Ester's POV
La camera azzurra è diventata il centro di una seduta psicologica: io, Daniele, Alessia e Luca siamo i terapisti; mentre Alessio il paziente.
Emanuel Lo gli ha assegnato una coreografia molto forte in cui deve parlare con il corpo del suo rapporto con il padre.«Mo' io sto piangendo così, ma prima era Emanuel in queste condizioni mentre diceva che anche il suo rapporto con il padre era particolare e mi vergognavo a piangere» dice il biondino, con gli occhi lucidi.
Il mio cuore ha un fremito.So per certo cosa vuol dire avere un rapporto complicato con i genitori. Gli sono grata per tutto: per avermi aiutata economicamente ed emotivamente, per avermi fatto viaggare e compiere esperienze, ma una parte di me sarà per sempre segnata da una mancanza.
Fisicamente, mamma e papà erano presenti molto poco a casa. Lavoravano e lavorano ancora oggi tutto il giorno.
Durante l'adolescenza, questo era un continuo argomento di discussione tra noi, che ha portato ad una crepa. La crepa si è allargata ulteriormente quando hanno scoperto dell'anoressia.
Nonostante cercassero entrambi di starmi accanto, rifiutavo il loro aiuto e mi chiudevo in me stessa.Questa situazione è andata avanti per quattro anni interi. Quattro anni di litigate, visite da nutrizionisti e psicologhi e prepccupazioni.
I pensieri distruttivi mi annientavano, facendimi sentire estremamente in colpa per il peso che significavo per mamma e papà.La crisi è stata superata dopo la fine delle superiori, quando finalmente un giorno ho deciso di parlare a loro di tutto. Gli ho detto di come mi sentivo dalle medie in poi, dei miei pensieri, delle insicurezze nella danza e via dicendo.
Il nostro rapporto si è saldato grazie al fatto che avevo superato la vergogna e alla loro comprensione.«Mi ha chiesto di scrivere una lettera a papà» continua Alessio, riportandomi alla realtà.
«Es una cosa buena, no?»
Il biondino tentenna. «Sì ma raga, io mi vergogno un sacco. Non sono abituato a parlare a cuore aperto con lui, figuriamoci a scrivergli».
Annuisco, mentre un'idea scatta dentro di me.È da un po' che non sento i miei, per via dei nostri orari limitati e dei loro impegni. Solitamente, ci limitiamo a qualche messaggio e ai saluti durante le mie chiamate con Alma.
Per questo decido di "rubare" l'idea di Emanuel Lo e di scrivere una lettera a mamma e papà. Una lettera che probabilmente non gli arriverà mai, ma ho bisogno di aggiornarli sulla mia vita qui e su tutto il turbinio di emozioni in cui mi trovo.Così dò un abbraccio stretto ad Alessio, mormorandogli che ce la farà e che è muy forte, e mi rinchiudo in camera con le cuffiette nelle orecchie.
Non scrivo su carta da troppo tempo.
Mi è sempre piaciuta la scrittura e l'utilizzo delle parole e l'ho sempre sfruttata tanto come mezzo di comunicazione con le altre persone. Ad ogni occasione, facevo bigliettini o vere e proprie lettere per i diretti interessati.
Da quando sono qui, però, ho perso la mano e l'ispirazione per l'incipit arriva solo quando parte in riproduzione "Wonderwall" degli Oasis.Io e la mia famiglia ascoltavamo ovunque quella canzone: la cantavamo in macchina, avevamo comprato il vinile e papà aveva imparato a suonarla con la chitarra.
(n.a. naturalmente la lettera è scritta da Ester in spagnolo, ma per comodità ho deciso di non fare la traduzione di ogni frase e scriverla direttamente nella nostra lingua)
Mamma e papà,
scrivo questa lettera di getto, senza pensarci troppo e senza badare agli errori. Voglio che sia un discorsi fatto come se stessimo parlando, nonostante attualmente ci separino centinaia di chilometri.Parto col dire che Amici è una bolla, un luogo sicuro in cui posso fare quello che mi piace senza i problemi che potrebbero esserci nel mondo del lavoro. Studio, ballo, mi esibisco. La mia ambizione più grande, lo sapete, è quella di entrare nei più grandi teatri ed essere ricordata come una delle ballerine più versatili e dotate della storia. Surreale, forse? Probabile, ma mi avete sempre insegnato che sognare è la nostra ancora di salvezza.
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𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]
FanfictionDalla Spagna all'Italia, Ester non ha mai smesso di fare ciò che amava: ballare. Quella passione che l'accompagnava da quando aveva tre anni e che non avrebbe mai potuto abbandonare. Ma il suo palcoscenico ha bisogno di diventare più grande, Ester...