CAPITOLO TRENTATRE

8.8K 433 14
                                    

POV REBECCA FILLAGAN

Mi sveglio di soprassalto.

Sono sudata, molto sudata.

Ho le mani legate dietro la schiena e la schiena addossata ad un muro nero e sporco.

Sono in una cella, in una cella completamente chiusa, con una finestrella sopra la testa e... sono sola.

Dorian!

"Dorian!" urlo, il panico che monta dentro di me. "Dorian! Dorian!"

Lo chiamo ripetutamente, ma nessuno mi risponde.

Mi alzo a fatica, le mani legate ben strette e le gambe che tremano. La porta avanti a me si apre cigolando e rivela il fornitore, che entra nella stanza con i suoi uomini a proteggerlo con il fucile tra le braccia.

"Ciao..."

"Brutto figlio di puttana!" Sputo a terra. "Cosa hai fatto?"

Dov'è Dorian? E dove sono io?

Lui sorride. "Be', mia madre era una puttana, quindi il nome calza a pennello. Sai, è una storia molto lunga, ti annoierei se ti spiegassi il piano mio e di Richard".

Scuoto la testa, infervorata. Gli spacco la faccia. "Ho tutto il tempo".

"Io e Richard siamo cari amici, sai. Gestiamo insieme molti giri di malavita: io sono il più famoso spacciatore di New York e lui di Chicago. Abbiamo anche dei giri di prostituzione, soprattutto di giovani donne. E tua sorella..."

"Oh mio Dio..."

"Già, con te tra le palle tua sorella sarebbe stata difficile da prendere ed istruire al compito, alle regole. Tuo padre, poi, ha fatto diverse stupidaggini, ma è bravo a procurarci piccole ragazze e presto il nostro giro di prostituzione si accrescerà. Devi sapere che le ragazzacce portano tanti soldi, le adolescenti di oggi sanno ciò che vogliono".

Mi avvicino a lui, irata e... voglio esplodere, voglio riempirlo di botte e ucciderlo. Mia sorella Karen è in pericolo, ha bisogno di me assolutamente. Non voglio che finisca per strada, voglio sporcarmi le mani del sangue di Richard e del fornitore.

I due uomini accanto al fornitore mi prendono per le braccia, bloccandomi e schiacciandomi al muro. "Ohoho, sei molto affascinante quando ti incazzi. La tua sorellina Karen è una facile preda, una ragazzina innocente che tutti sfrutterebbero e con cui noi maschietti piacerà sicuramente divertirci".

Ringhio, lottando e scalciando. "Vaffanculo!"

"Bene! Adoro anche te, sai?" Si avvicina pericolosamente e prima che io me ne accorga le sue mani sono dappertutto sul mio corpo: sotto la maglietta, mi infila anche una mano nei pantaloni ed infine mi spinge contro il muro, graffiandomi la pelle della pancia ed il collo.

Urlo e mi divincolo, cercando di togliermi questo schifoso di dosso. Non oppone resistenza, bensì, i suoi gesti si fanno più determinati e violenti. Mi schiaffeggia ed io annaspo in cerca di aria. Sono in un inferno, sono bloccata e non so come ribellarmi.

Lo sento ovunque, fa male, molto male.

Inizio a piangere, vergognandomi di me stessa perché non riesco a liberarmi e scappare via.

E quando mi sfila tutti i vestiti e si approfitta con violenza e furia di me, capisco che ormai sono debole e non posso fare nient'altro. Continuo ad agitarmi, ma sono sotto il suo controllo.

Mi lascia semi nuda sul pavimento, destinata a morire in questa stanza.

Ride insieme agli altri.

Polvere di Noi -(With Us Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora