twenty-four

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Ester's POV

«Ci siamo messi insieme!» avevo urlato l'altra sera, una volta tornata in camera.
Chiara e Teodora avevano iniziato a saltellare, mentre le braccia di Angelica mi cingevano le spalle.
«Ya era hora» aveva mormorato la ballerina bionda, prima di farci scoppiare tutte a ridere.

Le parole di Gabriel, pronunciate con quella convinzione e intensità mi avevano segnata dritto nel cuore come una freccia di Cupido.
Perché, cazzo, mi sei piaciuta dal primo momento che ti ho vista e hai ricambiato il mio stupidissimo saluto.
Mi ricorderò per sempre il giorno del mio ingresso nella scuola e dello scambio di saluti tra me e Vybes: avevo pensato che era stato decisamente strano, ma avevo apprezzato il suo "aoo?".

Era dal giorno di Halloween che aspettavo che mi chiedesse di metterci insieme o, ancora meglio, di darlo per scontato. Penso che con una connessione come la nostra non sarebbe servita una domanda esplicita. E il discorso fatto da Gabriel, incazzato, sotto la luce della luna e delle stelle è una delle cose che non mi sarei mai aspettata, ma che ha fatto breccia dentro di me.

Dall'altra sera quasi non riesco a smettere di sorridere. Tutti, o quasi, l'hanno notato in casa.
Chi lancia sorrisi curiosi e chi, in maniera più indiscreta, come Alessio e le mie compagne di stanza che continuano a prendermi affettuosamente in giro.

Per quanto riguarda Gabriel, l'ho visto di sfuggita stamattina. Mi ha lasciato un bacio sulla punta del naso prima di correre a scuola, ancora prima di tutti noi ballerini.
La felpa rosso fiammante sarà l'outfit tipo di questa settimana, dato che dovrà affrontare una sfida. Ammetto di essere molto preoccupata per lui e per come potrebbe andare nei prossimi giorni, ma un'altra parte di me tende a tranquillizzarmi e a ricordarmi che è un ragazzo pieno di talento con ancora tanto da mostrare.

La lezione di modern con Elena D'Amario viene interrotta da una voce femminile proveniente dagli altoparlanti. «Ester, il maestro Emanuel Lo vuole vederti in studio per l'esecuzione del tuo compito, ci sarà anche Deborah»

«Vai pure, ci vediamo domani» mi rassicura la professionista, notando il mio sguardo di scuse.
Raccatto velocemente ed esco dalla sala, mentre Elena mi urla dietro un "in bocca al lupo".

Quando entro in studio, trovo i due professori già seduti. Vedere tutti gli spalti vuoti fa sembrare lo spazio molto più grande di quanto in realtà non sia.
«Buongiorno» sorrido.
Emanuel mi fa un cenno con la testa. «Ciao, Ester, vediamo il compito va bene?»
Lo sguardo di Deborah mi infonde un coraggio che per tutta la settimana durante le prove è mancato. Mi sono esercitata fino a tardi ogni giorno; non è stato assolutamente facile ma al momento ho raggiunto un risultato a mio parere decente.

Le note di "Miami" di Will Smith invadono lo studio, mentre cerco di tenere a mente tutti i consigli che mi sono stati dati.
Mi sento estremamente goffa e a disagio mentre eseguo un lock che mi ha dato non pochi problemi negli scorsi giorni.
I vestiti larghi che mi cadono addosso, come richiesto da Emanuel, sono estremamente scomodi per chiunque sia abituato ad indossare body e gonnellina ogni giorno.

Resto immobile per qualche secondo dopo che la musica sfuma. Entrambi i professori applaudono, ma i loro volti sono indecifrabili.

«Allora,» esordisce Emanuel, accrescendo il mio livello di agitazione «devo ammettere che sono stupito. Il compito non è stato eseguito in maniera terribile come pensavo, dal punto di vista tecnico. Nonostante gli errori, è stato gradevole guardarti. Parlando dell'espressività, sono rimasto sinceramente deluso. Era un compito assegnato apposta per far tirare fuori il tuo animo, ma non ho visto nulla di più della concentrazione per non sbagliare i passi.
Detto questo, per me il compito non è superato»

Annuisco, mordendomi il labbro inferiore, mentre con la coda dell'occhio noto Deborah scuotere il capo.
«A me invece sei piaciuta, ti ho trovata molto precisa nonostante sia l'opposto del tuo stile. Mi è arrivata la forza che hai messo nel pezzo, che non si trattava di concentrazione» ribatte la mia maestra, facendomi sorridere.
«Prenditi pure la maglia» aggiunge, mentre mi avvicino alla cattedra dei prof per recuperare la mia felpa.

«Gracias a tutti e due, ad Emanuel por avermi fatto trabajar su uno stile que non avevo mai avuto la posibilidad di studiare e a Deborah per il supporto» dico, prima di salutare entrambi e tornare in casetta.

Ormai è già buio e l'unica cosa che voglio in questo momento è telefonare a casa e sentire la mia sorellina.

* * *

«Alma, mi amor. ¿Cómo estás?»
Non appena il volto innocente di Alma compare sul piccolo schermo del cellulare mi viene quasi da piangere.
«Estrellita, todo esta bien y tu?» risponde con la sua voce sottile. Il mio cuore sta per esplodere.
«Ocupado y cansado pero feliz, es hermoso aquí»
La biondina ridacchia. «Lo sé, veo todo el daytime. Todo».

Sento le guance arrossarsi. Sul volto della bambina non accenna a sparire un sorriso.
«¿Están bien mamá y papá? ¿Dónde están ahora?» domando, sviando l'argomento. (Mamma e papà stanno bene? Dove sono ora?)
«Están en una cena de trabajo, yo estoy en casa de mi amiga Carlotta» (Sono ad una cena di lavoro, io sono a casa della mia amica Carlotta)
«Ah, ¿quieres que te libere?» chiedo, non volendo darle fastidio al suo pigiama party. (Ah, vuoi che ti lascio libera?)

Alma scuote la testa. «No, Ester, te extraño muchísimo»
Tra il freddo del giardino e le parole della mia sorellina, il cuore si accartoccia.
«Amorcito, yo también te extraño»

In quel momento, la porta del giardino si spalanca e Gabriel esce fuori. Non appena i nostri sguardi si incrociano, due sorrisi spontanei nascono sui nostri volti.
«¿Por qué estás sonriendo? ¿Quién está ahí?» domanda Alma con un tono sospettoso che mi fa scoppiare a ridere.

Con un cenno della mano invito Vybes a sedersi vicino a me per fargli conoscere la mia persona preferita nel mondo. Sembra un po' impacciato, ma quando mia sorella lo riconosce un sorriso le inonda il viso.
«Lo sapevo! Vi ho visti nelle puntate!» esclama, tornando a parlare in italiano.
«Ciao» saluta Gabriel, scuotendo la mano.
Mi schiarisco la voce. «Gabriel, esta es mi hermana Alma. Alma, lui è Gabriel, il mio ragazzo»

Il. Mio. Ragazzo. Wow.

Non mi perdo lo sguardo del moro che si appoggia dolcemente su di me, facendo battere a mille il mio cuore.
«Tratta bene mia sorella» afferma Alma con voce grossa, facendo tornare entrambi sul pianeta Terra.
Il mignolo di Gabriel si alza. «Giurin giurello, le voglio troppo bene per trattarla male»
«Mi raccomando, chico»

Non riesco a smettere di sorridere nel vedere questi due interagire. Riesco s vedere dai suoi occhi che Alma già lo adora e mi sembra di capire che Gabriel si affezionerà alla mia sorellina.
«E comunque, Javier no me gustó» aggiunge la piccolina.
Alzo gli occhi al cielo. «Okay, bruja, dobbiamo chiudere. Te quiero, salutami tutti» le mando un bacino volante.
«Ciao Alma» saluta il mio ragazzo.
«Ciao Gabri, adiós bruja»

La chiamata si spegne con l'eco della risata sottile di Alma.
«E niente, lei è la mia hermana» mormoro, appoggiando il capo sulla spalla di Vybes.
«Vi assomigliate tantissimo, avete gli stessi occhi»
Annuisco. «Tu le gustas» aggiungo.
«Anche lei mi piace» mormora il mio ragazzo, lasciandomi un bacio tra i capelli che mi fa perdere un battito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 16 hours ago ⏰

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