CAPITOLO TREDICI

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POV REBECCA FILLAGAN
Un bacio.
Un... Bacio.
Mi precipito da mister Dasten non appena mi accorgo che sono in ritardo per la prima lezione e quando entro nel suo ufficio, senza aver guardato in faccia a nessuno e aver bussato alla sua porta, lo trovo che sta parlando concitatamente al telefono. "No amore, oggi non posso!"
Oh oh, discussioni di matrimonio. Lui non si è neanche accorto di me, così mi schiarisco la voce e non appena sente quel suono, si volta e sgrana gli occhi. "Amore, posso richiamarti?"
Attacca e si siede meglio sulla poltrona. "Rebecca, dovresti essere a lezione".
"L' unico posto in cui dovrei stare ora è qui" dico sedendomi sulla poltroncina davanti al suo tavolo. Lo guardo e dopo un lungo interminabile silenzio, sbotto: "Le labbra di Dorian sono dolcissime".
Lui sgrana ancora di più gli occhi e deglutisce, rumorosamente, quindi si sbottona la giacca elegante e agita una mano sul suo viso. "Fa caldo eh?"
"Siamo a più di metà ottobre, caro signor Dasten. Avanti, dica pure che questa cosa l' ha stravolta".
"Quale cosa?" domanda trangugiando un bicchere di acqua giacciata. "Non so..."
"A che gioco gioca? Le ho appena confessato di reputare la bocca di Dorian qualcosa di dolce e lei cosa fa? Si sbottona la giacca dicendo che fa caldo. Ho bisogno che lei mi dica cosa ne pensa". Mi mordo il labbro inferiore e con più calma sussurro: "Non so cosa è successo davvero".
"Allora raccontami tutto dall' inizio".
E quel ricordo è nitidissimo nella mia testa. Ogni sensazione, ogni parola, ogni gesto... Le sue labbra. Si ripetono nella mia testa, facendomi surriscaldare. Il cuore emette un boom e poi inizia a galoppare veloce. Dio, ma cosa è successo ieri sera? Al ricordo del contatto con le labbra di Dorian, mi viene da sorridere. E desiderare che lui lo faccia ancora, ma è... Sbagliato! Sbagliatissimo! Non ho mai fatto qualcosa di così... Sbagliato, eppure lo vorrei rifare.
"Ieri notte sono tornata tardi e quando sono andata a casa James, lui era sveglio. Era figo, cavoli, troppo. Ma è esploso qualcosa tra di noi, una strana energia. Siamo andati a letto, dopo l' ennesimo battibecco e sono crollata. Ad un certo punto della notte sento qualcosa salire sul materasso e quando apro gli occhi, mi ritrovo Dorian sopra e lo sguardo luccicante su di me". Chiudo gli occhi e sospiro. "Poi mi ha baciata".
"Così, senza un preavviso?"
Annuisco. "Mi ha detto che sono bellissima e poi mi ha baciata. Ed è stato eccitante e forte!"
"Poi?" domanda impaziente Mister Dasten.
"Poi l' ho spinto via e..."
"E?"
"L'ho lanciato sul letto e mi sono messa sopra di lui. L' ho baciato io questa volta, con foga". Rabbrividisco. "Doveva sentire come fremeva sotto il mio corpo, ad un certo punto ho pensato che i suoi pantaloni scoppiassero, perchè..."
"Okay, lasciamo i dettagli da uomo dagli ormoni pazzi quale è Dorian e passiamo alle sensazioni". Si appunta delle cose sul suo tacquino. Sul mio fascicolo. Merda. "Dimmi ciò che hai provato".
Lì per lì riesco quasi a convoncermi che è una pessima idea dirgli cosa ho davvero provato, ma poi mi rendo conto che io sono venuta qui per chiedergli un parere. Un aiuto e quando chiedo aiuto vuol dire che è qualcosa di gravissimo. Ed io voglio che lui mi dia l' opportunità di schiarirmi le idee. Mi sistemo sulla poltroncina, un po' in imbarazzo. Per la prima volta mi chiedo cosa pensi lui di me e, per la prima volta ieri sera, mi sono chiesta cosa, invece, pensa Dorian di me... E delle mie labbra.
