thirty-five

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Ester's POV

Il Natale a casa Bernál è sempre stato sacro, intoccabile e ricco di tradizioni tutte nostre.
Tuttavia, da quando la malattia di nonna è peggiorata e noi ci siamo trasferiti, non abbiamo mai più passato un Natale tutti tutti insieme.

Ricordo perfettamente la lunga tavolata a casa della zia Consuelo, che veniva messa in corridoio dato che non c'era posto per tutti.
C'erano tutti i miei zii, i miei cugini materi e paterni, cugini di altri zii e via dicendo.
Un anno erano persino venute le mie migliori amiche con le loro famiglie per festeggiare il "Natale alla Bernál".

Per la prima volta dopo almeno tre anni, a mia insaputa i miei hanno organizzato il nostro pranzo di Natale tradizionale.
Infatti, non appena varcata la porta di casa dopo tre mesi a Roma, la prima scena che ho visto è stata la mia famiglia quasi al completo intenta ad aspettarmi in salotto.

La maggior parte dei miei parenti più stretti è riuscita a venire a Firenze il giorno della vigilia di Natale soltanto per mostrarmi il loro supporto e amore nonostante ci separino migliaia di chilometri.
Non appena li ho visti, sono scoppiata in lacrime di gioia.

Il primo a salutarmi è stato Miguel, il mio cane che da quando ho lasciato sembra sia diventato ancora più grande del golden retriever che già era.
A seguire, Alma si è buttata letteralmente addosso a me ed ha iniziato a singhiozzare.
È stata calmata dai miei genitori, più o meno, che si sono uniti all'abbraccio.
Mano a mano, tutti mi hanno iniziata a travolgere di commenti, domande e complimenti.

C'era solo una forte presenza che mancava: la mia abuela Rosa.
Avevo lanciato uno sguardo ai miei genitori, quasi speranzoso, ma loro hanno abbassato la testa dispiaciuti.

Il mio momento di tristezza è stato spazzato via dal buonumore che da sempre contraddistingue la mia famiglia. Per tutta la cena della vigilia tutti i miei zii hanno continuato a chiedermi del percorso ad Amici, dei miei compagni e di come funziona. Stranamente, c'era una grande mancanza della solita domanda "pero el novio?" Ho capito subito che mamma, a conoscenza della situazione con Gabriel, ha messo in guardia tutti per evitare questa domanda.

Anche il pranzo di Natale è finito. Sono ormai le diciotte, il sole è calato e mia cugina Annabél mi sta aggiornando sulla sua vita recentemente.
Frequenta l'università di Madrid e sta ottenendo la magistrale, allo stesso tempo lavora, ha una vita sociale attiva, un fidanzato e il volto più rilassato che io abbia mai visto.

Il campanello suona. «Ester, ¿vas a abrir la puerta?»
Annuisco e, scavalcando l'orda dei miei cuginetti più piccoli, raggiungo l'ingresso.
Non appena apro, mi si presenta davanti un enorme mazzo di fiori.

«Non sapevo quale fosse il tuo fiore preferito, quindi ho chiesto di metterne uno per tipo. Ci sono rose rosse, rosa e bianche, un girasole, peonie, tulipani...» la vice inconfondibile di Gabriel Monaco mi arriva alle orecchie.
Non appena alzo lo sguardo i suoi occhi blu incrociano i miei e il mio cuore va a fuoco.
Il suo corpo è stretto in un giacchetto nero, stranamente non indossa il cappellino e sembra essersi pettinato.

Apro la bocca per ben due volte, senza che nulla ne esca.
«Que ci fai tu aquí?» chiedo alla fine, prendendo cautamente il bouquet in mano e appoggiandolo sul mobile dell'ingresso.
«Mi manchi Ester, okay? Mi manca tutto di te, di noi. Abbiamo condiviso poco, quasi nulla e il tempo che abbiamo davanti è indefinito. Mi sono comportato male con te, non ti sono stato accanto in un momento in cui avevi bisogno di una spalla e mi dispiace tantissimo. Non voglio essere uno che usa solo le parole e probabilmente ora mi starò rendendo ridicolo per essere venuto qui il giorno di Natale, ma voglio rimediare al mio errore.
Non sopporto vederti in casetta e non poterti neanche guardare o abbracciare o altro...»

Lo interrompo appoggiando la mano dietro al suo collo. I capelli di Gabriel scorrono tra le mie dita, mentre mi avvicino velocemente.
Le mie labbra appoggiano sulle sue con violenza e finalmente ritorno a respirare. Le farfalle nel mio stomaco si risvegliano mentre la lingua del ragazzo entra a contatto con la mia.
Il nostro bacio sembra durare in eterno, nonostante il tempo attorno a noi scorra veloce.

Gli tiro il labbro con i denti, come ero solita fare, mentre le sue mani vagano sui miei fianchi fasciati da una camicetta bianca.

Dopo un tempo indefinito in cui l'unica cosa che importava erano le rispettive bocche, ci stacchiamo di quale millimetro.
Siamo entrambi con il fiatone, le labbra arrossate, gli occhi scintillanti e il cuore a mille.

«Peonie» sussurro poi. «Son mi flor favorita»
Il sorriso già presente sulle labbra gonfie di Gabriel si ingrandisce. «Non so perché ma lo sospettavo»

L'atmosfera si rompe quando sentiamo una voce sottile schiarirsi la gola.
«Scusate il disturbo, mamá pregunte si Gabriel si ferma a cena con noi» chiede Alma cercando di mantenere un'aria seria.
Non mi sfuggono però il suo sorriso trattenuto e il rapido occhiolino che mi lancia, segno che ha visto tutta la scena.

Io e il moro ci scambiamo uno sguardo.
«Certo che si ferma a cena»

Con il cuore che batte ancora a mille, presento Vybes a tutta la mia famiglia.
Vederlo parlare di calcio con mio padre in casa mia diffonde in me un'emozione indescrivibile.
Ci sono ancora molte cose di cui parlare tra me e lui, ma so per certo che non voglio perdermi questa seconda occasione con Gabriel. Non solo lui ha commesso degli errori e lo sappiamo entrambi, nonostante mi costi ammetterlo.

Gli dico queste cose a notte ormai inoltrata.
Tutti i parenti sono tornati nei loro hotel e i miei genitori sono andati a letto. Alma non voleva più lasciar andare Gabriel e continuava a raccontargli della sua scuola e dei suoi amici.

«Adoro tua sorella, ha un sacco di energia» mormora con lo sguardo rivolto verso fuori.
Siamo entrambi affacciati dalla finestra della cucina con un sigaretta in mano. Dentro casa illumina una luce giallognola, mentre il panorama dal sesto piano del mio palazzo fornisce tutta la vista su una Firenze illuminata.

«Gracias por il gesto che hai fatto, seguramente no es da tutti»
Il moro stringe le spalle. «Penso che l'uscita di Teodora e l'averti vista in quello stato mi abbiano spronato a fare quello che il mio subconscio sapeva avrei dovuto fare»
«Pero es Natale, si sta con la famiglia»
Un sorriso sereno dipinge il volto del ragazzo. «Non ti preoccupare, hanno capito che avevo una cosa importante da fare»

Spengo la sigaretta nel posacenere e lui mi imita. «Andiamo con calma, esta vez. Abbiamo sbagliato tu y yo la scorsa volta, non voglio commettere lo stesso errore»
«Neanche io. Ti chiederò scusa all'infinito, sappilo. Scusa scusa scusa scusa...»
Scoppio a ridere e tento di tirargli un pugno sulla spalla, ma Gabriel è più rapido di me e, non so come, riesce ad afferrarmi delicatamente il polso e farmi appoggiare con la schiena sul davanzale della finestra.

Il suo corpo è schiacciato contro il mio, mentre trattengo il respiro.
Le mani del moro sono anche questa volta sui miei fianchi. I nostri occhi non accennano a staccarsi, come incatenati tra loro.
Nella mia pancia regna il caos, ma anche all'esterno inizio a non capire più nulla data la nostra vicinanza.

«Scusa» soffia un'ultima volta sulle mie labbra.
Scoppio a ridere me, mentre ancora vengo scossa da una risata, le labbra di Vybes si fiondano sulle mie.

Questo bacio è meno impetuoso del primo, ma riesce lo stesso a scuotermi l'anima.
Soffoco un gemito quando sento la lingua del ragazzo scendere verso il lobo dell'orecchio e fino al collo, che sa benissimo essere il mio punto debole.
«Gabriel, ahi estan mis genitori» sussurro con il poco autocontrollo che mi rimane.

Controvoglia, il moro si stacca dal mio collo ma non accenna a staccarsi del tutto da me.
Mi avvolge le spalle con un braccio e ritorniamo a guardare fuori.
Sento ancora ogni fibra di me febbricitante ed eccitata, mentre mi costringo a calmarmi.

«Es hermosa» sussurro guardando la cupola illuminata della cattedrale di Sanra Maria del Fiore in lontananza.
Gabriel conferma «Sì, bellissima».
Però sento il suo sguardo ardermi addosso.

𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora