nine

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Ester's POV.

La mattinata parte alla grande: lezioni sospese per via di un test a sorpresa della maestra Celentano per noi ballerine.
Ci avviamo verso la palestra confidandoci le ansie reciproche.

La mia testa, però, è altrove.
Chiara sembra notarlo, tanto che mi affianca e mi lancia un sorriso. «Tutto ok, Ester?»
Annuisco debolmente. Non ho parlato a nessuno dell'accaduto di ieri sera, né con Alessio, né con le mie compagne di stanza. Però, sento di dover confidare i miei dubbi a qualcuno e questo qualcuno potrebbe proprio essere la ballerina fiorentina. Non abbiamo condiviso nulla di più se non qualche turno di pulizia insieme e dei saluti, ma mi sembra la tipica persona che ti mette a tuo agio in ogni situazione.

Entriamo nella sala in cui c'è Alessandra Celentano ad attenderci. L'aria nella stanza è intrisa di panico. Ciò che andremo a fare sarà una prova di versatilità: dovremo imparare quattro coreografie diverse (una di classico, modern, latino e hip-hop) in quindici minuti ciascuna.
Io e le altre ragazze ci scambiamo sguardi che richiedono aiuto. Nel mio caso, sono piuttosto tranquilla nel classico e nel moderno, ma hip-hop e latino sono due mondi completamenti opposti al mio.

Senza perdere tempo, iniziamo con la prima coreografia insieme alla professionista Elena D'Amario. La tecnica modern di questo pezzo è parecchia e sicuramente ballerine come Alessia si stanno trovando in difficoltà in questo momento.
Passati i quindici minuti, la maestra ci fa esibire e inizia a scarabocchiare qualcosa sul suo quadernetto diabolico.

La storia si ripete per altri quarantacinque minuti e altre tre pezzi differenti. So di non avere dato il massimo in quasi nessuno dei pezzi e mi sento anche parecchio delusa da me stessa. Ne ho anche la conferma quando di vengono mostrate le classifiche. 6, 7 in modern, ottenendo il settimo posto; 5 nello stile latino americano, posizionandomi al terzo posto a parimerito con Rebecca e 1,8 in hip-hop. A tirare su la mia media e il morale è il mio stile, nel quale ottengo il primo posto pari a Chiara con il voto di 9,6.

Dopo la pausa pranzo, veniamo richiamate per l'ultima volta dalla maestra, stavolta in studio.
Alessandra Celentano se ne sta seduta di fronte a noi, con il blocco in mano e gli occhiali sul naso. Un'ondata di brividi invade il mio corpo, mentre siedo al mio banco.
Credo di non aver mai vissuto giorno peggiore di questo dal mio ingresso nella scuola.

«Allora, ora vi verrà mostrata la classifica della prova di oggi e io vi darò i giudizi» spiega la Cele, mentre il monitor dietro di lei si illumina.
Ottengo la terza posizione, tra Chiara e Rebecca, con la media del 5,7. Il mio cuore si accartoccia alla vista di quel voto.

«Ester, da quando sei entrata ho aspettato per dare un giudizio nei tuoi confronti. A questo punto, però, credo di aver capito un po' che ballerina sei. Nel tuo stile mi piaci molto, tanto che ti ho messa al primo posto e se ti fossi presentata il primo giorno del programma con la stessa coreografia di avrei presa» inizia la maestra, stupendomi. La ringrazio con un cenno del capo e un sorriso.
«Tuttavia, nell'hip.hop non mi sei piaciuta per niente. I movimenti erano molto controllati e sembra quasi che fossi troppo concentrata tanto che mi è arrivato il nulla da parte tua».

Il mio viso si paralizza. So di non essere il massimo in uno stile diverso dal mio, ma poche persone mi avevano detto di essere vuota.

«So che puoi fare di più e sento che devi ancora uscire del tutto, quindi in settimana aspettati una coreografia sui tacchi che spero sia capace di buttare via il guscio in cui ti trovo» conclude la Celentano.
Non ho mai ballato sui tacchi, a malapena li mettevo in discoteca, quindi la prova mi spaventa già.

La professoressa conclude i giudizi e entriamo in sala relax, più stanche che mai. Nella saletta ci sono alcuni cantanti, che osservano curiosi le nostre facce stremate.
«Che v'hanno fatto? Siete andate a fa' addestramento militare?» ci chiede Cristiana, ridacchiando. Qualcuna le risponde che quasi quasi sarebbe stato meglio e non posso fare a meno di concordare.

Mentre sistemo le mie cose, incrocio lo sguardo di Vybes, seduto vicino a Ilan. Mi stava già guardando e, colto sul fatto, abbassa gli occhi.
Deglutisco visibilmente, mentre qualcosa nel mio petto fa una capriola.
Dentro di me, il caos. Un parte di sente in colpa, l'altra si pente di ciò che avrei potuto fare e non ho fatto, un'altra invece continua a ripetermi che ho fatto bene ad allontanarmi.

Rebecca mi chiama, all'angolo opposto della stanza.
«Cosa pensi, amo?» chiede. Scuoto la testa. «No lo sé, podría haber sido mejor».
La ballerina piemontese annuisce. «Sicuramente, ma a me non va giù un 6 nel mio stile».
«Es normal, Reby, ma devi prenderlo como uno spunto per migliorare» le consiglio dolcemente, appoggiandole una mano sulla spalla.

Lei scuote la testa, evidentemente in disaccordo con le mie parole, e si allontana per iniziare una piccola discussione con le altre.

***

Dopo una giornata estenuante, finalmente stiamo tornando in casetta.
La mia prof Deborah ha deciso di testarci, nel tardo pomeriggio, creando anche lei una classifica. Non ha fatto allo stesso modo della Celentano, tanto che sono arrivati diversi lamenti da parte delle allieve di quest'ultima.

È da quando è uscita la classifica e la mia maestra ha dato i suoi giudizi che continuiamo a litigare tra di noi.
Nonostante io e Rebecca siamo nella stessa "squadra", insieme a Teodora, certi suoi comportamenti non mi vanno giù.

«Rebecca, por Dios, è una clasificación poco importante. Ok, sono giudizi di esperte, ma non influenzano nulla. Yo también non sono andata bene con la Cele, e ci sono rimasta male, ma non mi sembra il caso di argumentar tra di noi per questo» esclamo esasperata, dopo aver ripetuto per l'ennesima volta la stessa cosa.
«Ma scusami può non andarmi giù 'sta cosa?» ribatte la ballerina.

Sono a tanto così da mettermi le mani nei capelli.
«¡Ay, madre! Certo che non ti va giù, neanche io faccio i salti di alegría per il mio voto di modern, ma non è giusto accusare Chiara o Alessia di essere false e incoerenti. ¿Comprendido
Spalanco la porta della casetta mentre finisco la frase.
Rebecca è alle mie spalle, mentre le altre sono ancora indietro.
«Ma almeno tu hai avuto un voto giusto nel tuo stile, cazzo. Io no!»

Mi volto di scatto verso la ragazza.
«¿No, qué podemos hacer? Nada» concludo ad alta voce, facendo girare i ragazzi presenti in cucina, prima di allontanarmi in grandi falcate e nascondermi in bagno.

«Que dia de mierda» borbotto tra me e me, guardandomi allo specchio.
Lo chignon che avevo stamattina ormai è sfatto, ho un leggero strato di nero sotto agli occhi dovuto al mascara colato per via del sudore, il viso rosso e gli occhi lucidi.

𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora