moschettiere, al terzo triumvirato, alle nuove Natasha Romanoff, Wanda Maximoff e Pepper Podds, alle Chipettes. Semplicemente grazie. Grazie per supportarmi nelle mie pazzie e nei miei momenti seri. Grazie per sopportarmi quando... avete capito. Grazie per capirmi senza bisogno di parole. Grazie alla dolcezza e all'empatia di Chiara. Grazie alla pazzia e ironia di Teodora. Vi amo tremila. P.s. vi invito ufficialmente a casa mia in queste vacanze per una maratona Marvel»

Arrivo alla fine della lettera con le lacrime che minacciano di uscire e la voce tremolante.

Le dirette interessate si fiondano addosso a me, stringendomi in un abbraccio stretto stretto.
«Te quiero, Esty» mormora Teodora.

Quando le die ritornano al posto, apro la seconda busta.
«Alessio,» inizio, lanciando un occhiolink al biondo «mio fratello, mio figlio, mio migliore amico, mio ballerino preferito, il mio "Occhio di falco", ecc ecc.
Sai già cosa penso di te e della tua arte, forse sai un po' meno del mio parere sulla tua persona. Con il tuo sorriso contagioso riesci ad illuminare ogni stanza in cui ti trovi e ridare luce a chi l'ha persa. Proprio come hai fatto con me più volte.
Mi è bastato un semplice sorriso, sguardo addirittura, da parte tua e già sentivo la tristezza scivolarmi via di dosso.
Tieniti stretto il tuo sorriso e la tua luce, non permettere a nessuno di portartela via. In ogni caso, sarò per sempre contenta di riaccenderla se ci dovesse essere occasione. Sono fiera di te e della tua danza, ti stimo tantissimo come artista e lo sai. Spacca tutto come solo tu sai fare, fuori e dentro amici. With love, Vedova Nera.
P.s. sei invitato anche tu al nostro pigiama party a tema Marvel»

Anche in questo caso, il biondino mi stringe le braccia attorno al collo in un abbraccio asfissiante.

Prima di tornare a sedermi, lancio un ultimo sguardo a tutti. Incredibile come in tre mesi ognuno abbia un posticino nel mio cuore e un ricordo condiviso nella mia mente.

Mi soffermo su Vybes, che mi guarda con un sorriso sereno.
Ripenso alla lettera scritta e cancellata ben tre volte di qialche giorno fa, indecisa se scriverla o meno. Alla fine l'ho fatta. È stato un sfogo personale in cui ho buttato giù tutti i miei pensieri, anche quelli più profondi e intrusivi.

𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora