Ester's POV
Il freddo di dicembre inizia a farsi sentire anche a Roma, mentre avvolge la città e porta con sé l'imminente arrivo del Natale.
I lampioni che fiancheggiano la strada che porta dalla casetta a scuola sono illuminati con delle luci a forma di fiocchi di neve.Per la prima volta in dieci giorni abbondanti, sono sinceramente felice. La produzione ha interrotto tutte le nostre lezioni per convocarci nel giardino della casetta.
Io e Cristiana chiudiamo la fila, facendo congetture su cosa potrebbe essere così importante da smettere di provare con due ore in anticipo.Un'aria eccitata è condivisa da tutti noi ragazzi. Cresce ancora di più non appena notiamo il foglio stampato appiccicato sulla porta d'ingresso.
«Da qui inizia il vostro Natale» legge Vybes ad alta voce, generando un coro da parte di tutti.Guardo la figura del ragazzo da lontano, mentre Senza Cri continua a parlare.
Le cose non sono ancora cambiate dalla settimana scorsa. Probabilmente per orgoglio, io non mi faccio avanti, mentre Gabriel sembra essersi dimenticato totalmente della mia esistenza.In compenso, però, la compagnia delle mie compagne di stanza, di Alessio, di Cristiana e Antonia, di Trigno e anche quella di Jacopo, il nuovo arrivato, mi tirano su il morale.
Con il moro in sfida contro Ilan ho parlato tanto negli ultimi giorni. E' un ragazzo solare, divertente e ha un sarcasmo tutto suo che mi fa sbellicare. La maggior parte del tempo ci prova con me, ma mi ha ribadito più volte di non essere interessato a me in quel senso.
E poi, lui non è Gabriel Monaco.Non appena apriamo la porta a vetri della casetta, ci fiondiamo nella sala gradinate. Ad attenderci, un albero di natale di due metri già adornato con le lucine e una scatola piena zeppa di addobbi per la casa. Batto le mani, contenta, mentre tutti iniziamo a frugare nello scatolone.
Un sorriso collettivo ci coinvolge.Dagli altoparlanti inizia a suonare "Jingle Bells Rock" e tutti, cantanti e ballerini, iniziamo un concerto privato.
«Io prendo los cuernos!» esclamo, inforcando un cerchietto con le corna da renna dorate.
Teodora e Chiara, a poca distanza da me, colgono il mio doppio senso e spalancano la bocca.
«Ester!»La prima pallina viene messa su un ramo dell'albero da Ilan, dando così inizio ufficialmente all'addobbo della casetta.
Il periodo di Natale è sempre stato il mio preferito, sin da quando sono bambina.
Lo stare in famiglia, i biscotti, il profumo di cibo e delle candele, scambiarsi i regali e mettersi in tiro per il pranzo mi è sempre piaciuto.
L'unico periodo in cui ho avuto difficoltà a vivere il Natale è stato mentre soffrivo di anoressia.Il pensiero di dover mangiare così tanto davanti a tanta gente mi faceva sentire male, tanto che di nascosto buttavo il cibo nella spazzatura pur di non ingrassare.
Ammetto che ancora oggi il pensiero delle dodici portate a pranzo, alla cena di Capodanno e tutti i dolci mi spaventa un po', anche se so gestire il mio rapporto con il cibo ora.Il salotto è un misto di scatole di luci e palline di vetro, mentre il grande albero artificiale aspetta di essere adornato. C'è chi si occupa degli addobbi più alti, chi distribuisce le decorazioni più piccole con un senso di perfezione, e chi, più impaziente, si fa distrarre dalla playlist natalizia che suona in sottofondo. Ogni angolo della casa è un'occasione per aggiungere un dettaglio in più, tra risate e battute che rimbalzano tra le pareti.
Le ragazze ed io balliamo finché non arriva il momento di mettere il puntale al vertice del grande albero di Natale.
«En mi casa lo mettiamo tutti insieme. Prendetelo».
Non appena tutte e diciassette le nostre mani si appoggiano sulla stello, la issiamo in cima e scoppiamo in un forte applauso.Stiamo per un bel po' ad osservare la nostra opera, mentre qualcuno continua ad aggiungere decorazioni nelle stanze.
Jacopo si siede vicino a me, avvolgendomi le spalle con il braccio.«Come è andata oggi?» chiede.
In testa indossa un cappellino da Babbo Natale, che per qualche secondo cattura la mia attenzione.
«Bene, ho una coreo bellissima por esta semana. Es "Elastic Heart" di Sia. Soy cresciuta con esta canción» rispondo con un sorriso sulle labbra.L'atmosfera in sala questa settimana era molto più leggera. Deborah e i professionisti erano soddisfatti e mi hanno anche ripetuto più volte di vedermi più rilassata.
«A te invece? Paura di non entrare?»
Il castano stringe le spalle. «No, sinceramente. Certo, il mio sogno si realizzerebbe, ma non mi sono fatto aspettative alte»
«Estas bien, e anche Ilan. Para mí entrate entrambi» affermo, convinta delle mie parole.Lo sguardo di Jacopo si alza, fino a raggiungere un punto indefinito dietro di me.
«Vieni un attimo?» mormora la voce di Vybes, picchiettandomi con un dito sulla spalla.
Trattengo un sospiro e annuisco, seguendolo fino alla sua camera.«Ahora vuoi hablar, ce ne hai messo di tempo» borbotto, incrociando le braccia al petto.
Una piccola scintilla di rabbia si accendere all'altezza dello stomaco.«Mi dispiace. Per tutto; per come mi sono comportato con te, per non averti supportato la scorsa settimana e per averti trascurata» afferma il moro, scompigliandosi i capelli freschi di taglio da parte di un barbiere mandato dalla produzione.
«Gabriel, anche domenica dopo el episodio sembravi dispiaciuto, eppure mi hai chiesto di hablar y non ti sei presentato»
Apre la bocca due volte, senza far uscire nessun suono.
«Avevo bisogno di te» insisto, mentre sento gli occhi inumidirsi.«Lo so, io...»
«No tienes scuse, Gabriel. Sei stato con Francesca tutto il tempo, nonostante io avessi bisogno di te. No quiero fare la vittima, ma stare in una relazione vuol dire supportarsi entre sí. Quando c'è stata la tua sfida, yo estaba contigo. Tu dov'eri?»Lo sguardo cristallino del ragazzo si indurisce.
«Allora è così, sei gelosa»
Sgrano gli occhi. «Celosa? Non hai capito un cazzo del mio discorso, entonces» il mio tono di voce si fa più alto.«No ho capito e hai ragione, dovevo starti vicino. Mi dispiace»
«No es suficiente dirmi mi dispiace, dimostramelo con i gesti»
Gli occhi di Vybes puntano versoil basso mentre annuisce lentamente.«Vi siete baciati?» chiedo poi. Sento la mia voce spezzarsi mentre do vita ai pensieri che vorticano nel mio cervello da dieci giorni.
«Cosa? Assolutamente no»Prendo un respiro profondo.
«Gabriel devo preguntarte una cosa importante, non prenderla male. No tengo ganas di continuare una relazione così, dove né io né tu somos felices. Prefereirei ci prendessimo una pausa por un tiempo...»
«Cosa? Per quanto? Perché?»«Hablé de eso con Jacopo e...»
I pugni del cantante si stringono lungo il corpo, mentre un'ombra più scura sembra invadergli il volto.
Emette una risata sarcastica. «Jacopo, certo. Senti, lascia stare. Non ho bisogno di spiegazioni, prendiamoci pure questa pausa».Poi, esce dalla sua stessa stanza con passi pesanti, lasciandomi sola.
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𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]
FanfictionDalla Spagna all'Italia, Ester non ha mai smesso di fare ciò che amava: ballare. Quella passione che l'accompagnava da quando aveva tre anni e che non avrebbe mai potuto abbandonare. Ma il suo palcoscenico ha bisogno di diventare più grande, Ester...