"Forza, prepotenza, passione, dolcezza, rabbia e... È stato bellissimo" mormoro facendomi prendere troppo dalla mano, così alzo di scatto gli occhi su di lui. "Questo non lo scriva, la prego".
Lui annuisce. "E Dorian?"
"Che cosa?"
"Come pensi abbia reagito?"
"Oh, direi che ha notevolmente alzato bandiera. Sì sì, ma si scorda di portarmi a fare sesso in un minivan".
Corruga la fronte. "Certo, va bene". Indica la porta. "Devi andare a lezione".
"Ehi, le sto chiedendo di darmi un parere suo. Non muoverò le chiappe finchè non me l' avrà detto".
"Dopo il momento passione, cosa è successo?" indaga continuando a scribacchiare sul tacquino.
"Oh be', ci siamo guardati ed entrambi abbiamo ammesso che era sbagliato e siamo ritornati a guardarci male. Abbiamo preso entrambi la giacca, ci siamo vestiti per uscire e ci siamo messi a litigare davanti la porta di casa. Ed ovviamente si sono svegliati anche Felicia e Carlos, i suoi genitori. E ho avuto la conferma che sto inziando ad essere confusa".
Annuisce. "Confusa perchè...?"
"Scusi, le ho detto che mi sono baciata con lui, che è stato come toccare il cielo con un dito, poi abbiamo litigato su quanto fosse sbagliato. Ora mi ritrovo a desiderare di baciarlo di nuovo e lei mi chiede perchè sono confusa?"
"Quindi sei confusa perchè vorresti che Dorian ti baciasse di nuovo?" domanda perplesso.
"Sì, cioè in teoria non dovrei pensarlo, perchè è sbagliato, ma sì, è così".
"Posso mandare a chiamare Dorian, così gli chiediamo cosa gli è frullato in testa" propone fissandomi attentamente.
Lo incenerisco con lo sguardo. "Direi che non è il caso o lei muore in seduta stante". Scrollo le spalle. "Allora?"
"Direi che vi piacete" dice senza peli sulla lingua. "Vi volete conoscere meglio, esplorarvi in tutti i sensi, ma non siete ancora abbastanza pronti. Siete più simili di quanto crediate, Rebecca. Lui ti vuole e direi parecchio, ma allo stesso tempo è rimasto incappato nel parere che tu sei sua nemica. Mentre tu sei accecata dall' odio e quindi qualsiasi modo che lui provi ad adottare per conquistarti, sarà difficile per fare breccia nel tuo cuore. Tu anche lo desideri in cuore tuo e quel bacio te ne ha dato la prova, ma... Dovete conoscervi ancora e... Cercare di non fermarvi all' odio reciproco, che potrebbe trasformarsi in qualcosa di migliore".
Abbasso gli occhi e... Uau, possibile che ci abbia preso? Dorian mi desidera, tanto. Mi passo un dito sulle labbra, come se volessi riuscire a simulare il suo bacio con qualcosa. "Quindi?"
"Datevi tempo, ognuno saprà trovare il momento giusto per convincere l' altro che dovete ricominciare tutto dall' inizio". Sorride e mi porge la mano.
Non gliela stringo, perchè se lo facessi, finirei per strozzarlo.
"Tu sei fragile, Becca, come lui. Siete due persone toste, molto toste, ma allo stesso tempo nascondete una situazione familiare e sociale difficile. Usate la violenza perchè pensate che la società faccia schifo". Vede che sono un po' scettica, allora sorride. "Siete stati educati all violenza, all' odio, alla famosa teoria della selezione naturale".
"E stasera? Cosa farò quando lo rivedrò?"
"Chiedigli perchè la fatto" risponde. "Molto semplicemente, chiedigli perchè lo ha desiderato".
"Io la uccido" borbotto alzandomi di scatto e prendendo lo zaino in pelle nera. "Se mi fa fare la figura di merda del secolo, io giuro che passerò alle maniere forti".
Impallidisce. "Non è il caso, direi che andrà tutto bene".
Gli punto un dito contro, poi esco e finisco per ritrovare la mia faccia spalmata sul petto muscoloso di Dorian, che odora di fresco e di menta. "Bel modo per uscire".
"Spostati" dico dandogli una spintarella. "Non ho intenzione di mettermi a fare una delle nostre solite scenette da marito e moglie che stanno per divorziare". Distolgo lo sguardo e mi avvio con i libri stretti al petto verso matematica, che oltretutto ho con lui. "Stammi alla larga".
Ride alle mie spalle, mentre so che si sta avvicinando. "È questo quello che ti ha detto Mister Dasten, di starmi alla larga?" Ride ancora. "Non credo proprio. Trova un modo per cui potremmo riuscire a farlo".
Non mi volto, ma continuo a camminare con passo svelto verso l' aula, ormai vicina. Ho cinque minuti di ritardo, ma non mi importa di prendere una bella ramanzina. "Dorian, non mi parlare".
"Capirai, lo dici proprio a me quando sono il primo che non ne ha voglia". Le sue risate mi rimbombano nella testa ed improvvisamente ho voglia di piangere. Mi ricordano mio padre, quando la mamma è morta e lui la sera del funerale è andato a sbronzarsi. È tornato a casa e voleva farmi del male, ma io ho reagito violentemente e dopo lui è scoppiato a ridere e non è tornato più. Fino a qualche giorno fa.
Io e Karen abbiamo pianto come bambine: ci aveva messo lo mani addosso ed è per questo che io non mi fido di mio padre. E quella risata profonda di Dorian mi riporta ad un passato doloroso, troppo straziante perchè lui continui a fare quel cupo e gutturale verso.
"Basta" mormoro nascondendo il viso nei quaderni. Sono di spalle, quindi lui non può vedermi.
"Siamo nella stessa casa, come faresti ad evitarmi?" Ride ancora ed è insopportabile.
"Basta" mormoro un po' più forte.
"Nella stessa camera e tra poco finiamo nello stesso letto".
Sento i birividi corrermi lungo la schiena e le mani stringersi a pugno, quindi le labbra ridursi ad una linea perfettamente dritta. Mi volto di scatto e gli lancio i libri. "Basta!" urlo come se fossi stata posseduta da un demone.
I quaderni ed i libri gli arrivano addosso, ma lui con una manata li spedisce sul pavimento. La sua risata si spegne e con lui anche il sorrisetto beffardo che aveva fino a due secondi fa. Ci guardiamo ed io devo avere il fuoco negli occhi. Un fuoco ardente che mi sta distruggendo. Tutto questo mi sta ammazzando: Karen, mio padre e la sua casa, Dorian, Felicia James e lo psicologo. Scoppio a piangere, in un impeto che mi fa emettere strani spasmi e singhiozzi rumorosi.
Rebecca Fillagan che piange... Non ho mai visto me stessa così disperata e ferita, solo sul balcone, in una mattina presto mi è successo.
Sono pronta a scommettere che adesso Dorian mi prenderà in giro, poi lo dirà al suo amico chiacchierone Gregor e infine lo saprà tutta la scuola. Ma che importa? Sono nella merda da tempo.
Alle mie spalle sento una porta sbattere, poi la signorina Fiz mi viene incontro, con le sopracciglia corrucciate. "Tesoro" mi chiama prendendomi la mano. "Vai in bagno. Datti una ripulita".
Da quando è andata via Karen, lo scheletro dipinto sul mio viso con i cosmetici se n'è andato. Era lei che si divertiva a farmelo la mattina, perchè quando era più piccola le piaceva farselo di notte per scacciare i demoni, sperando che loro si mettessero paura.
Annuisco e corro verso il bagno, mentre Dorian continua a fissarmi come se avesse visto... Una ragazza disperata.

Polvere di Noi -(With Us Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora